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 2011  febbraio 23 Mercoledì calendario

LEZIONI PRIVATE, PER VOCE ARANCIO

«Tutto quello che non so l’ho imparato a scuola» (Leo Longanesi).
Chiunque abbia un figlio, un fratello, un nipote in età scolare sa che gennaio è il mese in cui si tirano le somme: finito il primo quadrimestre, gli scrutini danno il verdetto sul rendimento degli studenti. Eventuali debiti formativi devono essere recuperati obbligatoriamente entro la fine dell’anno scolastico, come stabilito nel 2007 dall’ordinanza 92 dell’allora ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni.
Alle superiori tre studenti su quattro hanno almeno un cinque.
Le discipline che creano più problemi: matematica (per il 45,7% degli studenti), lingue straniere (per il 30,6%), materie scientifiche (fisica, chimica, biologia ecc. per il 23,6%), italiano (per il 14%) ecc.
Nell’anno scolastico 2009/2010 gli alunni con debiti da recuperare sono passati dal 74 al 76%. I numeri più alti sono quelli degli istituti professionali (dall’81,3% del 2008/2009 all’82,7% del 2009/2010) e dei tecnici (dal 79,3% all’80,3%). Seguono istruzione artistica (dal 77% al 77,8%) ed ex istituto magistrale (dal 71,8% al 72,8%). Problemi anche al liceo linguistico (insufficienze passate dal 58,4 al 59,1%), allo scientifico (dal 66,5 al 67,1%) e al classico (dal 61,5 al 62,6%).
Le scuole sono obbligate a organizzare corsi di recupero di almeno quindici ore per materia, e i professori che accettano di rispiegare il programma guadagnano in media 50 euro lordi l’ora. Per un singolo corso, una scuola paga 750 euro circa, e la spesa totale può aggirarsi tra i 16 e i 30mila euro. «Cifre troppo esose per la maggioranza degli istituti − dice l’Associazione nazionale presidi − così il numero di materie inserite nei recuperi diminuisce».
«Sono una delle tante insegnanti di scuola superiore che si trova di fronte al dilemma se “immolarsi” o no per i propri studenti, se cioè dare la sua disponibilità per i corsi di recupero oppure chiedere un insegnante supplente. A me toccherebbe un corso alle 14 di martedì ma quel giorno finisco le lezioni alle 11: che faccio? Torno a casa nel frattempo? Prendo la macchina o il tram che però ci mette 45 minuti ad andare e altrettanti a tornare? Oppure mi fermo a scuola, correggo i compiti o faccio qualche altra cosa utile per i ragazzi? E per il pranzo come mi regolo? Devo portare da casa un panino o vado in una paninoteca visto che di mense a scuola non ce ne sono? E al costo chi ci pensa? Sono tentata di rinunciare ai corsi di recupero semplicemente perché non sono masochista, non perché stando a casa potrei guadagnare di più con le lezioni private» (lettera di un insegnante a Isabella Bossi Fedrigotti).
Soprattutto in questo periodo molte famiglie si trovano in molti casi costrette a ricorrere al mercato delle ripetizioni che, dopo anni di flessione in seguito all’eliminazione degli esami di riparazione nel 1995, vive un momento di grande espansione.
Giro d’affari delle lezioni private: dai 100 ai 150 milioni di euro l’anno (dato Adiconsum).
A dare ripetizioni sono per il 60% giovani, a loro volta studenti, per il 30% insegnanti in pensione e per il 10% professionisti che fanno di questa attività la loro prima fonte di reddito.
Alberto Moravia, che dava ripetizioni di matematica in Ciociaria.
«I guadagni dipendono molto dalle ore che si hanno a disposizione e dal periodo dell’anno», dice a VoceArancio Enrico, genovese, educatore e insegnante di ripetizioni dal 1997. «Se fatto come un lavoro a tempo pieno può essere fonte di un vero e proprio stipendio tra gli 800 e i 1000 euro. Seguire tre o quattro ragazzi per un’ora a settimana consente comunque di arrivare a fine mese con 300-400 euro in più per arrotondare lo stipendio. Ci sono momenti in cui le richieste aumentano, come la fine del primo quadrimestre o l’estate, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico».
