ANGELO AQUARO , la Repubblica 23/2/2011, 23 febbraio 2011
IL TRIONFO DEL NERD - E
così alla fine hanno vinto loro, i ragazzi con gli occhiali, i primi della classe tenuti alla larga da tutti, quelli che stasera non esco e neppure domani e neppure domani l´altro, perché il mondo sta tutto nella mia cameretta, nel personal computer, nell´iPad, nel cloud, in quella nuvoletta che adesso tutti ci unisce nel mondo virtuale del web. Ci ha messo mezzo secolo, quella parola - nerd - apparsa per la prima volta proprio nel 1951, qui in America su Newsweek, per fare il giro del mondo e del significato: trasformandosi da "sfigato" in "figo". Ma mica è solo una questione di slang, di linguaggi. L´ultima generazione - la "evoluzione dei nerd", come la chiamano gli esperti - è pronta a cambiare letteralmente il mondo: con quelle nuovissime, pacifiche ma micidialissime bombe atomiche chiamate, per esempio, Facebook e WikiLeaks.
Prendete quella foto scattata nella Silicon Valley l´altro giorno: dice tutto. C´è lui, Barack Obama, il Comandante in capo del mondo occidentale, il presidente - piaccia o non piaccia - più seducente del pianeta, che alza il bicchiere e rende omaggio a quella tavolata di nerd e di ex nerd. Alla sua sinistra Steve Jobs, il mago di Apple oggi stremato dalla malattia, e alla destra il suo giovanissimo erede nel regno dei "techies", i re del web e dell´hitech, cioè Mark Zuckerberg. Mancava soltanto Bill Gates, il fondatore di Microsoft ormai uscito fuori scena, il primo ragazzo con gli occhiali a conquistare il mondo.
E naturalmente, non poteva esserci il nemico pubblico numero, ricercatissimo in tutto il pianeta, quel signore che agli occhi dell´amministrazione Usa è il nerd cattivo, l´angelo caduto: Julian Assange.
Siete pronti? La rivincita dei nerd è appena iniziata. Tra qualche notte anche Hollywood circonderà di Oscar quel The Social Network che racconta, appunto, la straordinaria avventura di Zuckerberg e del suo Facebook. L´ennesimo segno dei tempi. Il regista, David Fincher, è lo stesso di Fight Club, il film che celebrò negli anni Novanta la ribellione fisica dell´America uscita dallo yuppismo, tutta muscoli e palestra. L´esatto contrario, cioè, dell´universo nerd.
Ma chi sono davvero questi nerd e perché non possiamo più fare a meno di loro? Intendiamoci: i nerd duri, si fa per dire, e puri sono altri. Quelli che invece dei cartoon made in Usa vanno a caccia di anime giapponesi. Quelli che al vecchio rock rumoroso preferiscono le sperimentazioni tecno-sentimentali dei Radiohead - oppure il folk alternativo e colto dei Decemberists. Quelli che impazziscono per la fantasy e la fantascienza, dal Signore degli Anelli a Blade Runner, ma anche per la saghe cyborg di William Gibson. Quelli che in America chiamano geek e noi chiameremmo invece "smanettoni": dal computer al cellulare tutto ciò che è tecno, per loro, non ha mai segreti.
Ma questa così disegnata sarebbe una tribù metropolitana come un altra. Un mondo a parte che si nutre di miti in continuo aggiornamento: in continui updates, come si dice nel linguaggio del web e delle applicazioni dei telefonini. Invece oggi nerd sono i personaggi che Ben Stiller e Adam Sandler portano sul grande schermo in quelle commedie - vedi ora Just Go With It - che attualizzano (up to date, appunto) l´americanone svampito alla Cary Grant. Nerd sono le tecniche di seduzione che innumerevoli libri e applicazioni pubblicizzano: perché "da ragazzino ero un tipo difficile" è diventato un modo per provarci - e con un certo successo, anche. E nerd sono gli occhiali alla moda che per primo negli anni ´80 Elvis Costello rilanciò (copiandoli da Buddy Holly) e oggi sono invece il segno distintivo dei "falsi nerd": quelli cioè che si atteggiano a finti secchioni soltanto perché è un´immagine alternativa all´imperativo maschile e machista dominante - come ieri sarebbe stato portare baffoni e capelloni.
