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 2011  gennaio 29 Sabato calendario

Sfida corpo a corpo Francia-Stati Uniti - Contro la dittatura del corpo perfetto, in nome degli eccessi, del disordine, della sregolatezza

Sfida corpo a corpo Francia-Stati Uniti - Contro la dittatura del corpo perfetto, in nome degli eccessi, del disordine, della sregolatezza. Voglia di burlesque, dalla Francia, dove, all’ultimo Festival di Cannes, Mathieu Amalric ha vinto il premio per la migliore regia con Tournée , agli Stati Uniti, dove Christina Aguilera debutta sul grande schermo nei panni di una cantante assunta come cameriera nel «Burlesque lounge» di Cher. Ma la mania è contagiosa. Alla festa di compleanno di Christian De Sica, le due artiste Mimi La Plume e Scarlett Martini hanno fatto furore, sul web l’affare Berlusconi è già diventato «Berlusquoni», mentre su Sky1 impazza lo spot di «Lady Burlesque», pseudoreality sul tema per cui si cercano concorrenti dotate di molta fantasia. Nel cono di luce appaiono prima un paio di scarpe a pois con tacco iperbolico, poi i guanti di tulle bianco, poi, piume, cilindro, immense ali. La definizione esatta del burlesque è «spettacolo teatrale satirico sviluppatosi nell’Inghilterra del XVIII» e anche «show popolare», diffuso negli Stati Uniti, composto da «numeri di varietà e, più di recente, spogliarelli». Ma il senso profondo del termine e quindi il revival che lo riguarda ( Tournee esce in Italia a marzo, Burlesque l’11 febbraio), vanno ben oltre: «Abbiamo un corpo - dice Amalric -, e siamo tutti stufi di questi diktat che ci obbligano a farlo essere in un certo modo. I nostri corpi sono quelli che ci sono toccati, punto e basta. Ho provato una rabbia, un senso di ribellione, per quelle regole che vorrebbero renderli tutti uguali, qualcosa di molto forte, di politico, che ho sentito il bisogno di esprimere attraverso il mio film». Così è successo che, sulla «montée des marches» del festival più importante del mondo, le mattatrici di Tournée , da Mimi Le Meaux a Dirty Martini, abbiano rubato la scena alle dive di turno, sicuramente più eleganti, ma anche più prevedibili. Bistrate, colorate, esagerate, soprattutto umane, le ragazze di Amalric hanno fatto furore: «Mi sono sentito profondamente vicino alle pulsioni delle mie protagoniste, avevo iniziato a scrivere un soggetto ambientato nel mondo del musical, ma quell’universo non mi dava le stesse suggestioni». Davanti a seni straripanti, ciglia finte e curve incontenibili, vengono subito in mente certi bozzetti di Fellini: «Certo che c’entra Fellini -, dice Amalric con uno dei suoi sorrisetti da ragazzino terribile - quando ho girato il film non ci ho pensato, ma il riferimento, cosciente o incosciente, c’è stato eccome, più che altro nella fase della sceneggiatura». E non solo, precisa, «perchè nel mio film ci sono donne tonde». Il punto di contatto è nella «malinconia» e anche nella «vicenda di un autore che si ritrova ad aver paura di girare un film». Otto e mezzo insegna: «Il protagonista in crisi finisce per essere trascinato dai personaggi femminili che lo guidano nel loro mondo. Si è detto del cinismo di Fellini, secondo me, invece, non c’è cinema più nero e disperato del suo, e la mescolanza di energia e oscurità che lo caratterizza era tutta nella mia testa mentre scrivevo Tournee ». Nel film Amalric è l’impresario Joachim, arruffato, agitato, incapace di gestire i problemi di un tour sgangherato e pieno di sorprese. In Burlesque il ruolo analogo è affidato a Stanley Tucci, stage-manager del locale dove Christina Aguilera cerca fortuna, nonchè amico e adoratore di Tess, interpretata da Cher, la diva sempreverde che incarna, nelle molteplici trasformazioni, nelle toilette esagerate, nella passione mai tradita per il gioco e per il travestimento, l’essenza stessa del burlesque. Il film racconta la storia classica di Ali (Aguilera) che trova il successo sostituendo la star dello show e facendo finalmente brillare le sue doti canore, ma l’apparizione di Cher che canta «Welcome to Burlesque», giacca smoking con bordi rosa shocking su guepiere di lustrini color carne, sintetizza tutto il fascino dello stile più in voga del momento. Perchè burlesque significa anche contrasti, pasticci, trasgressione erotica, ironia sensuale: «Il primo spunto di Tourneè - racconta Amalric - è arrivato dal libro di Colette I retroscena del music-hall , diario della sua vita d’attrice pronta a fare pantomime mostrandosi seminuda. Volevo capire perchè questa pratica le servisse a liberarsi, perchè il gesto di denudarsi, che in genere è un gesto da prigioniera, le fosse utile per sentirsi indipendente». Dall’altra parte dell’oceano, Christina Aguilera, che ha età ed esperienze completamente diverse da quelle di Amalric, fornisce la risposta: «Il potere esercitato da una donna in uno spettacolo burlesque è una vera liberazione. Rappresenta l’opportunità di esprimere, finalmente, tutta la propria femminilità e sensualità, senza farsi condizionare dai pregiudizi. Trovo inebriante salire sul palco, sentirmi a mio agio nel mio corpo, vivere la creatività con canzoni e passi di danza. Mi fa sentire ogni volta sempre più donna». E Colette, artista e scrittrice sulla cresta dell’onda ai tempi della Belle Epoque parigina, scriveva: «...voglio recitare la pantomima, e anche la commedia. Voglio danzare nuda se il costume mi impaccia e umilia la mia plasticità, voglio ritirarmi su un’isola, se mi pare, o frequentare signore che vivono delle loro grazie, purchè siano allegre, bizzarre, persino malinconiche e sagge come lo sono molte delle donne di vita...».