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 2009  settembre 12 Sabato calendario

Biografia di Mike Bongiorno, in occasione della morte

Mike Bongiorno per Vanity Morte Giornalista: «Mike, come vorrebbe morire?». Mike: «Allegriaaa». Anagrafe Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, nato a New York (Usa) il 26 maggio 1924, morto d’infarto a Montecarlo, hotel Metropole, l’8 settembre 2009. Stava facendo le valigie. Presentatore televisivo. Camera ardente alla Triennale, bara decorata con un drappo rosso su cui sta scritto ”Allegria”, megaschermo dove Mike appare e riappare vestito e pettinato secondo le fogge di tutte le epoche più recenti. Funerali di Stato in Duomo, alla presenza delle Autorità, sabato 12 settembre 2009. Migliaia di persone, telecamere e troupes ovunque. Messa officiata dal vicario della città monsignor Erminio De Scalzi, sepoltura infine nella tomba di famiglia in Dagnente, lago di Arona, provincia di Novara, non lontano dalla tomba di Felice Cavallotti, ”bardo della democrazia”, giornalista e uomo politico, fondatore del partito radicale, cioè per l’epoca estremista di sinistra, ucciso poi in un duello all’età di 46 anni il 6 marzo 1898. Politicamente Mike invece fu democristiano, berlusconiano, cattolico-romano. Democristiano: «…il quadro di riferimento di Mike Bongiorno è quello dominato dalla Chiesa e dalla Democrazia cristiana, la prima Repubblica di Andreotti, di Emilio Colombo. Anche fisicamente Mike ricordava Andreotti, come il più giovane Pippo Baudo De Mita» (Sgarbi). Taglia Il corpo che nei decenni è sempre entrato nella stessa taglia 48. Berlusconiano «Ci sono di nuovo le elezioni, come vola il tempo, e stavolta si presenta anche Berlusconi, uno di cui vi potete fidare perché con me ha sempre mantenuto le promesse» (Ruota della fortuna, 1994, elezioni della ”discesa in campo”, Mike Bongiorno rivolto ai telespettatori). Vanterie «Solo io ho fatto 36 riforme e governato 1.412 giorni di fila!» (Berlusconi) «Solo io ho vinto 16 Telegatti e presentato 11 Sanremo!» (Bongiorno). Cattolico «Mi vanto di essere cattolico. Senza una salda fede in Gesù e nella religione, non avrei mai e poi mai potuto superare i momenti bui della mia vita» (Mike). Padre Il padre, Philip, avvocato, candidato a sindaco di New York contro Fiorello La Guardia nel 1933, ritiratosi prima del voto quando fu chiaro che La Guardia era imbattibile. Università Mike a vent’anni tornò negli Stati Uniti e sperava che il padre lo avrebbe mandato a Princeton, l’università dove era diventato avvocato. Il padre gli rispose: «Lascia stare, cercati un lavoro». Galera La madre, Enrica Carello, torinese dei Carello che fabbricavano fanali d’auto. Stava in prigione anche lei quando Mike fu rinchiuso a San Vittore dai nazisti perché partigiano («Cella 89, sesto raggio, stavo con Montanelli, mi facevano svuotare i buglioli»). Giornalista Un giornalista, alla fine. Galoppino della Stampa, riferiva sugli allenamenti della Juve. Poi da New York radiocronista del famoso Rocky Marciano-Joe Louis del 1951. In tv il primo giorno di trasmissioni (3 gennaio 1954) per intervistare i vip che passavano all’aeroporto o scendevano da qualche nave (Arrivi e partenze, in coppia con Armando Pizzo). Dopo di questo, Lascia o raddoppia? (da sabato 26 novembre 1955). Mito «Caro Pietro, sei stato il primo mito della mia vita. Quando ero ragazzi¬no ti aspettavo davanti ai cancelli dello stadio di Torino e ti accompagnavo fino al tram» (necrologio di Mike per la morte del leggendario Pietro Rava). Lascia o raddoppia? Gli spettatori videro nascere sugli schermi alcuni fondamentali della tv del futuro: il notaio (era Carlo Marchetti, padre di Piergaetano), la cabina con le cuffie (dove il concorrente entra per la domanda finale), la