Proprio la comparsa del "falso" è - Jean Baudrillard docet - il segno del successo della categoria. Ma questo non vuol dire che i veri nerd siano scomparsi. Anzi. C´è perfino chi ci scorge un´origine genetica. Nel suo Storia naturale del Nerd (che negli Usa ha il titolo più localistico di American Nerd: storia della mia gente) Benjamin Nugent si spinge fino a sottolineare la contiguità dei veri nerd con i portatori della sindrome di Aspergers. Cioè quella forma di autismo che avrebbe colpito innumerevoli geni: da Wolfgang Amadeus Mozart fino al solito Bill Gates, arruolato nella categoria dalle orgogliosissime associazioni di Aspies, come li chiamano affettuosamente qui. Difficoltà di relazionarsi socialmente, interessi focalizzati, vere e proprie distrazioni: i sintomi ci sono tutti. Prima della cultura, insomma, verrebbe la natura?
Qui il tema si fa più delicato. Ma la vera domanda da porsi - sindrome o meno - è un´altra: com´è possibile che questi campioni dell´asocialità siano diventati nel giro di qualche decennio i campioni del mondo intero? Quando Nugent ha scritto la sua storia, quattro anni fa, Zuckerberg doveva ancora cominciare la sua avventura che lo avrebbe portato a fare di Facebook il club di 600 milioni di umani: uno stato virtuale grande tre volte gli Usa. E soprattutto era ancora un hacker felice e sconosciuto l´uomo che con la sua invenzione ha stravolto il mondo dell´informazione: Julian Assange. Anche lui nerd?
Quando glielo chiedi, Nugent si accende: «Zuckerberg e Assange sono entrambi molto, molto nerd. Nella loro incapacità di apparire, entrambi, come leader carismatici: ma anche negli straordinari effetti che le loro tecnologie hanno avuto sul mondo». C´è però una differenza fondamentale tra i due e, per esempio, Bill Gates. «Gates è stato importantissimo perché ha cambiato l´immagine del miliardario ed è stato il primo nerd a imporsi come un gigante. Ma sarebbe stata capace di suscitare con Windows una rivoluzione politica da qualche parte nel mondo? Credo di no. Quello era solo un prodotto. Facebook e WikiLeaks, invece, l´hanno fatto». E come? Nel passato, spiega Nugent «la capacità di una persona di fomentare una rivoluzione era inseparabile dalle sue parole e dalla sua presenza. Magari attraverso i libri, come fece Karl Marx. O attraverso l´esempio, come ci insegnò il Mahatma Gandhi». Zuckerberg e Assange, nel loro piccolo, non sono dei grandi oratori: al contrario. «Entrambi si sono limitati a creare "soltanto" i mezzi tecnologici con cui altri hanno iniziato una rivoluzione. Creare una macchina più importante di quello che tu rappresenti: questo sì che è un atteggiamento nerd». Che viene da lontanissimo. «È il vecchio mito di Frankstein: tu crei il mostro e non puoi più fermarlo».
Eccola l´evoluzione del nerd. Il ragazzino con gli occhiali Peter Parker oggi per cambiare il mondo non ha più bisogno di trasformarsi in Spiderman - proprio adesso fra l´altro celebrato a Broadway dal semi-nerd Bono. Sì, il mondo è già cambiato grazie alla rivoluzione dei nerd. Senza scomodare i coraggiosi ragazzi del muro arabo, qui in Occidente ormai parliamo tutti come loro: con gli sms e con le mail. «Solo che loro comunicavano così già dagli inizi degli anni ´80 - conclude Nugent - mentre noi li abbiamo raggiunti soltanto adesso». Gia, c´è voluto mezzo secolo per riscoprirci tutti ragazzini con gli occhiali.