Maurizio Ternavasio, La Stampa 13/5/2013, 13 maggio 2013
SARS, E’ DI NUOVO ALLARME ROSSO?
È vero che in Francia nei giorni scorsi si sono registrati alcuni casi di un virus simile alla Sars?
Dopo la conferma del primo caso di «nuova Sars» su un uomo di 65 anni rientrato da una vacanza negli Emirati Arabi, sono emersi in queste ultime ore altri tre nuovi casi sospetti che in Francia stanno destando molte preoccupazioni. Tutti quelli colpiti hanno registrato problemi respiratori e febbre, sintomi simili a quelli dovuti a un contagio da Coronavirus (detto così per la sua forma a corona) che è stato chiamato Mers - acronimo di Middle East Respiratory Syndrome coronavirus (MERS CoV), scoperto grazie al coordinamento delle politiche di controllo nei vari Paesi.
Che cosa sta succedendo nel resto d’Europa?
Prima della Francia, erano già stati segnalati contagi in Gran Bretagna e in Germania in persone appena rientrati da viaggi in Medio Oriente. Attualmente in totale sono trenta i casi confermati nel mondo e notificati dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Perché in questo caso si parla di un «cugino» della Sars?
«Il nuovo Coronavirus è solo parente dell’agente patogeno della Sars – spiega Eugenia Tognotti, ordinario di Storia della Medicina all’università di Sassari, il cui campo di ricerca è la storia delle malattie infettive -. Le prime notizie hanno cominciato a circolare a settembre. I casi registrati finora sono 33, le vittime 18, con un tasso di mortalità del 55% che potrebbe essere inferiore se venissero alla luce anche alcuni casi più lievi».
Qual è il periodo di incubazione, e quali sono i sintomi principali?
Il periodo di latenza è di una decina di giorni, mentre i sintomi più comuni sono febbre e sintomi di malattia respiratoria, tosse o mancanza di respiro che rendono consigliabile la visita del medico. Al momento non ci sono trattamenti specifici per le malattie causate dal nuovo Coronavirus.
Come si trasmette e quali sono i vettori del contagio per l’uomo?
Il virus della «nuova Sars» si trasmette da persona a persona, ma attraverso contatti stretti: lo dimostra proprio l’esperienza francese, dove gli altri tre contagiati sono un vicino di letto del primo che pare essersi ammalato, un medico e un’infermiera dello stesso ospedale.
Esattamente dieci anni fa il mondo aveva dovuto affrontare l’emergenza della Sars…
Nel 2003 un’epidemia di polmonite atipica, più nota come Sars, acronimo di «Sindrome acuta respiratoria severa», aveva ucciso 801 persone in Cina, prima di far scattare l’allarme a livello mondiale. Il primo caso, che sarebbe stato originato dai pipistrelli e poi trasmesso all’uomo, probabilmente attraverso un altro animale, si era manifestato nella provincia del Guangdong, vicino a Canton.
Com’è la situazione in Italia?
Al momento non sono segnalati casi di infezione causata dal nuovo Coronavirus: è il ministero della Salute ad assicurarlo. In Italia si può contare su un’efficace rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (Sari) e delle sindromi da distress respiratorio acuto (Ards).
Cosa sta facendo in proposito l’Organizzazione mondiale della sanità?
L’Oms al momento non consiglia «particolari misure di protezione speciale nei punti di ingresso dei viaggiatori dall’estero e non raccomanda misure di restrizioni di viaggio o di commercio». Tuttavia, esorta in una nota a tenere sotto osservazione le infezioni respiratorie acute, analizzando attentamente eventuali casi sospetti. «Gli operatori sanitari sono invitati a essere vigili sulle condizioni di salute dei viaggiatori di ritorno dalle zone colpite dal virus», in particolare, precisa l’Organizzazione mondiale della sanità, di coloro che sviluppino infezioni delle vie respiratorie inferiori.
Sembra che anche in Cina nel frattempo sia scattato l’allarme… In Cina al momento il pericolo si chiama H7N9, che pare essere un ceppo dell’influenza aviaria. In pochi giorni ha registrato 129 casi in una decina di province provocando 32 vittime. Intanto in un mercato della provincia del Fujian sono stati individuati campioni di pollame che sono risultati positivi al test. «Le reticenze della Cina a fornire notizie sull’influenza aviaria e i colpevoli silenzi sulla Sars non rassicurano la comunità internazionale circa la trasparenza sulla reale situazione», spiega Eugenia Tognotti.
In definitiva c’è motivo per preoccuparsi per quello che potrà essere lo sviluppo di questo virus?
«Non possiamo considerare i virus di Cina e Medio Oriente come un problema lontano da noi e che non ci riguarda - continua Eugenia Tognotti -. In un mondo globalizzato anche le malattie sono potenzialmente globali. Virus e batteri non hanno bisogno di passaporto e attraversano liberamente le frontiere. Per fortuna il livello di attenzione degli organismi sanitari internazionali è alto, anche tenendo conto del tradizionale viaggio alla Mecca che ogni ottobre coinvolge milioni di pellegrini che poi rientreranno nei loro Paesi».