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 2013  maggio 12 Domenica calendario

GRILLO ACCUSA LETTA MA DIMENTICA IL SUO «NIPOTE D’ARTE»

«State molto attenti a fa­re dossier su famiglie e moglie, attenti perché noi faremo altrettanto. Non è un consiglio, è pro­prio una minaccia». Così ai gior­nalisti due giorni fa. Paura. Ma nella parenteide si è infilato in­vece Grillo per primo. Con la storia di Enrico. Letta, «il nipote mantenuto».Mentre minaccia­va i giornalisti di tenersi lontani dagli alberi genealogici, il comi­co prendeva per il naso il presi­dente del Consiglio per la sua parentela con Gianni lo zio. E via così, a dire che Letta sa far so­lo il nipote.
Il problema è che anche Gril­lo ha un nipote. Anche il suo gio­vane riveste un ruolo di partito: è vicepresidente del Movimen­to Cinque Stelle. E anche il «ra­gazzo» si chiama Enrico. Pro­prio così. Gli Enrichi nipoti so­no due. Uno è Letta junior, pre­sidente del consiglio. L’altro è Grillo junior, vice dei Cinque Stelle. Enrico Grillo è figlio di Andrea, fratello maggiore di Beppe. Enrico due nella vita fa l’avvocato, è anche il legale di Gianroberto Casaleggio. Ma del movimento fondato dallo zio è formalmente l’erede al tro­no.
Più in ombra di Casaleggio, che già abita emisferi impalpabili lontani dai riflettori, Enrico Grillo è in realtà una delle men­ti del Movimento. È sua la stesu­ra d­ei quesiti referendari lancia­ti con i V day, e di fatto è anche il legale di fiducia dei grillini.
Praticamente stessa genera­zione dell’Enrico numero uno, questo Enrico ha 42 anni e nel 2002, appena trentunenne, si trovò a sostituire Carlo Taormi­na nel processo d’appello con­tro Stefano Diamante, accusa­to di aver ucciso la madre per non farle scoprire la laurea fin­ta.
Zio Beppe insomma, attac­cando Letta, si era dimenticato per qualche minuto il suo Enri­co. Sono forse i tanti pensieri che agitano la mente dal capo a cinque stelle ad averlo distrat­to. La trasferta romana per re­darguire i deputati che non in­tend­ono riconsegnare una par­te della diaria per le spese soste­nute a Roma non è andata granché. La maggioranza, certo, è con lui. Ma in trenta, si dice, sa­rebbero davvero stufi della cop­pia Grillo-Casaleggio. Ripeto­no che la riconsegna della dia­ria non era prevista dal regola­mento. Intanto sul blog gli elet­tori fustigano i traditori. Beppe non può sconfessarli: «La faccia ce la metto io», ripete scon­solato.
Tornando ai parenti, l’accu­satore di Letta si è anche dimenticato un bel po’ di intrecci di sangue nel M5s. Nel collegio La­zio 2, a Latina, sono stati eletti madre e figlio. Ivana Simeoni, operatrice del servizio 118 citta­dino, senatrice, e Cristian Ian­nuzzi, deputato. Pur riducen­dosi la metà dell’indennità, a ca­sa di mamma e figlio arriva comunque la cifra piena dei 10mi­la euro lordi che normalmente spettano a un parlamentare (diaria esclusa). Il Movimento li ha sempre difesi, sostenendo che Cristian e la mamma sono stati candidati dai cittadini, attraverso le parlamentarie (o pa­rentarie?). Anche in Lombar­dia ci sono famiglie che hanno scelto compattamente la causa grillina, trovandosi così tutti in politica. È il caso delle senatrici Giovanna Mangili e Laura Bi­gnami, mogli di consiglieri M5s a Cesano Maderno e Busto Arsi­zio. Non è Parentopoli: è passio­ne, risponde il Movimento. Mangili sta anzi cercando di dimettersi da senatrice «per moti­vi personali», in realtà proprio perché non vuole che la sia ac­cusi di «inciuci». A Mira,il sinda­co Alvise Maniero ha piazzato un nuovo assessore all’Ambien­te in s­ostituzione di Roberta Angnoletto, al settimo mese di gra­vidanza. La prescelta è Maria Grazia Sanginiti, moglie del de­putato Emanuele Cozzolino.
Un’altra famiglia pentastella­re: Azzurra Cancellieri, deputata, è sorella di Giancarlo, capogruppo M5S in Sicilia. Onore in­vece a Tiziana Buccarella, sorel­la di Maurizio, che ha rinuncia­to allo scranno dopo che anche il fratello aveva vinto in Puglia, come lei, le parlamentarie.