
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La Raggi s’è insediata ieri, una cerimonia molto carina. Ha fatto anche sedere il figlioletto Matteo di 7 anni sul trono riservato al primo cittadino, c’erano in prima fila i parlamentari Cinquestelle (Di Battista, Taverna, Vignaiuoli), la Meloni ha detto che farà un’opposizione responsabile anche se le pare che la giunta sia stata formata col criterio del Cencelli 2.0, da sinistra ci sono stati forti mugugni perché i grillini si vogliono sedere a sinistra, nell’area cioè che è sempre stata dei rossi, sia quando si chiamavano Pci sia adesso che si chiamano Pd. Raggi, alla giunta riunita in gran segreto poco prima, aveva detto che questa è una giornata storica. Ed è vero: è il primo sindaco donna di Roma da quando Roma ha il sindaco, il Movimento 5 Stelle che solo pochi anni fa come partito neanche esisteva ha vinto le elezioni alla grande, la giunta è fatta di gente nuova di zecca e che, se si guardano i curricula, promette bene. Dunque, bene.
• Diciamo anche qualcosa di male.
No. Per dir male ci sarà eventualmente tempo. E anche per dir bene. S’è insediata appena ieri. Vediamo che fa. Giudichiamo dopo.
• Però non è piaciuto il fatto che ci ha messo tanto tempo a formare la giunta. E che quelli del partito hanno voluto mettere bocca. S’è scoperto che esistono le correnti del M5s, fatto che a me pare piuttosto stupefacente.
Due boss delle correnti, se si deve giudicare da Roma, sono la Roberta Lombardi, che fu capogruppo alla Camera all’inizio della legislatura, e la Paola Taverna, capogruppo al Senato per poche settimane, celebre anche perché contraria alle vaccinazioni (prima di entrare in politica ha lavorato come segretaria in un poliambulatorio di analisi cliniche). Due romanissime. Alla Taverna si attribuisce questa frase, peraltro mai smentita: «Sta Raggi s’è bevuta er cervello… Macché davero pensa de decide da sola tutti gli assessori? Boh». Sul punto la faccio meno drammatica di quello che la fa lei. Prima di tutto è vero l’assioma che giustifica l’invadenza del Movimento 5 Stelle: la Raggi non è arrivata a quel posto in quanto Raggi, ma in quanto candidata del M5s che, in una situazione marcia come quella romana, dove il Pd è sceso al 17% dei consensi, avrebbe fatto eleggere sindaco anche me o lei. Poi magari sarà anche brava, ma questo si vedrà. In secondo luogo: è così tremendo che un gruppo dirigente entri nelle faccende di un suo amministratore?
• Non è tremendo?
Dipende dalle intenzioni con cui mette bocca. La logica spartitoria, secondo cui Tizio deve andare lì perché è amico mio, è orrenda. Ci può essere però un contributo importante, se non è spartitorio o esclusivamente spartitorio, nella discussione relativa alla scelta del personale politico. La lista degli assessori, visti i curricula, non è male. Marcello Minenna, che avrà l’assessorato al Bilancio, probabilmente la responsabilità del Patrimonio, e di sicuro anche le Partecipate (le ha pretese prima di accettare), è uno che se ne intende sul serio e ha avuto il plauso anche di un duro come Stefano Fassina. Hanno titoli per stare dove stanno anche gli altri, compreso Frongia, il vicesindaco che ha scritto uno studio sugli sprechi della città, frutto di un lavoro portato avanti nella giunta Marino.
• Si dice che sia il nuovo compagno della Raggi.
Anche se fosse? In ogni caso: è sensato che il partito stia vicino alla Raggi perché il mondo si farà un’idea della capacità di governo dei grillini proprio dal modo in cui sarà gestita Roma. Città difficilissima, come sappiamo.
• Che mi dice dell’assessora che sta in causa con una sua partecipata?
Paola Muraro, che ha avuto dall’azienda cittadina dei rifiuti (l’Ama) un mucchio di consulenze, e che deve essere ancora pagata - dicono i suoi avvocati - per 200 mila euro. Non so se la nomina all’assessorato all’Ambiente le sarà di vantaggio. Per ragioni politiche dovrà transare, e anche presto, vista pure la situazione finanziaria non eccelsa della controparte. E di consulenze, direi, non ne arriveranno più (la Muraro, l’anno scorso, ha incassato di consulenze dall’Ama 280 mila euro). Da notare anche che il partito ha preteso la parità di genere, cinque donne in giunta (compreso il sindaco) e cinque uomini. La Raggi ha tenuto per sé la delega, molto complicata, del Personale. Il rugbista Lo Cicero, che doveva prendersi lo Sport, andrà a fare il testimonial per Roma nel mondo. La questione delle Olimpiadi, a cui la Raggi è contraria, sta nelle mani di Frongia e, suppongo, del partito. Il quale ha intimato ai suoi di non parlare con nessuno, niente interviste o dichiarazioni. Anche questo è abbastanza stupefacente: una volta Grillo mostrava le discussioni tra i suoi in streaming.
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