Un sondaggio Eures mette al primo posto tra gli evasori fiscali in Italia i docenti cui gli studenti si rivolgono per le lezioni integrative: il 79,4% degli intervistati dice di non aver mai avuto una ricevuta in cambio del pagamento per la prestazione.
A far salire e scendere i prezzi delle lezioni concorrono principalmente tre fattori: la città in cui si impartiscono, la materia insegnata e il docente. Nei grandi centri le tariffe sono più alte che nelle cittadine o nei paesi. Tra le città più care, Palermo, Trieste, Potenza e L’Aquila. La meno costosa, Perugia. Spesso c’è anche una differenza tra zone della stessa realtà: «È vero», conferma Enrico, «alcuni insegnanti applicano prezzi maggiori quando lavorano nei quartieri ricchi di grandi città come Milano o Roma». Le ripetizioni per le quali si spende di più sono quelle di greco e di latino, che alimentano gran parte del mercato: al ginnasio oltre il 50% degli studenti usufruisce di lezioni private, spendendo fino a 60 euro l’ora. Segue la matematica, la più richiesta.
«Una volta, in America, ero per strada e mi sentii chiamare: “Loredana! Non ti ricordi di me?”. No, risposi io. “Sono Scarfiotti. Venivo a casa tua tutti i pomeriggi a prendere ripetizioni di latino. Tuo padre mi dava tante di quelle bacchettate sulle mani!”. “Capito? Scarfiotti, quello che ha preso l’Oscar per le scenografie de L’ultimo imperatore”» (Loredana Bertè a Maurizio Becker, Musica Leggera giugno 2009).
Il prezzo medio di una lezione è compreso tra i 20 e i 40 euro l’ora, a seconda della competenza e dell’esperienza del docente. Si va dallo studente universitario (20 euro circa), al neolaureato (dai 25 euro in su), al professore in pensione (da 30 euro a seconda della materia). Due ore a settimana, per due mesi, possono costare dai 320 ai 640 euro. Si scende a 10 euro solo se a chiedere aiuto è uno studente delle medie o se il sostegno integrativo si rivolge ai bimbi della scuola elementare.
Le modalità con cui le ripetizioni sono impartite variano da insegnante a insegnante: c’è chi, soprattutto nel caso dei docenti più giovani, offre agli studenti lezioni a domicilio e trascorre il pomeriggio passando da una casa all’altra, chi invece preferisce ricevere uno o più studenti per volta nella propria abitazione. E in questo caso può accadere anche che attorno allo stesso tavolo siedano contemporaneamente alunni cui gli insegnanti danno lezioni su materie diverse. Ci racconta Erika, studentessa di seconda liceo classico con qualche problema con la fisica: «Di solito siamo in quattro. Ci sediamo in cucina, la prof. sta sempre in piedi. Arriviamo a 15/20 minuti di distanza l’uno dall’altro: l’insegnante ha così il tempo di spiegarmi quello che non ho capito e di assegnarmi un esercizio. Mentre lo risolvo si dedica a un’altra persona e così via. Per fortuna ci spiega cose diverse, altrimenti sai che confusione!».
Secondo l’ultima rilevazione Istat la spesa media familiare annua per le lezioni private è stata di 133 euro. Molti corrono ai ripari organizzando lezioni di gruppo: «Possono essere utili», dice Enrico, «ma tutto dipende dai ragazzi e dalla materia trattata. In discipline come il greco e il latino le difficoltà da superare possono essere molto diverse, quindi la lezione funziona meglio se è personalizzata. Ci sono invece argomenti per i quali studiare insieme può essere più efficace: storia, filosofia e matematica si apprendono meglio se i ragazzi si stimolano a vicenda con il dialogo e il confronto».
Il metodo classico per trovarsi un insegnante per le lezioni private è il passaparola. «Conta davvero molto», dice Enrico: «Tra compagni di scuola, tra genitori, tra vicini ci si confronta e ci si consiglia in base alle esperienze». A scalzare i sistemi di ricerca più classici, però, è da qualche tempo arrivato il web: oltre alle bacheche virtuali generiche di chi offre/cerca lezioni private, si sono moltiplicati i siti specializzati in ripetizioni.
