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 2013  maggio 13 Lunedì calendario

ELOGIO DEL FUMO

«Si impara a fumare qua­si sempre nei cessi di scuola, ci si attacca a si­garette spente o passate dai compagni di bocca in bocca, in fretta e tirando le guance. Il pia­cere che se ne ha è di prote­sta, come d’un conta­gio cercato per svezzare la bocca di lat­te». E poi: «A dodici anni non si sa fu­mare, come a diciotto non si sa fare l’amore». Lo scrisse un poeta che fuma­va moltissimo, e poetava benissimo, Al­fonso Gatto, su La fiera let­teraria del 6 aprile 1958, una domeni­ca, sotto un ti­tolo icastico, e oggi provo­catorio, antisalutista, scorretto: Elogio del fumo, un testo peral­tro bellissimo, e brevissimo, che viene ora ripubblicato dalle bibliofile edizioni Henry Beyle. Che meraviglia di libretto, e che meraviglioso errore il fu­mo. Fa malissimo? Sì, come tut­ti i vizi cui non si sa resistere.
«Fumo è giovinezza, povertà libera, anche ironia», scrive il Gatto fumatore. «Non si fuma in fretta e camminando (lo fan­no solo gli attori del cinema e i personaggi dei romanzi d’avventura quando si mettono a pensare), non si fuma al buio, non si fuma lavorando per noi e nel segreto di noi. Almeno così credo io che già tre quarti della mia vita li ho spesi fumando o in­tento a vedere la sigar­etta tra pol­lice e indice svolgere l’azzurro ri­goglio dei pensieri che hanno pace e musica in sé soli, prima di ridursi alla fatica e all’attrito della pagina scritta».Lavoro, ta­bacco e posacenere.
Anche il peruviano Julio Ramón Ribeyro (1929-94), fra i migliori cuentistas della lettera­tura sudamericana, viveva per la passione bruciante della siga­retta, tanto da dedicarle i bellis­simi racconti Solo per fumatori (La Nuova Frontiera), la cui pri­ma stori­a è una splendida autobiografia di un accanto fumato­re felice, persino quando, giova­ne senza soldi, era costretto a vendere i suoi libri, barattando Balzac per un pacchetto di Lucky Strike, i poeti surrealisti per delle Players, Flaubert per una manciata di Gauloises... Perché cos’è più bello: fumare o leggere?