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 2011  febbraio 23 Mercoledì calendario

CACAO MAI COSÌ CARO DA TRENT’ANNI

La violenza della crisi libica e la generale instabilità che attraversa il Nord Africa e il Medio Oriente hanno penalizzato la maggior parte delle commodities agricole. Persino i prezzi del cotone hanno finalmente interrotto la folle corsa al rialzo: ieri c’è stato un crollo di circa il 4%, analogo a quello subìto dal mais.

In un contesto simile acquistano un peso ancora più rilevante i rincari del cacao e del caffè arabica, che a New York sono saliti entrambi a livelli che non raggiungevano dagli anni 70. Il cacao ha mantenuto il record anche in chiusura: la prima posizione dei futures all’Ice si è attestata a fine seduta a 3.633 $/tonnellata (+2,5%).

Analoghi rialzi ha registrato il contratto londinese, che ha concluso a 2.362 sterline per tonnellata, massimo da luglio 2010, quando fu oggetto di intense speculazioni.

Ad alimentare il rally è stato l’ulteriore aggravarsi della crisi in Costa d’Avorio. Il presidente Alassane Ouattara – eletto il 28 novembre, ma impossibilitato ad assumere la carica dal rivale Laurent Gbagbo, che rifiuta di abbandonare il potere – ha effettivamente prorogato il bando alle esportazioni di cacao, come anticipato nei giorni scorsi. La misura, che doveva scadere oggi, resterà invece in vigore fino al 10 marzo: una dilazione breve, rispetto a quanto Ouattara aveva lasciato intendere, ma sufficiente ad accrescere l’allarme sui mercati. «In Costa d’Avorio ci sono stati dieci anni di guerra civile e il cacao è sempre riuscito a uscire dal paese – ricorda un trader citato dalla Dow Jones – quella attuale è probabilmente la peggiore situazione che abbiamo mai visto».

Per ironia della sorte, dal punto di vista climatico la stagione è stata molto favorevole al cacao ivoriano: la stima è per un raccolto di circa 1,3 milioni di tonn. Esportare tuttavia è diventato quasi impossibile. I maggiori acquirenti – da Cargill a Adm a Barry Callebaut – hanno aderito all’appello di Ouattara. Ulteriori ostacoli derivano dalle sanzioni europee, che colpiscono anche i porti del paese. Infine, il sistema bancario è paralizzato: le maggiori banche internazionali hanno sospeso le attività in Costa d’Avorio e manca il contante per retribuire gli agricoltori. Gli osservatori stimano che circa 300mila tonn. di cacao siano bloccate nei magazzini, con gravi rischi di deterioramento.

Anche il rally del caffè, intanto, appare sostenuto da gravi motivi fondamentali. La seconda scadenza (maggio) dei futures sull’arabica – il contratto più scambiato – ieri all’Ice si è spinta fino a 2,78 $/libbra: un prezzo che non si vedeva dal 1977, anno in cui le gelate distrussero più di metà del raccolto brasiliano. Nonostante gli eccessi climatici portati dalla Niña, oggi non c’è stato alcun disastro paragonabile. L’offerta di caffè, soprattutto dei più pregiati arabica lavati, è tuttavia inadeguata a soddisfare la domanda. E il governo brasiliano, convinto che i prezzi possano salire ancora, ha deciso di temporeggiare sul rilascio delle scorte accumulate l’anno scorso (1,2-1,5 milioni di sacchi). «Venderemo quando il mercato sarà nelle condizioni ideali», ha dichiarato Roberto Oliveira Silva, direttore del dipartimento caffè al ministero dell’Agricoltura.