Marcello Frisone, Plus 12/9/2009;, 12 settembre 2009
IL COMUNE DI LACCHIARELLA IN PERDITA PER
112mila - Non basta l’Euribor 6 mesi ai minimi storici per far diventare positivo il valore di mercato (mark to market) del derivato sottoscritto dal Comune di Lacchiarella (Mi) con Bnl (oggi gruppo Bnp Paribas). Se l’ente volesse infatti uscire dal contratto dovrebbe pagare alla banca 112mila euro a causa della presenza di opzioni digitali vietate dalla normativa.
Lo swap
Nel dicembre 2004 il comune lombardo sottoscrive uno swap attraverso il quale trasforma da tasso fisso in variabile parte dei mutui contratti in precedenza con Cassa depositi e prestiti (Cdp). Attraverso il derivato, infatti, l’ente locale incassa dalla banca semestralmente (ogni 30 giugno e 31 dicembre) un tasso fisso che poi "girerà" a Cdp per pagare i mutui stipulati in passato. Con la stessa periodicità, invece, l’ente paga a Bnl il tasso variabile Euribor 6 mesi (oggi all’1,055%) più uno spread dell’1,57%. Tuttavia, se l’Euribor dovesse essere superiore al 6% l’ente pagherebbe al massimo 7,57% (opzione cap); nel caso invece fosse inferiore al 2% il Comune pagherebbe un tasso del 4,80% fino al 2015 e 4,40% fino al 3 dicembre 2023 giorno di scadenza dell’operazione.
Quest’ultima clausola contiene, oltre a una opzione floor (con la quale Lacchiarella si impegna a pagare non meno del 2% più 1,57% di spread) anche un’opzione digitale attraverso la quale se l’Euribor 6 mesi scende sotto il 2% (come è di fatto accaduto) il Comune paga uno spread aggiuntivo. In questo caso, infatti, Lacchiarella paga 4,80% che è dato dalla somma tra 2% (tasso floor) + 1,57% (spread contrattuale) + 1,23% (spread aggiuntivo dovuto all’opzione digitale). Il solito rompicapo, presente in tanti dei contratti illustrati in «Derivati chiari».
Le criticità
Il primo elemento, dunque, che risalta è la presenza di opzioni digitali vietate dal Dm 389/2003 e relativa circolare ministeriale del 27 maggio 2004. Pertanto, al momento della sottoscrizione del derivato di Lacchiarella, il divieto era pienamente in vigore. A ciò si aggiunge che dal contratto emerge una clausola in base alla quale l’ente può chiedere di uscire dal derivato soltanto previa comunicazione tramite raccomandata da inviare alla banca almeno 15 giorni prima di ciascuna scadenza periodica. «Questa clausola – sostiene Massimiliano Palumbaro di Cfi Advisors di Pescara – la vedo per la prima volta e rende praticamente impossibile qualsiasi valutazione in merito alla convenienza o meno dall’uscita dal contratto. Se oggi, infatti, pur pagando un mark to market negativo, valutassi opportuno recedere, dovrei aspettare la fine dell’anno dove gli scenari potrebbero essere completamente diversi e peggiorativi».
I costi e i flussi
Sempre secondo i conteggi forniti da Cfi Advisors, lo swap al momento dell’apertura presentava un mark to market negativo per l’ente di 93mila euro; ma non avendo il Comune ricevuto alcuna somma (l’up front) a fronte di questo potenziale debito che stava sottoscrivendo, Bnl ha applicato una commissione implicita dello stesso importo. «Questo costo occulto – prosegue Palumbaro – è dovuto in gran parte proprio dall’introduzione nello swap dell’opzione digitale, senza la quale oggi il mark to market del contratto sarebbe addirittura a favore del Comune».
Il mark to market attuale, appunto, è di 112mila euro negativo per l’ente locale il quale, grazie a un basso livello iniziale dell’Euribor 6 mesi e ai valori assunti oggi, ha potuto incassare "rate" sino ad adesso per 58mila euro, mentre per la prossima scadenza del 31 dicembre è previsto un ulteriore incasso di 5.800 euro.
La gestione futura
Al momento, grazie all’Euribor estremamente basso, Lacchiarella gode di flussi positivi che non comportano di conseguenza problemi di bilancio. La situazione tenderebbe tuttavia a peggiorare in caso di risalita dei tassi d’interesse. «Allo stato attuale – conclude Palumbaro – consiglierei all’ente di approfittare della situazione tassi e uscire dal contratto cercando di superare la clausola che prevede la comunicazione anticipata. In caso contrario non resta che tenere lo swap sperando nel fatto che i tassi restino bassi il più a lungo possibile oppure rivolgersi a legali esperti di diritto finanziario».