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 2009  settembre 12 Sabato calendario

Ma tra i militanti crolla il mito di Al Qaida Prima si esaltano su internet cliccando i filmati delle falangi islamiche che inneggiano ad Allah il grande, si addestrano e attaccano i ”crociati” in AfghanistaneIrak

Ma tra i militanti crolla il mito di Al Qaida Prima si esaltano su internet cliccando i filmati delle falangi islamiche che inneggiano ad Allah il grande, si addestrano e attaccano i ”crociati” in AfghanistaneIrak. Poi si imbarcanoin un rocambolesco viaggio verso le zone tribali pachistane per arruolarsi in AlQaida.Unavolta giuntiadestinazioneliaspettaladocciafredda: pocaazione, tanto indottrinamento religioso, addestramento fittizio e impossibilità di vedere i grandi capi come Osama BinLaden.Nonsolo: gli aspiranticombattenti della guerra santa internazionaledevonopagarsi learmi,l’equipaggiamento, il vittoel’alloggio. Milledollari a testa da sborsare in contanti. la depressarealtàdeiresti diAlQaidaraccontatanegli interrogatori di sei ragazzotti europei di origini musulmane affascinati da Bin Laden. Tre francesi e tre belgi arrestati lo scorso anno, dopo essere tornati a casa profondamente delusi. Il quotidiano britannico The Guardianhaottenuto i verbali delle confessioni: otto anni dopo l’11 settembre la retedelterroreèsolol’ombradise stessa. Il gruppetto di aspiranti terroristi era partito dall’Europa affidandosi a dei contrabbandieri turchi, che li hanno salassati. Una volta giunti in Pakistan agognavano di entrare in azione in Afghanistan, ma solo uno ha passato il confine sparacchiando un po’ agli americani. Invece che campi di addestramentoconpercorsidiguerraepoligoni, i novelli mujaheddin dovevano nascondersi di casa in casa in sperduti villaggi fra le montagne. Per evitare gli aerei senza pilota americani. In cambio di kalashnikov e munizioni hanno dovuto pagare mille dollari l’uno. La cifra comprendeva pure il vitto e l’alloggio. Evidentemente non sono più i tempi di Bin Laden miliardario. Ogni tantohannofattotiroasegnofraimonti e un giorno è arrivato un istruttore che ha confezionato una trappola esplosiva. Alle reclute, però,nonè statoconcessodi provarearifarlodasole. I sei sognavano la guerra santa, ma granparte deltempol’hanno passatoa catechismo, istruiti severamente sul Corano da un prete islamico. Quando hanno chiesto di incontrare il mitico Bin Laden o ilnumerodue di Al Qaida, Ayman Al Zawahiri, si sono sentiti rispondere che era impossibile. Allora i seihannochiestounfacciaafacciacon ilcapobastonesirianoresponsabiledegliaspirantimujaheddingiuntidall’Europa. Il comandante di Al Qaida ha definitivamente smontato l’illusione dei novizi. I video su internet sono solo uno specchietto per le allodole, che serve «a intimidire il nemico e attrarre nuovereclute».Glieserciziginnicimattutini erano il massimo dell’addestramento del gruppetto estremista. Lo stress peggiore consisteva nella paranoiachegli stessiterroristialimentavano parlando di fantascientifici chip. Diavolerie elettroniche disseminate dalla Cia per individuare i terroristi ed eliminarliconi velivolisenzapilota.Le comunicazioni avvenivano solo a voceo al massimo con fogliettini. Telefonini e satellitari sono rigorosamente proibiti.Unavolta, però,unodeigiovani aspiranti terroristi non ha resistito. Daun internet cafè pachistano si è collegato in rete con la fidanzata in pena per lui. Alla fine i sei sono tornati a casa depressi, disillusi, senza la gloria della guerra santa. Ad attenderli c’erano le manette dell’antiterrorismo, ma loro giurano che non sarebbero mai stati in grado di far saltare in aria lo stadio o la metropolitana di Bruxelles. Il quadro di una rete del terrore ridotta al lumicino viene confermato da un’altra recluta, Bryant Neal Vinas,ungiovane americano di estrazione cattolica, che si è convertito all’islam. L’intelligence pachistana lo ha arrestato nell’ottobre dello scorso anno. Ha rivelato un’altra chicca sulla burocrazia di Al Qaida: per diventare kamikaze bisogna compilare un questionario in triplice copia. www.faustobiloslavo.com