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 2011  febbraio 23 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Gheddafi non si dà per vinto. Ha bombardato Tripoli anche ieri, e i morti a questo punto sono più di mille. Poi, verso le cinque del pomeriggio, è apparso in televisione e ha pronunciato un discorso alla nazione.

Non s’era già fatto vedere l’altra notte?
Sì, per pochi secondi. Sotto un ombrello bianco, con un cappello di pelliccia in testa, sporgendosi fuori da un veicolo aveva detto: «Vado a incontrare i giovani nella Piazza Verde. È giusto che vada per dimostrare che io sono a Tripoli e non in Venezuela: non credete a quelle televisioni che dipendono da cani randagi». Sulla piazza Verde in realtà non s’è fatto vedere. È vero invece che stava a Tripoli. Ieri ha parlato dalla sua casa di Bab al-Azizia, quella che fu bombardata dagli americani nel 1986 e in cui morì la sua figlia adottiva (lui si salvò perché avvertito in tempo da Craxi). La Merkel ha giudicato il discorso di ieri pomeriggio «veramente spaventoso» e ha annunciato sanzioni se non cesseranno i massacri. Secondo Bossi, il discorso è la «reazione di uno che si è spaventato». «Ha visto la piazza e ha perso la calma».

Che cosa ha detto?
«Il mondo considera la Libia una guida. Questo è il mio paese. Non voglio farmi da parte. Sono un lottatore, non posso lasciare la terra sacra ai miei nonni. Io morirò come un martire, come mio nonno. Gheddafi resisterà: libertà, vittoria, rivoluzione! Giovani innocenti sono stati pagati per combattere contro di noi. Voi state mostrando la vera faccia del nostro paese. Vi saluto o coraggiosi, vi saluto popolo della vittoria e delle sfide, siete la generazione del domani e delle sfide, date al mondo la vera immagine del popolo libico. Voi presentate al mondo la verità contro la viltà e il tradimento. Fate vedere la vostra immagine al mondo, in modo che tutti, libici compresi, vedano che la Libia non vuole la provocazione e la divisione. Ora quando si dice Libia nel mondo tutti sanno che la parola corrisponde a Gheddafi e alla rivoluzione. I manifestanti non sono che ratti pagati dai servizi stranieri, gli insorti sono una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù. È grazie a me che il mondo ci guarda con rispetto, compresa l’Italia. Quando sono andato in Italia hanno salutato con rispetto il figlio di Omar Mukhtar (che però adesso gli si è messo contro – ndr). In epoca coloniale la Libia respinse l’avanzata dell’Italia, grande impero. Il potere è sempre stato nelle vostre mani. Il popolo è responsabile delle decisioni: voi avete deciso che il petrolio sia gestito dallo stato, lo hanno deciso i comitati popolari. I gruppi di giovani, drogati, attaccano le caserme e le nostre famiglie. Noi vogliamo la pace in Libia, hanno approfittato di pace e benessere per attaccare i centri. Hanno bruciato i fascicoli dei loro crimini nei commissariati di polizia. Ma non hanno colpa. Sono giovanissimi che vogliono imitare quelli di Tunisia ed Egitto, sono malati, infiltrati nelle città e pagati. I caduti sono tra questi giovani e tra i poliziotti. Ma chi organizza tutto ciò vive tranquillo all’estero. Fino ad ora non abbiamo usato la forza, ma se saremo costretti lo faremo. Uscite dalle vostre case e attaccate i manifestanti. Le famiglie dovrebbero iniziare a raccogliere i loro figli. A uscire dalle loro case se amano Gheddafi. Andate a sterminare quei ratti. Sono stati gli americani e gli italiani a distribuire tra i ragazzi di Bengasi i razzi rpg. Accetto la proposta di concedere autonomie regionali. Vi invito a realizzare comuni e amministrazioni autonome. Combatteremo i nemici fino alla fine».

Che cosa capiamo da questo delirio?
Ogni tanto si fermava, beveva un bicchiere d’acqua e leggeva brani del suo Libro Verde. Vuole resistere e si prepara, se e quando sarà tornato al potere, ad accusare il resto del mondo. I massacri – dice – non li ha compiuti lui, ma americani e italiani insieme. Non serviva, ma Frattini ha smentito la storia dei razzi rpg.

Gli italiani laggiù sono particolarmente in pericolo?
Un C130 dovrebbe essere partito per Bengasi per rimpatriarne intanto 130. C’è un certo allarme per le forniture di gas. L’Eni ha fatto sapere che il gasdotto Greenstream è stato chiuso, ma assicura che ne abbiamo ancora per parecchi mesi.

Sbarchi?
Ancora niente. Bossi ha detto che se ci sarà l’invasione distribuiremo i clandestini a Francia e Germania. Ma si sbaglia. Dagli stati europei arriverà solo una generica solidarietà e forse qualche finanziamento. Una nota ufficiosa da Bruxelles fa notare che un paese di 60 milioni di abitanti non può spaventarsi per qualche migliaio di arrivi. La Germania ne accolse 300 mila al tempo della guerra in Jugoslavia. E poi la regola europea è che ciascuno si gestisce i clandestini suoi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 23/2/2011] (leggi)

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