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 2013  maggio 13 Lunedì calendario

PRIMA GRANA A MONTECITORIO I POLPASTRELLI ANONIMI DEI DEPUTATI

È una delle prime grane che la Boldrini ha dovuto affrontare, una delle meno pubblicizzate ma foriera di sicure polemiche e quindi piuttosto spinosa: con i tempi che corrono la Camera non può permettersi di fare spallucce sul fenomeno dei «pianisti» e quindi la ritrosia di alcune decine di deputati a lasciare le impronte per essere identificati nel voto elettronico ha richiesto un intervento: e forse in queste ore la vicenda sta per essere risolta - o quasi - alla radice.

Fino a mercoledì scorso, stando ai dati dei «piani alti», erano una sessantina i deputati che non avevano consegnato le cosiddette «minuzie», cioè che avevano rifiutato per motivi di privacy di farsi prendere le impronte.

Una procedura, quella del voto con il polpastrello identificabile dal congegno posto in ogni «scranno», che obbliga alla presenza fisica in aula solo tutti gli onorevoli che lasciano le impronte, mentre i «pianisti» non identificabili possono evitare sanzioni alla diaria, fino a trecento euro mensili per i più assenteisti.

Questa settimana finalmente partono i lavori delle commissioni e la novità è che anche di fronte ogni auletta sono state installate finalmente le macchinette per le impronte: ma la possibilità di «bigiare» i lavori e risultare presente resta un vulnus del sistema che sostituisce i vecchi registri: se un deputato con una toccata e fuga lascia le impronte e se ne va evita così le multe per le assenze in commissione. In aula chi non lascia le sue «minuzie» può votare lo stesso usando il polpastrello, solo che non può essere identificato. E nel primo scorcio della nuova legislatura, questa sessantina di obiettori, circa il 10% del totale, distribuiti solo tra i gruppi Pdl e Lega, ha già destato qualche protesta da parte degli altri colleghi.

La presidente della Camera avrebbe deciso di porre rimedio alla questione, provando a rendere obbligatoria la consegna delle «minuzie»: sembra infatti, che malgrado le sedute d’aula svoltesi fin qui siano state per la maggior parte dedicate a voti di fiducia ad appello nominale, quando si è proceduto invece con voti elettronici i presidenti di turno hanno notato anomalie come lucette accese rosse o verdi spuntare fuori da banchi vuoti. In quegli scranni infatti chiunque può votare e niente di più facile che farsi sostituire da un collega. A quanto sembra la moral suasion ha prodotto i suoi frutti e gli irriducibili dovrebbero limitarsi ad una quindicina...