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 2011  gennaio 29 Sabato calendario

Ecco come Michele ha violato il codice tv - In una manciata di secondi, 470 per l’esattezza,il Codice di au­tor­egolamentazione sulla rappre­sentazione delle vicende giudi­ziarie, firmato il 21 maggio del 2009 da Rai, Mediaset, Telecom, Ordine e sindacato dei giornalisti di stampa e tv era già stato abbon­da­ntemente calpestato da Anno­zero

Ecco come Michele ha violato il codice tv - In una manciata di secondi, 470 per l’esattezza,il Codice di au­tor­egolamentazione sulla rappre­sentazione delle vicende giudi­ziarie, firmato il 21 maggio del 2009 da Rai, Mediaset, Telecom, Ordine e sindacato dei giornalisti di stampa e tv era già stato abbon­da­ntemente calpestato da Anno­zero . Al dg Rai Mauro Masi e ai le­gali Rai sono bastati quei pochi minuti per intuire, anche sulla scorta della precedente puntata, che Annozero sarebbe stata pale­semente spalmata sulle posizio­ni dell’accusa. La testimonianza anti Cav della ballerina del ventre Maria Makdoum, quella sulle ra­gazze seminude che avrebbero palpeggiato il premier, Lele Mora ed Emilio Fede, passava come fos­se oro colato. Prima violazione del codice: «Bisogna rispettare di­gnità, onore, reputazione e riser­vatezza delle persone coinvolte direttamente o indirettamente nel processo», non far passare per verità acclarate «ipotesi inve­stigative o accusatorie». E invece niente. Poi il conduttore ha dato paro­la alla difesa, citando però solo al­cune «contraddizioni», a suo di­re, tra le testimonianze raccolte dall’avvocato Niccolò Ghedini su Ruby ad Arcore. Senza curare, come prevede il codice, «la diffe­renza tra cronaca e commento». Seconda violazione. E pensare che è lo stesso Santoro a dire «un programma tv non può decidere cosa è reato e cosa non lo è». Anche sul fronte degli ospiti in studio si è registrata una palese violazione delle norme sottoscrit­te da giornalisti ed editori. L’ospi­te in quota Pdl da contrapporre alla presidente Pd Rosi Bindi avrebbe dovuto essere Fabrizio Cicchitto, che si è chiamato fuori prima della trasmissione. Ma il sostituto di Cicchitto -l’onorevo­le Francesco Paolo Sisto- non gar­bava a Michele chi ? ed è rimasto fuori. Masi lo sapeva e lo ha am­messo pure Santoro: «Voglio un ospite che regga la prima serata, non uno che viene da Roccacan­nuccia - e non mi riferisco a Sisto - così si boicotta il programma dall’interno». Sarà, ma la cosid­detta par condicio andava rispet­tata, e così non è stato. Ennesima violazione, condita peraltro da un codazzo polemico («Non vo­glio le claque dei partiti») riferita al niet opposto alla presenza di sessanta giovani militanti Pdl. Sa­rebbe stato sufficiente «silenziar­li », e invece li ha cacciati assieme a Sisto, che era già in camerino a farsi incipriare. Tanto che nel ser­moncino sulla libertà di stampa ha chiesto al pubblico «maggiore compostezza» prima di vomitare valanghe di intercettazioni farci­te di parolacce. E poi quei bro­gliacci finiti sui giornali, alla fac­cia del segreto istruttorio, palese­mente lesivi «del decoro e della di­gnità della vittima e dei soggetti indagati». Chiusa la telefonata, Santoro bofonchia « Annozero può comin­ciare ».Violini,solfeggi,l’intercet­ta­zione della consigliera regiona­le Nicole Minetti. Più che un capo d’accusa al Cav, un’autoassolu­zione: «C’è un limite a tutto. Non me ne frega un ca...». Appunto.