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 2009  settembre 12 Sabato calendario

IL MILAN E IL BUYOUT DI GALLIANI

Sono giorni febbrili per il Milan: la batosta in campionato contro l’Inter, le critiche sulla campagna acquisti al risparmio dopo la cessione contestata di Kakà, e le continue voci (sempre smentite dall’azionista Fininvest) sulla vendita di una quota della società rossonera a qualche investitore, magari a un non meglio individuato sceicco carico di soldi da spendere.
Ipotesi solo fantasiose come continua a sostenere Silvio Berlusconi? Di sicuro chi sta soffrendo di più questa situazione è Adriano Galliani, una sfinge in tribuna nell’ultimo derby. Situazione quasi kafkiana la sua: angosciato come tutti i tifosi milanisti dalla certezza di avere una squadra ormai lontana anni luce da quella invincibile di un tempo e, insieme, costretto dal suo ruolo (quello di manager) a seguire le direttive dell’azionista Fininvest e di Silvio Berlusconi.
C osì una delle indiscrezioni che girano sul mercato (fantasie finanziario-sportive anche in questo caso?) è di quelle suggestive: idea che circolerebbe da qualche tempo nella testa dell’Ad rossonero. Se davvero Fininvest non è più disposta a spendere per il calcio, come imposto da Marina e Piersilvio Berlusconi, l’alternativa sarebbe l’ingresso di nuovi soci amici (in un primo tempo magari in minoranza) tramite un aumento di capitale che darebbe le risorse per una nuova campagna di rafforzamento della squadra. E come farlo? Galliani è conoscitore dei meccanismi finanziari: sa bene cosa è un management buyout, cioè un’operazione grazie alla quale i manager diventano azionisti della società facendosi affiancare da investitori. Un’idea peregrina? Non proprio. Galliani è amico di imprenditori (come il petroliere albanese Rezart Taci) e banchieri famosi: fra gli altri quel Ruggero Magnoni (sempre presente in tribuna alle partite del Milan), ex chairman di Lehman Brothers e ora approdato nella banca d’affari giapponese Nomura. Insomma, trovare i capitali non sembra così difficile.
Ma il nodo resta la valutazione: se il Milan viene valutato un miliardo, non ci sarà probabilmente investitore (neanche lo sceicco più ricco di Dubai) disposto ad avvicinarsi. Una prima verifica sul futuro del club ci sarà presto: sarebbe infatti in fase di aggiornamento il piano industriale e finanziario della società, da presentare successivamente anche all’azionista Fininvest. In quel momento si saprà quanto e come Fininvest è disposta a supportare il Milan. E se i soldi continueranno ad essere pochi e i risultati sportivi deludenti, si potrebbero aprire scenari fino ad oggi inaspettati.