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 2009  settembre 12 Sabato calendario

 SCOPPIATA LA GUERRA DEI FANNULLONI

Fannulloni addio: la cura Brunetta sta funzionando. O no? Un’inchiesta de L’espresso mette in discussione il successo ottenuto dalla campagna anti-assenteisti, l’invenzione politica del Ministro della pubblica amministrazione, che ha fatto diventare il figlio di un commerciante veneziano il ministro più amato dagli italiani (con il 58 per cento di gradimento). A mettere in dubbio l’operazione del ministro, ecco la copertina de L’espresso dal titolo "Brunetta bluff". Il settimanale contesta il meno 40 per cento di assenze per malattie dei dipendenti pubblici diffuso dal Ministero. Questa percentuale «fonda su tre pilastri di cartapesta», scrivono i giornalisti Gianni del Vecchio e Stefano Pitrelli. In primis, «l’analisi si limita agli enti che ci tengono a farsi belli (gli asini se la battono)». Il Ministero, cioè, non pubblica i risultati di tutti gli enti ma solo quelli inviati di loro spontanea volontà. «In questo modo, però - spiega un ricercatore dell’Università di Siena - il campione non è rappresentativo e i risultati tanto strombazzati non hanno alcun valore scientifico perché sovrastimano la realtà». Il secondo elemento indicato dall’articolo è il seguente: «Mancano all’appello grossi pezzi dell’apparato statale - come l’istruzione e le forze di polizia - nonché ministeri o comuni importanti». Di conseguenza, «le statistiche del Ministero, tagliate con l’accetta, spesso finiscono col premiare chi non se lo merita e punire chi non ha colpa» (terzo elemento di debolezza secondo il settimanale).
La replica del Ministro non si è fatta attendere e da Gubbio, dove ha partecipato a una sessione della Scuola di Formazione, ha tenuto una conferenza stampa su quello che ha ribattezzato ’’il Bluff dell’Espresso’’. Non solo. Sulla home page del sito del Ministero l’economista-ministro ha risposto, meticolosamente, una ad una, a tutte le accuse rivolte dal settimanale. Alla prima (indagine su base volontaria) risponde che «si tratta del fenomeno di autoselezione del campione», di cui «soffrono tutte le rilevazioni statistiche campionarie, ma - assicura - esistono tecniche consolidate di correzione che garantiscono la qualità dei risultati e noi le usiamo».
Sulla mancanza, nelle rilevazioni, di apparati come la scuola e le forze di polizia, Brunetta afferma che «la scuola è monitorata dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca con un’indagine ad hoc secondo la stessa metodologia». Quanto alle forze armate, «la legge esclude l’applicazione della normativa Brunetta a questo comparto. Non è vero - aggiunge - che mancano pezzi grossi dei ministeri o dei comuni. Rispondono tutti i Ministeri e in media tutti i comuni più importanti». Il monitoraggio, dice ancora Brunetta, «non premia e non punisce nessuno, si limita a misurare le variazioni dei giorni di assenza con un dettaglio utile per valutazioni sugli effetti della normativa». Il settimanale tira in ballo anche l’Istat che, si legge nell’articolo, effettuerebbe «operazioni di pulizia dei dati» del Ministero. A rispondere lo stesso Istituto che in una nota dichiara: «L’Istat non fa alcuna pulitura dei dati, ma applica gli usuali controlli di qualità e, in presenza di errori, dati anomali e mancate risposte, procede alla loro correzione».