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 2013  maggio 13 Lunedì calendario

FERRARI. SETTEMILA ROSSE POSSONO BASTARE

Forse l’Italia potrebbe guardare anche in direzione di Maranello, verso lo stabilimento Ferrari per ritrovare lo sprint che serve all’economia in questo momento. Al di sopra dei risultati finanziari — nel primo quadrimestre le vendite sono cresciute del 4% con 1.798 unità, i ricavi sono saliti del 8% per 551 milioni, i profitti netti aumentati del 36,5% a 54,7 milioni — l’azienda guidata da Luca Cordero di Montezemolo ha cercato di sviluppare un progetto che parte dall’uomo, per arrivare, attraverso la fabbrica, al prodotto e al mercato.
Linee
Anche sul versante del lusso, si impone una riflessione: può sconfinare nella volgarità, divenire troppo appariscente, senza alcuna classe. La Ferrari esprime, al contrario, una cultura che ricerca il buon gusto, la bellezza, la qualità, il legame con le proprie radici. Una formula che non ha nulla di segreto, se non la volontà di esprimere in una vettura tutte le migliori sfaccettature dell’animo umano, passione, impegno, determinazione, sviluppo di talenti. I dipendenti della Ferrari — che sono 3.000, caratterizzati da 29 culture differenti, ma altre 250 assunzioni sono già state previste per il 2013 — possono spostarsi in bicicletta, all’interno dello stabilimento, trasmettono la forza di un brand definito il «più forte del mondo». Il sistema aziendale esalta la meritocrazia: un bonus di 8.500 euro è stato distribuito nel 2013 come premio annuale aggiunto a quello triennale, 4 milioni di euro sono stati investiti per migliorare il tenore di vita delle famiglie dei collaboratori.
Anche l’ambiente dove lavorano merita una descrizione: i padiglioni industriali, progettati dall’architetto francese Jean Michel Willmotte, sono arredati con flora tropicale, giardini in cui sostare, seduti su panchine in legno, per una condivisione di idee, per consolidare i rapporti e stabilire una vera comunicazione come nel più esclusivo campus universitario.
Un ordine che non trasmette nulla di maniacale, ma un rispetto dell’ambiente che parte dall’uso di materiali per la costruzione rispondenti alle norme europee, obbligatorie nel 2021, che prevedono per gli edifici di essere catalogati ZEB, Zero Mission Building. L’energia necessaria è fornita da un impianto alimentato da gas naturale che produce anche l’acqua calda e l’aria fredda per gli impianti di condizionamento.
Meccanismi
Dal laboratorio escono circa 7 mila esemplari l’anno, distribuiti in 61 paesi del mondo. Montezemolo ha comunicato che nel 2013 non sarà, volutamente, incrementata la produzione, poiché i modelli Ferrari non hanno necessità di essere inflazionati, in base alle continue richieste anche dei mercati emergenti.
Un strategia di marketing calibrata, che consente di tenere il prezzo elevato sia per il nuovo che per l’usato. Questa ricerca nel campo dei materiali ha certamente influenzato la lavorazione delle leghe leggere con cui oggi sono costruiti i modelli di Formula 1 che sperimentano tutte le applicazioni che verranno adottate, successivamente, sui modelli stradali.
La gamma, composta da cinque vetture — uniche perché mai soggette al family feeling sfruttato da chi costruisce veicoli in grande serie — si apre con California, 458 Italia, 458 Spider, tutte a 8 cilindri ed escono con una cadenza di 20 minuti. La F12 Berlinetta e la FF, entrambe a 12 cilindri, sono prodotte una ogni ora. In totale dallo stabilimento, giornalmente, escono 35 vetture. Un polo tecnologico battezzato Scaglietti ( il nome del mitico carrozziere delle storiche GT da competizione) che tratta l’utilizzo di leghe leggere (22 differenti tipologie di alluminio) e di carbonio, in funzione di una riduzione dei pesi che influenza l’abbassamento dei consumi e dei livelli di emissione di CO2, senza penalizzare la potenza dei motori, che è aumentata di 100 cavalli per ogni tipo. La nuova serie speciale LaFerrari emette solo 330gr/CO2 km, adotta per la prima volta la propulsione ibrida. Scelte concordate con i fornitori, che Montezemolo non esita a definire partner.
Bianca Carretto