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 2011  gennaio 29 Sabato calendario

Il re dei casinò di Macao “ripulito” dalla terza moglie - Soap opera a Macao: il re dei casinò, il tycoon di Hong Kong Stanley Ho, 89 anni, provetto danzatore di tango, titolare, secondo la rivista americana di economia e finanza «Forbes», di una fortuna pari a 3,1 miliardi di dollari, si ritrova nei guai con una delle sue mogli, che con un abile trasferimento di azioni lo ha lasciato con soli seicentomila dollari

Il re dei casinò di Macao “ripulito” dalla terza moglie - Soap opera a Macao: il re dei casinò, il tycoon di Hong Kong Stanley Ho, 89 anni, provetto danzatore di tango, titolare, secondo la rivista americana di economia e finanza «Forbes», di una fortuna pari a 3,1 miliardi di dollari, si ritrova nei guai con una delle sue mogli, che con un abile trasferimento di azioni lo ha lasciato con soli seicentomila dollari. La storia, che promette di prolungarsi in modo significativo, si perde nei numerosi intrecci familiari del formidabile Ho: patriarca all’antica, è senza dubbio l’uomo più famoso della regione ad aver ammesso pubblicamente di avere quattro mogli, dalle quali ha avuto almeno 17 figli (si mormora di altri rampolli più o meno legittimi e riconosciuti, che potrebbero aumentare il totale). La prima moglie, la portoghese Clementina Leitao, deceduta, è stata decisiva nell’ottenere per il marito il monopolio dei casinò e del gioco d’azzardo a Macao, il piccolo territorio affacciato sul Mar della Cina che fino al 1999 era una colonia portoghese e ora è una regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese. Madre di quattro figli, si ammala gravemente nel 1981 e viene affidata alle cure dell’infermiera Ina Chan Un Chan, che seduce Ho e ne diventa la terza moglie dandogli i figli Florinda, Laurinda ed Orlando. La seconda moglie, Lucina Laam, era stata legalmente sposata a Hong Kong nel 1962 (dove la poligamia fu messa fuorilegge solo nel 1971), e ha dato i natali a Pansy, Daisy, Maisy, Josie e Lawrence. La quarta moglie, Angela, ex ballerina, gli ha dato altri cinque figli legittimi, è stata santificata come consorte ufficiale con l’acquisto molto pubblicizzato di due ville di lusso a Hong Kong. Tramite la Sociedade de Turismo e Diversoe de Macao (STDM), Ho era dunque stato l’indiscusso re dei casinò fin dagli Anni 60. I suoi casinò, come il Lisboa, erano un misto di lusso e squallore: grandi ristoranti, stanze ricoperte di drappi dorati e sculture neoclassiche, ma anche una massiccia prostituzione particolarmente evidente, e frequenti gruppi di malavitosi che si sedevano impomatati ai tavoli da gioco, con fare da duri. Con il passaggio di sovranità dal Portogallo alla Cina, però, si comincia a mormorare che Ho perderà il monopolio, anche in ricordo di un moto pro-democrazia che il miliardario aveva avuto in seguito alle proteste del 1989, soppresse nel sangue. Ho, come molti altri uomini d’affari, s’impegnò a far uscire dalla Cina i leader studenteschi, e dichiarò pubblicamente che Hong Kong avrebbe dovuto essere messa sotto protezione Onu, e non restituita alla sovranità di Pechino. Da allora, Ho è tornato a più miti consigli, e sia lui sia molti dei suoi figli siedono in diversi organi consultativi politici cinesi. Nondimeno, nel 2001, Pechino autorizzò i big dell’azzardo americano a sbarcare a Macao, dove hanno portato tutti gli eccessi di Las Vegas. Entra dunque Steve Wynns, e il gruppo Galaxy, che ha ricreato Venezia sia a Las Vegas sia a Macao – con tanto di canali, Caffè Florian e ponte di Rialto. I casinò di Stanley Ho, per stare al passo, si sono modernizzati, arricchendosi di un po’ di quei lustrini e ballerine che caratterizzano il gioco made in Usa, ma la concorrenza americana non ha portato problemi eccessivi: trattandosi dell’unica località nell’intera Cina dove il gioco d’azzardo è legale, i guadagni sono sempre stati assicurati. Man mano che l’economia cinese cresce, cresce anche il numero di visitatori a Macao, e le «stanze Vip» (dove la puntata minima sono diverse migliaia di euro) sono sempre prenotate. Nel 2006 Macao ha sorpassato i guadagni di Las Vegas. Lo scorso anno, i soli casinò di Stanley Ho hanno apportato più dell’intera capitale dell’azzardo americana. Ma torniamo alle mogli: l’ex infermiera, dunque, sostiene che il marito l’ha autorizzata al trasferimento di azioni, con una lettera autografa, mentre tanto i figli delle altre mogli, quanto Angela e Lucina, sostengono che si tratta di una sottrazione illegittima, che mette in pericolo la loro eredità, e che la lettera non è valida per essere stata sconfessata da una lettera successiva. Dopo un iniziale scoppio d’ira pubblica, Stanley Ho, seduto in sedia a rotelle dopo una caduta nel 2009, ha annunciato alla stampa che «tutto si risolverà per il meglio», cercando di distogliere i riflettori dalla sua vita privata. Ma la saga è appena agli inizi, e preannuncia uno degli spettacoli preferiti a Hong Kong: persone ricchissime che si sbranano fra di loro per assicurarsi il controllo di mucchi e mucchi di soldi.