valletta che porta le buste senza dire una parola (Edy Campagnoli, muta per contratto, dato che Maria Giovannini, con la quale il programma aveva esordito, aveva detto «Teatro alla Scala» invece che «Teatro alla Fiera» ed era poi scoppiata a piangere. La Campagnoli avrebbe poi sposato il portiere Lorenzo Buffon) e soprattutto l’uomo qualunque che portato in video diventa personaggio: Maria Luisa Garoppo (problema del seno esagerato), Gianluigi Mariannini (la stravaganza fatta persona), Marisa Zocchi (doveva comprare le medicine alla mamma malata), Paola Bolognani (esperta di calcio), l’eroe del controfagotto Lando Degoli (l’esperto di musica che aveva tradotto in dialetto carpigiano la Divina Commedia) ecc. Qualche volta però anche il grande intellettuale, tipo John Cage. Cage John Cage faceva musica di un certo tipo, per esempio eseguì un giorno al pianoforte le sue Vexations, composizione di 18 ore e 52 minuti in cui si ripetono per 840 volte le stesse tre battute. Sinceramente John Cage andò a Lascia o raddoppia in qualità di esperto di funghi e l’ultima sera si congedò dicendo: «Io torno in America, ma la mia musica resta». Mike rispose: «Sinceramente preferirei il contrario». Fofi Fofi chiese invano di partecipare al quiz, voleva cimentarsi col cinema tedesco. Sinistra «Silvio Berlu¬sconi lo voleva senatore a vita. Si prodigò per riuscirci, Mike lo meritava. Ma fu la sinistra ad opporsi, gli Eugenio Scalfa¬ri, quell’area culturale e politi¬ca che con Umberto Eco l’ave¬va già preso in giro, dileggian¬do un interprete del sentimen¬to popolare» (Fedele Confalonieri). Bianciardi Prima ancora che Eco se ne uscisse con La Fenomenologia (gennaio 1961), Bianciardi aveva scritto: «I nostri presentatori della televisione avevano successo, e ne hanno ancora, in quanto riassumono ed esprimono certi difetti o tare nazionali. Mike Bongiorno ne riassumeva più di tutti, ed ecco perché lo possiamo stimare il più mediocre di tutti, quindi il più bravo» (sull’Avanti! Nel 1959). Eco riprese l’idea, e a un certo punto Mike, che aveva sofferto molto per questo attacco inaspettato, rispose così: «Non ho mai rinnegato la mia mediocrità. Me ne sono sempre fatto vanto perché per me la mediocrità è uno stato di grazia. […] Mediocrità non è necessariamente sinonimo di ignoranza, piuttosto è parola che ben si sposa con umiltà e modestia». Filosofi «Uno che fa domande a cui non saprebbe mai rispondere. Come i grandi filosofi, appunto» (Gramellini). Brunetta «Era un intellettuale, ma non di quelli inutili». Leggerezza «Il borghese del Vecchio continente è incarnato nei Buddenbrook di Thomas Mann, racconto di una classe inquieta e in declino. L’uomo nuovo americano ha invece una visione ottimistica e semplice, come Babbitt, l’uomo medio raccontato da Sinclair Lewis. E qui sta la grande forza di Mike Bongiorno, un uomo che perfino nello slogan di una vita, ”Allegria!”, ha incarnato il suo rapporto con il mondo. La mancanza di senso critico, in senso europeo, autodistruttivo, gli dà leggerezza e generosità. E’ un uomo non rancoroso, non invidioso, mai malevolo verso gli altri. Anche quando la vita lo costringe a scelte dure in lui non c’è mai risentimento» (Carlo Freccero). Bigama A un certo punto, nel numero del 7 agosto del 1994, Novella 2000 rivelò che la terza moglie di Mike, Daniela Zuccoli, era bigama, avendo impalmato Mike quando era ancora sposata con un italiano conosciuto in America. Mike s’infuriò con i giornali e dimenticò presto la cosa, che intanta Daniela aggiustava in qualche modo. I due hanno poi avuto tre figli, Michele, Nicolò e Leonardo. Daniela «Hai avuto una vita splendida e io sono così fortunata che l’ho condivisa con te. Grazie. Ti amo» (necrologio di Daniela Zuccoli sul Corriere della Sera in morte di