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 2011  gennaio 29 Sabato calendario

L’ARIA IRRESPIRABILE DELLA PIANURA PADANA. FUORILEGGE 30 CITTA’ —

La diagnosi è grave: l’Italia, ammalata di «mal’aria» , fatica a respirare. E con il Paese, soffocano gli italiani. Si parla di inquinamento atmosferico, di polveri sottili, della soglia di 50 microgrammi per metrocubo di Pm10 che 48 città capoluogo di provincia (in cima Torino, Asti e Lucca) hanno superato nel 2010 per oltre 35 giorni, il limite fissato dalla legge e dalla medicina. Ma a sfogliare il dossier di Legambiente — «Mal’aria di città 2011» — l’attenzione cade su un passaggio della premessa: è «un’emergenza sanitaria prima che ambientale. Il solo Pm10 causa ogni anno più di 350 mila morti premature in Europa, secondo la Commissione Ue, mentre in Italia per ogni 10 mila abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente a causa delle polveri sottili» . Peggio di noi solo la Bulgaria: tra le 30 città europee in «classifica» per il superamento dei limiti che provocano danni alla salute, 17 sono italiane. Dietro a Plovdiv si piazzano Torino, Brescia e Milano. Nella mappa dei veleni va colorata di nero la Pianura Padana, «area critica per la qualità dell’aria» : tra i 48 capoluoghi «fuorilegge» , 30 sono impantanati qui, per troppe auto e poco ricambio di correnti. Nessun miglioramento neanche a guardare i dati del biossido di azoto. E del benzo(a) pirene, potente cancerogeno che nella zona di Taranto faceva registrare fino a ottobre dati due volte superiori alla soglia di allarme a causa delle emissioni dell’Ilva, ma che si rileva anche in città come Padova, Milano e Torino. Legambiente ritiene che il governo non abbia fatto abbastanza e si appoggia alla Commissione europea che ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per il mancato rispetto della direttiva sulla qualità dell’aria. Oltre al danno, la multa. Eppure, sostengono gli ambientalisti, i «nemici» sono noti da tempo: l’industria (siderurgica e petrolchimica) e i trasporti. È il traffico «ad alimentare la cronicità della scarsa qualità dell’aria nelle città» , responsabile del 50%delle polveri sottili a Roma o dell’ 84%degli ossidi di azoto a Napoli. Si aggiungano le emissioni dei riscaldamenti domestici «e il quadro è completo» . Sulla cura, però, non c’è una linea unica. Nemmeno sulle giornate di stop alle auto. Le amministrazioni di Torino e Milano (dopo 16 sforamenti consecutivi dei limiti) hanno fissato un blocco domenicale fino alle 18. Con scarso seguito nell’hinterland. Nove comuni si accodano al sindaco Chiamparino intorno al capoluogo piemontese, in Lombardia solo Saronno s’allea alla Moratti e il presidente della provincia Podestà si dice «sorpreso per non essere stato avvertito» . Il governatore Formigoni «rispetta» l’iniziativa, ma non ne è entusiasta. Cauto anche il presidente del Piemonte, il leghista Roberto Cota: «Ci sono misure più efficaci» . Anche a sinistra molti i dubbiosi: «È solo un pannicello caldo» , dice Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd. È la tesi di Rossella Muroni, direttore di Legambiente: «Servono interventi strutturali, dal contrasto all’auto privata al rilancio del trasporto pubblico» .
Alessandra Coppola
Armando Stella