
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Gheddafi non si dà per vinto. Ha bombardato Tripoli anche ieri, e i morti a questo punto sono più di mille. Poi, verso le cinque del pomeriggio, è apparso in televisione e ha pronunciato un discorso alla nazione.
• Non s’era già fatto vedere l’altra notte?
Sì, per pochi secondi. Sotto un ombrello bianco, con un cappello di pelliccia in testa, sporgendosi fuori da un veicolo aveva detto: «Vado a incontrare i giovani nella Piazza Verde. È giusto che vada per dimostrare che io sono a Tripoli e non in Venezuela: non credete a quelle televisioni che dipendono da cani randagi». Sulla piazza Verde in realtà non s’è fatto vedere. È vero invece che stava a Tripoli. Ieri ha parlato dalla sua casa di Bab al-Azizia, quella che fu bombardata dagli americani nel 1986 e in cui morì la sua figlia adottiva (lui si salvò perché avvertito in tempo da Craxi). La Merkel ha giudicato il discorso di ieri pomeriggio «veramente spaventoso» e ha annunciato sanzioni se non cesseranno i massacri. Secondo Bossi, il discorso è la «reazione di uno che si è spaventato». «Ha visto la piazza e ha perso la calma».
• Che cosa ha detto?
«Il mondo considera la Libia una guida. Questo è il mio paese. Non voglio farmi da parte. Sono un lottatore, non posso lasciare la terra sacra ai miei nonni. Io morirò come un martire, come mio nonno. Gheddafi resisterà: libertà, vittoria, rivoluzione! Giovani innocenti sono stati pagati per combattere contro di noi. Voi state mostrando la vera faccia del nostro paese. Vi saluto o coraggiosi, vi saluto popolo della vittoria e delle sfide, siete la generazione del domani e delle sfide, date al mondo la vera immagine del popolo libico. Voi presentate al mondo la verità contro la viltà e il tradimento. Fate vedere la vostra immagine al mondo, in modo che tutti, libici compresi, vedano che la Libia non vuole la provocazione e la divisione. Ora quando si dice Libia nel mondo tutti sanno che la parola corrisponde a Gheddafi e alla rivoluzione. I manifestanti non sono che ratti pagati dai servizi stranieri, gli insorti sono una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù. È grazie a me che il mondo ci guarda con rispetto, compresa l’Italia. Quando sono andato in Italia hanno salutato con rispetto il figlio di Omar Mukhtar (che però adesso gli si è messo contro – ndr). In epoca coloniale la Libia respinse l’avanzata dell’Italia, grande impero. Il potere è sempre stato nelle vostre mani. Il popolo è responsabile delle decisioni: voi avete deciso che il petrolio sia gestito dallo stato, lo hanno deciso i comitati popolari. I gruppi di giovani, drogati, attaccano le caserme e le nostre famiglie. Noi vogliamo la pace in Libia, hanno approfittato di pace e benessere per attaccare i centri. Hanno bruciato i fascicoli dei loro crimini nei commissariati di polizia. Ma non hanno colpa. Sono giovanissimi che vogliono imitare quelli di Tunisia ed Egitto, sono malati, infiltrati nelle città e pagati. I caduti sono tra questi giovani e tra i poliziotti. Ma chi organizza tutto ciò vive tranquillo all’estero. Fino ad ora non abbiamo usato la forza, ma se saremo costretti lo faremo. Uscite dalle vostre case e attaccate i manifestanti. Le famiglie dovrebbero iniziare a raccogliere i loro figli. A uscire dalle loro case se amano Gheddafi. Andate a sterminare quei ratti. Sono stati gli americani e gli italiani a distribuire tra i ragazzi di Bengasi i razzi rpg. Accetto la proposta di concedere autonomie regionali. Vi invito a realizzare comuni e amministrazioni autonome. Combatteremo i nemici fino alla fine».
• Che cosa capiamo da questo delirio?
Ogni tanto si fermava, beveva un bicchiere d’acqua e leggeva brani del suo Libro Verde. Vuole resistere e si prepara, se e quando sarà tornato al potere, ad accusare il resto del mondo. I massacri – dice – non li ha compiuti lui, ma americani e italiani insieme. Non serviva, ma Frattini ha smentito la storia dei razzi rpg.
• Gli italiani laggiù sono particolarmente in pericolo?
Un C130 dovrebbe essere partito per Bengasi per rimpatriarne intanto 130. C’è un certo allarme per le forniture di gas. L’Eni ha fatto sapere che il gasdotto Greenstream è stato chiuso, ma assicura che ne abbiamo ancora per parecchi mesi.
• Sbarchi?
Ancora niente. Bossi ha detto che se ci sarà l’invasione distribuiremo i clandestini a Francia e Germania. Ma si sbaglia. Dagli stati europei arriverà solo una generica solidarietà e forse qualche finanziamento. Una nota ufficiosa da Bruxelles fa notare che un paese di 60 milioni di abitanti non può spaventarsi per qualche migliaio di arrivi. La Germania ne accolse 300 mila al tempo della guerra in Jugoslavia. E poi la regola europea è che ciascuno si gestisce i clandestini suoi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/2/2011]
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