
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri mattina, durante il Consiglio dei ministri, Berlusconi è sembrato tutt’altro che rassegnato, ha usato parole pesanti nei confronti dei magistrati e ha caricato i suoi: «Io sono tranquillo e anche voi non dovete farvi demoralizzare. Dobbiamo andare avanti pensando alle cose concrete, ai problemi quotidiani che hanno gli italiani. Siamo in una democrazia, non in uno stato di polizia, non dobbiamo farci travolgere e gli atti di questi pm sono stati già respinti dalla Giunta per le autorizzazioni alla Camera».
• Mi sono perso qualcosa? Che cosa vuol dire che gli atti dei pm sono già stati respinti?
I pubblici ministeri di Milano che stanno portando avanti l’inchiesta sul cosiddetto Ruby-gate avevano chiesto di poter perquisire gli uffici di Giuseppe Spinelli, il segretario-cassiere di Berlusconi, che dagli atti e dalle intercettazioni risulterebbe tenere la contabilità con le ragazze che frequentavano la villa di Arcore. Giovedì la Giunta per le autorizzazioni alla Camera, con 11 voti a 8, ha deciso di rinviare alla Procura di Milano gli atti perché non sarebbero di sua competenza.
• E il motivo?
Perché, sempre secondo la Giunta, quando quella famosa notte del maggio scorso Berlusconi telefonò alla questura di Milano per aiutare la minorenne Ruby, il premier era convinto di stare svolgendo un’affare di Stato: per lui quella ragazza era la nipote di Mubarak e un arresto avrebbe potuto causare un incidente diplomatico o comunque creare tensioni con l’Egitto. Ecco perché, secondo questa tesi, i pm che vogliono processare Berlusconi per concussione e prostituzione minorile sono incompetenti e se ne deve occupare il Tribunale dei ministri.
• Questo vuol dire che Berlusconi non sarà processato?
Intanto ieri dalla procura di Milano è trapelata la notizia che la richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier sarà mandata al gip «presto, prestissimo», cioè a giorni. Ora il gip deve decidere a chi spetta la competenza di questa indagine. Se il gip conferma la competenza della procura di Milano e dispone il giudizio immediato, la Camera o direttamente la Presidenza del Consiglio, senza alcun voto, possono sollevare conflitto di attribuzioni davanti alla Consulta. In questo caso il processo andrebbe comunque avanti in attesa della decisione della Consulta. Se invece il gip decidesse per l’incompetenza della procura, gli atti passerebbero al Tribunale dei ministri.
• Ma questo Tribunale dei ministri cosa sarebbe?
È un tribunale che si occupa dei cosiddetti reati ministeriali ed è composto da tre magistrati estratti a sorte, in questo caso a Milano. Se verrà chiamato in causa, dovrà archiviare o sottoporre la richiesta di rinvio a giudizio all’autorizzazione a procedere della Camera. In altre parole si andrebbe al voto (palese, con la maggioranza di 316 deputati) per decidere se è possibile procedere e processare il presidente del Consiglio. Come vede si preannunciano altri giorni di fuoco, anche perché il Pdl ha indetto una manifestazione a Milano in Piazza Duomo per il 13 febbraio «contro la giustizia politicizzata» e in difesa di Berlusconi. E per lo stesso giorno, ma davanti al Palazzo di giustizia e a sostegno della magistratura, Santoro, Travaglio e Barbara Spinelli hanno lanciato un appello alla mobilitazione. Anche le ultime dichiarazioni del premier di ieri non aiutano a rasserenare il clima con i magistrati che, attraverso il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini, hanno risposto che «non c’è uno scontro istituzionale. C’è un’aggressione alla magistratura da parte di chi rifiuta il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge». Anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha chiesto rispetto per i giudici, «un rispetto talora troppo trascurato. È nel processo che si incarna lo stato di diritto e si assegnano torti e ragioni».
• E dalle varie ragazze coinvolte nell’indagine è arrivata qualche novità?
Sì, da Nicole Minetti, l’ex igienista dentale di Berlusconi ora consigliere regionale lombarda del Pdl, indagata per induzione alla prostituzione insieme a Lele Mora e a Emilio Fede. Ha fatto sapere che si farà interrogare dai magistrati titolari dell’indagine martedì prossimo, 1 febbraio. Ora è da vedere se vorrà rispondere alle domande degli inquirenti o se si avvarrà della facoltà di non rispondere. Intanto ieri è arrivata un’altra tegola giudiziaria per il premier, anche se attesa: il 28 febbraio riprenderà il processo Mediaset, dove Berlusconi deve rispondere di frode fiscale insieme ad altre undici persone, tra le quali Fedele Confalonieri. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 29/1/2011]
(leggi)