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 2011  febbraio 23 Mercoledì calendario

23 FEBBRAIO DOPO IL DISCORSO DEL RE L´EUROPA "SCOPRE" L´ITALIA

Appena entrato in funzione, il nuovo Parlamento ha cominciato a guardarsi in faccia, a indagare e discutere sui propri numeri. Ne viene fuori, come prima impressione, l´immagine d´un salotto aristocratico. I membri della Camera in possesso di titoli nobiliari, fra marchesi, duchi e principi, sono ottantacinque. Settantaquattro gli avvocati. Cinquantadue fra medici, ingegneri e docenti di Università. Ventitré ufficiali. Cinque abati. Fra i deputati più decisamente premiati dal voto popolare figura al primo posto quel Liborio Romano, già amico-nemico dei Borboni, poi ministro con Garibaldi, creatore di recente - così si racconta - di una nuova polizia legata alla camorra. Ora Romano risulta eletto in otto collegi. Sono riusciti in tre collegi il barone Nicola Nisco, storico, e il filosofo del diritto Paolo Emilio Imbriani. In due collegi, Cavour, Cialdini, Terenzio Mamiani, Agostino Depretis. Gli attuali senatori sono 221.
Una sommaria indagine di pubblica sicurezza è stata dedicata a un episodio svoltosi quattro giorni fa in Parlamento, durante l´inaugurazione della nuova legislatura, alla presenza di re Vittorio Emanuele, che - con a fianco i principi Umberto e Amedeo - ha pronunziato il discorso della Corona. A seduta appena iniziata, le Guardie Nazionali hanno dovuto espellere dall´aula un signore di mezza età, né deputato né funzionario parlamentare, che aveva trovato posto accanto agli eletti del popolo. È risultato che si tratta di un napoletano di mezza età, Antonio Catelano, a suo dire pittore e poeta. Quanto al suo iniziale e clamoroso rifiuto di uscire dall´aula, lo ha spiegato con la convinzione che toccasse a lui, e a nessun altro, rispondere al discorso del sovrano.
Novità diplomatiche. Il ministro degli Esteri inglese, John Russel, ha inviato al cavalier Di Fortunato, ambasciatore di Francesco II a Londra, una nota in cui lo avverte che, essendo Gaeta capitolata, il Cavaliere stesso non può più essere accreditato presso la Corte inglese come rappresentante del governo del Re delle due Sicilie.
È uscito stamane nelle librerie un opuscolo intitolato Il ministro Cavour dinanzi al Parlamento, attribuito allo stesso Cavour. A proposito del quale il quotidiano britannico The Morning Advertiser sostiene, in un proprio servizio, che egli abbia chiesta la mano di una dama inglese. Essa «occupa un posto distinto» alla Corte della Regina, e le sue credenziali aristocratiche «sono fra le più elevate nella nobiltà del Regno Unito». Il quotidiano aggiunge che il matrimonio tra la signorina e il Conte, «che nell´agosto scorso ha compiuto cinquant´anni», si svolgerà appena «gli assetti politici saranno meglio stabiliti in Italia». Finora nessuna conferma o smentita.
Il discorso di Vittorio Emanuele II è stato accolto con grande rispetto dalle cancellerie internazionali. In particolare viene molto seguita in parlamento una polemica che si è aperta in Spagna fra governo e opposizione a proposito dell´assenza di una delegazione di quel Paese a presenziare al discorso della Corona, fra i più importanti della «nuova Italia». Perché «l´Italia è libera e una», ha scritto il quotidiano Novedades, di vivaci tendenze liberali, «benché Roma e Venezia siano tuttora separate dal complesso della Nazione. Da oggi la patria di Vittorio Emanuele II non è più un´espressione geografica, ma una nazione libera, influente e decisiva per i destini d´Europa»: ed è perciò tanto più grave «che non ci sia in Torino un rappresentante del governo spagnolo che possa manifestare la nostra simpatia a questa Nazione». Fra le reazioni della stampa italiana, la più discussa arriva dal quotidiano Il Popolo d´Italia: osserva che il sovrano non ha sufficientemente chiarito che l´unità italiana, costituita e rinsaldata in queste settimane decisive, non deve essere sminuita da velleità di autonomia locale delle regioni, eredi delle antiche divisioni in tanti Stati separati. «Viva l´Italia unica e indivisibile! Dobbiamo evitare il federalismo, sotto qualunque travestimento si presenti».
A Parigi, a Corte, c´è stato un grande concerto, a cura degli artisti del Teatro italiano. L´imperatore Napoleone III si è rivolto ai musicisti dicendo: «Vanno bene le cose italiane?». «Oh, certo, Sire, grazie a Vostra Maestà!», è stata la risposta. «Siete dunque contenti di me?», ha insistito l´Imperatore. Avendo gli artisti manifestato qualche timore per l´avvenire, Napoleone ha osservato: «Oh, tout est bien fini… Mais prenez patience: il faut aller doucement». Bisogna procedere senza strappi.
A Torino, il Prefetto di Palazzo di Sua Maestà rende noto che, dovendosi provvedere per «la nomina ai posti di primo fagotto e di numero tre posti vacanti nel corpo di musica della Reale Cappella», si invitano gli artisti interessati a presentare le loro domande, prima del 20 marzo, all´Ufficio dei Cerimoniali di Corte, piazza San Giovanni, palazzo vecchio, porta n.1, piano terreno.