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 2011  gennaio 29 Sabato calendario

«Mai reclutato ragazze Silvio? È il mio mito» - Nicole Minetti, ha dormi­to stanotte? « Sì, anche se non è facile di questi tempi

«Mai reclutato ragazze Silvio? È il mio mito» - Nicole Minetti, ha dormi­to stanotte? « Sì, anche se non è facile di questi tempi. Quando mi siedo al ristorante vedo i commensali che si danno di gomito e mi indi­cano bisbigliando frasi garbate: “Guarda la Minetti, la maîtres­se”». Lei è indagata per gravi rea­ti: induzione e favoreggia­mento della prostituzione e della prostituzione mino­rile. « Io non reclutavo ragazze. Tantomeno facevo sesso col Pre­sidente o con qualcun altro. Io sono una ragazza normale di 25 anni, ho un fidanzato e una lau­rea ». Nicole Minetti, l’igienista dentale. «Sembra che l’igienista denta­le sia un cavatartaro». Invece? «Invece ho preso la maturità classica a Rimini, la mia città. Mi hanno bocciato la prima volta, ma poi ce l’ho fatta». Prosegua. «Sono arrivata a Milano. Ho superato il test al San Raffaele, ho studiato per tre anni, mi sono laureata a novembre 2009 con 110 e lode. La tesi, se vuole sape­re, l’ho fatta sulla prevenzione del tumore della bocca. E su que­s­to tema ho tenuta anche una re­lazione in lingua inglese ad un convegno scientifico in Svizze­ra ». Vuol dire che il suo curri­culum non l’hanno costrui­to ad Arcore? «No,al liceo di Rimini e all’uni­versità del San Raffaele. Le ag­giungo che papà e mamma so­no inglesi». Tutti e due? «Sì. Ma si sono incontrati a Ri­mini. Mamma faceva la stagio­ne ». La stagione? « Era ballerina. E si esibiva, combinazione, al Paradiso Dre­am Club, la discoteca in cui oggi Ruby presenterà il suo libro I miei primi 18 anni . La vita, a volte, è strana. «Ho studiato danza, classica e moderna, per dieci anni nella scuola di mia mamma. E a Mila­no la danza mi è tornata utile per pagarmi gli studi, anche se papà è un piccolo imprenditore. È sta­to per caso...» Che cosa? «Facevo regolarmente cola­zione in un bar di corso Como. Un tecnico della produzione di Scorie , il programma Rai, mi ha notato e mi ha chiamato. Così ho avuto la prima particina in tv. La seconda è arrivata con Colo­rado Cafè ». Il Cavaliere, invece, come l’ha conosciuto? «Al San Raffaele. Era dal der­matologo che poi è uno dei miei professori. Mi sono fiondata, gli ho detto che era un mito per me e per i miei genitori». Inglesi, ma berlusconiani. «Succede. Gli ho spiegato che mi sarei buttata volentieri in poli­tica. Mi ha dato, lì sul momento, il numero di Arcore e io non mi sono fatta scappare l’occasione. Dopo qualche giorno l’ho chia­mato ». Poi? «Sono stata ad Arcore e poi ci sono tornata. Ho cominciato a partecipare a cene, riunioni, in­contri, e a masticare la politica. Un giorno, meno di un anno fa, è scoccata la scintilla: lui mi ha fat­to capire che credeva in me ed è nata la mia candidatura per le re­gionali ». Una sciagura. «Non ho niente di cui pentir­mi ». Barbara Faggioli, in un’in­tercettazione, le dice: “Lui ci candida per toglierci dai co...”. «E io le rispondo, più o meno: “Dobbiamo fare la gavetta”. Ammetterà: la sua è stata una gavetta superveloce. « Io ho preso questo lavoro sul serio. Mi impegno al massimo, passo al Pirellone gran parte del­la mia giornata, ricevo le delega­zioni straniere. Pochi giorni fa ho incontrato alcuni senatori americani». Che cosa le hanno chiesto? «Un po’ di tutto. Ma erano in­curiositi dalla Canalis». Sarà per via di Clooney. Ma rimaniamo in Italia: quan­te volte è stata ad Arcore? «Non le ho contate». Ruby? «L’ho incrociata in un paio di occasioni. Mi ha raccontato la sua storia problematica, mi ha detto di essere la figlia di una no­ta cantante egiziana e di avere 24 anni». Sicura? «Sicurissima». Il 27 maggio? « Sono al ristorante. Il cellula­re continua a squillare: è un 329, un numero che non conosco. Ri­spondo: “Ciao, sono Michelle, non ci conosciamo, scusa, ma c’è un problema con Ruby”. Mi spiega qualcosa che neanche af­ferro bene. Sono tentata di farmi gli affari miei, ma il telefonino trilla di nuovo. È lui». Berlusconi? «Mi chiede la cortesia di anda­re in Questura e di intervenire per Ruby». Scusi, ma le sembra nor­male? «Chi conosce Silvio Berlusco­ni sa che è fatto così. Aiuta tutti, giovani e vecchi, donne e uomi­ni ». Non esageri. «È la verità. In Questura mi spiegano che Ruby è minoren­ne. E senza documenti. Casco dalle nuvole. I funzionari hanno contattato la famiglia in Sicilia, ma ci sono problemi.L’unica so­luzione è l’affido temporaneo. A me». A scatola chiusa? «No, io provo a cautelarmi e chiedo: “Ma se domani Ruby vie­ne trovata a rubare io ci vado di mezzo?”. “No”, mi rassicurano. Io insisto: “Ma deve dormire da me?”. “No”, mi spiegano, “l’im­portante è la vostra reperibilità, di lei e di Ruby e di Michelle, sul cellulare per 48 ore”. Alle due di notte usciamo, chiamiamo il premier, ci dividiamo. Io torno a casa mia. Non so nulla della tele­fonata del premier in Questu­ra ». Però saprà del Bunga bun­ga. «Io ho visto solo serate allegre, divertenti, frizzanti. Ma non ses­so o scene a luci rosse». Più di un teste la contraddi­ce. « Chieda a loro». Lei pensa di essere più con­vincente? «Io mi prendo le mie responsa­bilità ». Il prefetto Carlo Ferrigno racconta che lei ballava con i seni al vento. «Non l’ho mai visto». Infatti la sua fonte è Maria, la danzatrice del ventre. «Non so chi sia». M.T., la sua amica di Rimi­ni, ospite occasionale ad Arcore, si dice inorridita dal Bunga bunga. «Come mai, allora, quando è tornata a Milano, mi ha chiesto di dormire ancora a casa mia?». E come mai lei si lascia sfuggire, intercettata, que­gli insulti a Berlusconi? “È un pezzo di m..., è un c... flaccido?”. «Sono in giro con mio padre, per Milano. Entriamo in libre­ria, compro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti. Lo sfoglio: c’è un capitolo su di me dove mi di­pinge come una maîtresse e c’è una foto del mio lato B. Anche se in realtà non sono io, ma non im­porta. Papà, così orgoglioso del­la figlia consigliere regionale, quasi si sente male,io m’incavo­lo. Perdo le staffe, chiamo Clotil­de, la mia assistente, e urlo la mia rabbia. Il mio è uno sfogo». La Procura non le crede. «Andrò presto a farmi interro­gare ». Gli appartamenti di via Ol­gettina? «Cercherò di chiarire pure quelli». Si dimetterà? «No, sarebbe un’ammissione di colpevolezza. Io sto con il pre­sidente ». Lei e Ruby potreste far crol­lare l’impero. Ci pensa mai? « Ci penso. Ma non succede­rà ».