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 2009  settembre 12 Sabato calendario

La Cgil fa i soldi con i licenziamenti - La Cgil di Guglielmo Epifani ha puntato le sue fiches sulla crisi economica, appellandosi a San Precario, patrono di chi non ha più un lavoro

La Cgil fa i soldi con i licenziamenti - La Cgil di Guglielmo Epifani ha puntato le sue fiches sulla crisi economica, appellandosi a San Precario, patrono di chi non ha più un lavoro. Una decisione né politica né sindacale, ma squisitamente finanziaria: saranno proprio i licenziati e i nuovi poveri infatti a rendere più ricco (...) (...) il principale sindacato dei lavoratori italiani. Grazie a loro sulle società controllate dalla Cgil e specializzate in assistenza fiscale pioveranno nel 2009 milioni di euro in più di rimborsi concessi dal governo per la presentazione dei modelli Unico dei nuovi disoccupati e delle dichiarazioni di povertà (Isee) delle famiglie colpite dalla crisi. Non è una malignità degli avversari, ma un programma scritto nero su bianco sul bilancio di una delle società più importanti della galassia Epifani: il Caaf Cgil Toscana srl. Il centro di assistenza fiscale della regione rossa è uscito come tutte le società sorelle con le ossa un po’ammaccate dal 2008, perché Silvio Berlusconi ha abolito l’Ici sulla prima casa e milioni di cittadini non passano più al Caaf del cuore le relative pratiche fiscali. Come tamponare la mancanza di entrate? Semplice. Se l’azienda chiudetocca fare da soli Puntando sulla nuova disoccupazione, sulla ripresa ”della attività di Unico in quanto a seguito della crisi potremmo avere una certa quantità di contribuenti che perdendo il sostituto di imposta dovranno necessariamente presentare il modello Unico”. Per chi capisce poco di fisco, i sostituti di imposta sono i datori di lavoro (aziende piccole e grandi). Quando uno non ha altra entrata che quella derivante dal sudore della propria fronte, la sua dichiarazione dei redditi annuale può essere trasmessa all’Agenzia delle Entrate direttamente dal datore di lavoro in modo del tutto gratuito. Ma se il datore di lavoro chiude i battenti e si finisce sulla strada, tocca fare tutto da sé, fosse anche per avere qualche euro restituito dal fisco. Chi non è capacepuò andare al Caaf Se non si è capaci, si bussa alla porta dei Caaf. Lì fanno tutto gratis, e poi si prendono i rimborsi dal governo. Per ogni modello Unico o 730 trasmesso arriva un euro dalla Agenzia delle Entrate (era molto meno fino al 2006). Ma il vero business viene dalla presentazione delle dichiarazioni di povertà (i modelli Isee), per cui i Caaf ottengono dall’Inps rimborsi oscillanti fra 10,5 e 16,5 euro per modello a seconda della composizione del nucleo familiare. Anche il Caaf Cgil Toscana, che nel 2008 ha incassato per le dichiarazioni di povertà poco meno di un milione di euro, punta molto sui nuovi poveri: ”è prevedibile”, scrivono in bilancio gli amministratori, ”un ulteriore incremento della attività Isee che è divenuto ormai lo strumento universale di accesso allo stato sociale”. Boom di incassiper la Lombardia Più poveri e disoccupati ci sono quindi, più vanno meglio gli affari dei Caaf di Epifani e degli altri sindacati. Anche il Caaf Cgil della Lombardia segnala il boom di incassi per le dichiarazioni di povertà: 2 milioni e più nel 2008 contro il milione e 600 mila euro incassati nell’anno precedente. Stessa ancora di salvezza dopo la perdita dell’Ici sulla prima casa viene segnalata nelle relazioni di bilancio dei Caaf Cgil di Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Liguria, Puglia e Brianza. Ma un po’ di pudore domina ancora le relazioni degli amministratori. In Toscana incolpanoi giornali di destra Solo i toscani, che non hanno peli sulla lingua, si aggrappano così esplicitamente a quell’ancora di salvezza. E con la stessa franchezza tuonano contro la stampa che è andata a curiosare su come loro incassano e spendono i soldi pubblici arrivati: «C’è un attacco sempre più virulento da parte della destra verso le organizzazioni sindacali e in particolare la Cgil e i suoi servizi considerati fonte di finanziamento del sindacato. In questo senso vedi quanto scritto recentemente dai giornali Libero e Il Giornale». Contro la stampa e la sua malsana curiosità l’intenzione è unire le forze: «verranno sviluppate le sinergie con altri Caaf a partire da quelli del Nord Est, del Piemonte, Umbria e Sardegna. Appoggeremo infine il rafforzamento del Consorzio nazionale con lo scopo di sviluppare una politica comune fra i vari Caaf che consenta risparmi sul terreno della comunicazione».