
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ieri, 11 settembre 2009, celebrazioni per l’attentato del 2001 e discorso di Obama. «Gli Stati Uniti non indeboliranno mai la loro lotta contro Al Qaeda». Il presidente ha parlato al Pentagono, dove cadde il terzo dei quattro aerei con cui Bin Laden attaccò l’America. C’era anche Michelle e i due hanno deposto una corona di fiori sulla lapide che ricorda quel giorno e le 189 vittime dell’attacco, 64 a bordo del volo 77 dell’American Airlines e 125 dentro l’edificio. Obama: «Il mio primo pensiero è la sicurezza del popolo americano. il primo pensiero con cui mi sveglio al mattino, l’ultimo pensiero con cui vado a dormire. Questa responsabilità è il cuore delle politiche che la mia amministrazione sta portando avanti. Nessuno può garantire che non ci sarà più un altro attacco. Ma quello che io posso garantire è che noi faremo ogni cosa in nostro potere per ridurre la probabilità di un attacco, e non esiteremo a fare ciò che è necessario per difendere l’America».
• Potrebbe accadere? Un altro attacco, voglio dire.
Sembrerebbe di no, anche se è meglio non lanciarsi in affermazioni come questa senza fare scongiuri. Secondo Gilles Kepel, per esempio (ma è un’opinione molto condivisa) Bin Laden e il suo ideologo al Zawahiri si sono infilati in un vicolo cieco. Kepel è professore di Studi sul Medio Oriente e Mediterraneo a Parigi. Prima di tutto - fa notare - Al Qaeda non ha un territorio di riferimento come Hamas o Hezbollah e questo è un limite grave. Usando Internet, attraverso cui il movimento ha cercato di svilupparsi fin dall’inizio, non è facile mobilitare le masse. «Zawahiri, che è il Lenin del movimento jihadista, dice Kepel - a un certo punto prese atto che gli attacchi agli stati empi – Algeria, Egitto, Arabia Saudita – non portavano da nessuna parte. Concepì quindi questo grande spettacolo tragico dell’11 settembre 2001, quattro aerei suicidi che avrebbero fatto crollare le Twin Towers, distrutto il Pentagono e centrato la Casa Bianca. L’idea era quella di infiammare l’Islam mostrando la capacità di ferire a morte l’impero del male, cioè l’America. Ma a che scopo? Allo scopo di far nascere, grazie all’entusiasmo dei fedeli, uno stato fondamentalista islamico governato attraverso la sharia. Quello che ai qaedisti alleati con i talebani è riuscito per un breve periodo nel Pakistan del Nord, prima della controffensiva dell’esercito.
• E come mai gli è riuscito solo in quel caso?
E’ politica degli attentati suicidi, ha colpito in definitiva soprattutto altri musulmani, specialmente sciiti. Keppel: «Nonostante l’appoggio di qualche tv araba che organizzava raccolte di fondi per le famiglie dei martiri, oggi Bin Laden e i qaedisti sono abbandonati perfino dai leader della minoranza sunnita. Al Zawahiri è criticato anche dai suoi». Sa qual è il segno delle difficoltà reali del grande terrorismo?
• Qual è?
E’ difficile reclutare martiri tra gli uomini sani in giovane età. La maggior parte delle volte gli infelici che si fanno saltare per aria sognando il Paradiso sono disabili o vecchi o donne. C’è una forte partecipazione al martirio delle donne: in Iraq poco tempo fa è stata arrestata una Samira Ahmed Jassim, alias Um al Muminin (Madre dei Fedeli), di 51 anni che reclutava solo ragazze. Ha ammesso di averne arruolate almeno 80. Nel video della confessione si vedeva Samira tutta vestita di nero, la parte lasciata visibile dal velo piena di rughe. Un profilo di queste attentatrici mostra che si tratta di donne sole e disperate, senza risorse. Identikit che riguarda un bacino vasto, ma che testimonia anche di un cambio antropologico dello shahid, fino a un paio d’anni fa quasi sempre un giovane di famiglia buona e istruito.
• Obama ha ricordato solo le vittime del Pentagono?
C’è stata una cerimonia anche a Ground Zero, come sempre: sono stati messi dei fiori nelle due vasche quadrate che simboleggiano le Torri Gemelle (presenti il vicepresidente Biden e il sindaco Bloomberg). Poi è stata data lettura dei nomi di tutte le 2.752 persone morte nell’attentato. Una quarta cerimonia s’è svolta in Pennsylvania, dove cadde il quarto aereo. Qui, come ricorderà, i passeggeri si resero conto di quello che i dirottatori volevano fare e si ribellarono. A New York c’è stato anche un momento di tensione quando si sono sentiti degli spari sul Potomac. Ma era solo un’esercitazione.
• Quando sarà ricostruita la nuova Ground Zero?
Si comincia adesso a vedere lo scheletro della Freedom Tower, il grattacielo più importante dei cinque che sorgeranno nell’area. Ma ci sono polemiche, più della metà dei newyorkesi pensano che si proceda a rilento e che non si finiranno i lavori nei tempi previsti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/9/2009]