Francesco Semprini La Stampa 12/9/2009, 12 settembre 2009
Pericolo scampato per Annie Leibovitz, almeno per ora. La celebre fotografa americana ha raggiunto un accordo in extremis con il gruppo Art Capital grazie al quale ha evitato di perdere il proprio archivio fotografico per metterlo a garanzia di un prestito da 24 milioni di dollari la cui scadenza di pagamento era prevista per lo scorso 8 settembre
Pericolo scampato per Annie Leibovitz, almeno per ora. La celebre fotografa americana ha raggiunto un accordo in extremis con il gruppo Art Capital grazie al quale ha evitato di perdere il proprio archivio fotografico per metterlo a garanzia di un prestito da 24 milioni di dollari la cui scadenza di pagamento era prevista per lo scorso 8 settembre. L’annuncio è arrivato nel primo pomeriggio di ieri in un comunicato congiunto dopo che le parti hanno fissato un’ulteriore proroga per un periodo non ben specificato. «In questo momento di particolare difficoltà sono grata ai responsabili di Art Capital per tutto ciò che hanno fatto per me, per la loro collaborazione e per il continuo sostegno che mi hanno dato», spiega la fotografa che è così tornata in possesso del suo prezioso e vasto archivio, il cui valore è stimato attorno ai 40 milioni di dollari. La Leibovitz aveva chiesto ad Art Capital (società che concede prestiti accettando a garanzia opere d’arte e immobili) un finanziamento a più riprese per far fronte alle difficoltà incontrate negli ultimi tempi, in particolare per ripagare le rate dei mutui, le imposte arretrate e migliaia di dollari in bollette inevase accumulati anche a causa di un tenore di vita al di sopra delle reali possibilità dell’artista. Ma i veri guai finanziari per la Leibovitz sono cominciati quando nel 2004 la compagna, la famosa scrittrice Susan Sontag, è morta di leucemia, lasciandole in eredità diverse proprietà. All’epoca lo Stato di New York non aveva leggi che tutelassero le unioni civili in modo tale da ricevere in eredità dal partner dello stesso sesso beni immobiliari senza dover pagare ingenti tasse. A luglio Art Capital le ha fatto causa perché sosteneva che la fotografa avesse violato il contratto che autorizzava la società ad agire in esclusiva come agente per la vendita delle sue fotografie e delle sue proprietà immobiliari. La Leibovitz si era rifiutata infatti di cooperare al rimborso del debito mettendo sul mercato le sue proprietà: una casa al Greenwich Village e una a Rhineback, nella campagna dello Stato di New York, immobili del valore anche questi di circa 40 milioni di dollari secondo gli esperti. La fotografa ha rischiato di perdere immagini molto ricercate di personalità e star del mondo del cinema e dello spettacolo, dal celebre ritratto della regina Elisabetta II al nudo di John Lennon abbracciato a Yoko Ono vestita, scattato poco prima dell’assassinio dell’ex Beatle. La Leibovitz, oggi 59 enne, lavora regolarmente per Rolling Stone e Vanity Fair ed è famosa per i suoi ritratti e il maniacale perfezionismo sul lavoro. Per lei rimane invece da risolvere il contenzioso tra la fotografa e il collega italiano Paolo Pizzetti secondo cui la donna avrebbe usato delle foto da lui scattate a Venezia e Roma per un calendario di una nota marca di caffè. L’artista chiede un risarcimento di 300 mila dollari. Stampa Articolo