Ripetizioni.it, nato nel 2000, è un punto d’incontro per trovare o proporre lezioni private senza intermediari. Gli studenti possono ricercare i docenti per materia e zona di attività, leggere le loro schede dettagliate con curriculum, metodo di lavoro, disponibilità e età degli allievi accettati, e scegliere la persona più adatta da contattare.
Studenti.it, uno dei siti più frequentati dai ragazzi, offre un forum nel quale si possono confrontare le esperienze, organizzare gruppi di studio o lezioni collettive e pubblicare le richieste e le offerte di ripetizioni indicando nel titolo della discussione la città in cui avranno luogo e la disciplina interessata. I prezzi delle lezioni private impartite da studenti ad altri studenti in questo caso abbassano la media: si va dai 10 ai 20 euro l’ora.
La vera rivoluzione apportata da Internet è però quella dell’e-learning: basta una web-cam per ricevere lezioni da un docente che accompagna l’allievo nel percorso di recupero. Il sito ripetizionionline.it propone lezioni individuali o a piccoli gruppi (2-3 studenti della stessa classe di corso, sulla stessa materia), con pacchetti da 5 o 10 lezioni di un’ora. I prezzi vanno dai 25 euro per l’incontro virtuale con un solo ragazzo ai 15 per un gruppo composto da tre studenti.
Anche StudiareOnLine.it utilizza un sistema di videoconferenza via web che gestisce e organizza ripetizioni, lezioni private e corsi online sia per studenti che per aziende e società. Nelle aule virtuali studente e insegnante condividono il materiale didattico, si parlano e si vedono tramite web-cam. Non bisogna installare nessun programma o software, basta collegarsi al sito con un computer con connessione a internet veloce (Adsl) e una telecamera con microfono
Nel 2012 arriverà anche in Italia MyMathLab, il tutor elettronico realtà nel mondo anglosassone da dieci anni, due milioni di studenti vanno a ripetizione da lui, e sbarcato l’anno scorso in Spagna. Ecco come funziona: il docente che usa MyMathLab chiede a ogni studente di acquistare al prezzo di un libro di testo la password con cui entrare in rete. Il professore assegna i compiti scegliendoli da una libreria con migliaia di tipologie d’esercizio. Lo studente, a casa, li apre sul suo schermo e prova a risolvervi. I tutorial elettronici già in circolazione si limitano a dire se lo studente ha centrato o meno la soluzione. MyMathLab, invece, interviene durante lo svolgimento: se lo studente sbaglia, se ne accorge e offre un suggerimento generale, ricorda la regola e mostra esempi di applicazione corretta. Se proprio l’equazione non riesce, MyMathLab la risolve e ne propone subito una simile, per verificare se lo studente ha capito. Il tutor elettronico tiene anche nota degli errori commessi e compila un rapporto che il professore, quello in carne e ossa, può leggere in tempo reale: il giorno dopo in classe adeguerà la sua lezione al livello raggiunto dalla classe, e saprà anche chi sta facendo più fatica. Nei 1600 college americani che hanno adottato il sistema, le prestazioni degli studenti sono migliorate del 30.
Ma le ripetizioni servono davvero a recuperare le carenze di tutto un anno scolastico? «Certo, ma non devono essere un’alternativa all’impegno nel seguire le lezioni in classe e allo studio quotidiano», conclude Enrico, «inoltre è fondamentale che le famiglie seguano sempre i progressi dei ragazzi per capire quanto e quale tipo di aiuto sia di volta in volta necessario».
«Nella stragrande maggioranza dei casi lo studente non ce la fa solo perché non studia; quindi si aprirebbe a noi ben altra e più nobile chance, quella di rivolgere finalmente un rimprovero ai nostri adorati e viziati pargoli insufficienti in quattro materie al primo quadrimestre, e dire loro di darsi una mossa e mettersi a studiare, di aprirli una buona volta quei loro maledetti libri e starci sopra sei ore al giorno minimo, per esempio, invece che smanettare su computer, playstation e tv» (la scrittrice Paola Mastrocola).