Mike). Mogli Oltre a Daniela, Rosaria Numaresca, cantante, sposata a New York nel 1948 (vincolo annullato nel 1953); Annarita Torsello, nozze a Parigi nel 1968, separazione nel 1970. Rischiatutto Il Rischiatutto, «il quiz più importante della storia televisiva italiana» (Mike), dal 5 febbraio 1970 al 2 maggio 1974. Già nel primo anno faceva 20 milioni di spettatori in media (media di Raidue: 7 milioni), divenuti 25 milioni durante il periodo in cui il campione era Massimo Inardi. Solo nel primo anno erano arrivate 25 mila richieste di partecipazione. La trasmissione non venne sospesa nemmeno in occasione dei Mondiali del Messico. Scheletri «Caro signor Mike, io voglio venire a Rischiatutto per rispondere sui morti e sui cimiteri, sulle esumazioni, sugli scheletri e sul sotterramento di uomini celebri. Sono stato becchino per più di mezzo secolo e ho sotterrato migliaia di persone. Ho settantun anni e spero di poter essere utile anche a lei» (lettera di Paolo Tognon dalla provincia di Gorizia. Mike, che racconta l’episodio nella sua autobiografia, non lo fece venire). Cachet Mike guadagnava 6-700 mila lire a puntata. Nel 1977 lo chiamò Berlusconi: «Guardi, io sono uno che vorrebbe fare la televisione commerciale. Siccome so che lei è stato in America, forse potrebbe darmi una mano». Mike prima chiese in giro chi fosse «’sto Berlusconi», poi accettò di dargli una mano di nascosto, restando ufficialmente in Rai: ««Al mattino alle 10 ci trovavamo: lui in maniche di camicia. Un panino e una coca-cola e via a buttare giù idee, palinsesti, progetti. Si andava avanti fino a sera». Nel 1980 il Cavaliere gli chiese di lasciare la Rai e di traslocare a Telemilano (poi Canale 5). Mike: «Quanto mi dai?». Berlusconi, dopo aver armeggiato con la calcolatrice: «Ti bastano 600 milioni?». Mike: «Seicento milioni? Ma per quanti anni?». Berlusconi: «No, per un anno». Mike, incredulo: «Ma come? Seicento milioni per un anno? Non è possibile». Berlusconi: «Sì, perché arriverà la pubblicità e tu e tutti gli altri che verranno a lavorare con noi prenderanno quegli stipendi». Cassette «Una mattina incontrammo il fior fiore dell’imprenditoria italiana, assieme ai dirigenti delle più importanti agenzie di pubblicità. Saranno state 300 persone. Io e Berlusconi parlammo in piedi su due cassette di acqua minerale» (Mike). Knorr «I suoi dadi sono così buoni che forse oltre a un buon brodo si possono fare anche dei cocktail!» (Mike, telepromozione della Knorr). Sbirciare «La gente non deve sbirciare lì dentro, ma guardare i materassi della Eminflex» (Mike dopo una televendita rimprovera Miriana Trevisan per una scollatura troppo generosa). Favole «Una volta mi ha invitato a pranzo nella sua villa sul lago Maggiore: mi sembrava di essere entrato in una favo¬la, ogni portata era il bonus di una tele¬vendita» (Aldo Grasso). Fine Alla fine lo piantò anche Berlusconi: Mediaset l’anno scorso non gli rinnovò il contratto, Mike cercò il Cavaliere al telefono e la segretaria non glielo passò mai. Provò a fare a Berlusconi gli auguri di Natale e la segretaria rispose: «La metto in lista. Ma sapesse quant’è lunga la lista». Grazie «Grazie Mike per averci rincoglioniti fin da piccoli» (Jena sulla Stampa del 9 settembre). Terza stagione «All’ipotesi di passaggio alla pay-tv Fiorello venne convocato da Berlusconi, lui no. Se ne lagnò sotto Natale ospite di Fabio Fazio. Anche qui, a modo suo. Stava tentando l’impresa sbalorditiva di affrontare da protagonista anche la terza stagione della tv, con mezza Italia che ancora non si raccapezzava a capire le prime due» (Dipollina). Telefonata «Mike, Mike, è arrivata la telefonata di Berlusconi». «Dìgli che non ci sono più» (Mike a un angelo che corre tra le nuvole, vignetta di Vauro del 9 settembre 2009).