Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 08 Venerdì calendario

Il poliziotto che mentì sulla Caserma Diaz è stato punito con 47 euro

Dopo l’irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001 – notte di violenza e pestaggi definita «macelleria messicana» dal vicequestore Michelangelo Fournier – l’agente Massino Nucera dichiarò di essere stato accoltellato da un no-global e mostrò il suo giubbotto lacerato. Non era vero. Come scrivono le sentenze passate in giudicato Nucera aveva «accusato di tentato omicidio una persona non identificata sapendola innocente», e si era procurato da solo o con l’aiuto di un altro agente i maldestri tagli sul giubbotto. Per questo è stato condannato per falso a tre anni e quatto mesi ma la prescrizione si è portata via tutto.
Dopo la sentenza di Cassazione del 2012 l’organo disciplinare della polizia ha valutato la sanzione da comminare a Nucera ed è arrivata la decisione: l’aver dichiarato il falso al fine di «giustificare la violenza» contro persone indifese e aver falsamente dichiarato che ci fu alla scuola Diaz «resistenza armata» vale per Nucera un mese di sospensione dallo stipendio. Invece no. Dopo questa decisione è intervenuto nel 2014 il capo della Polizia che ha riconsiderato la sanzione: basta un giorno di sospensione, a conti fatti 47 euro. Questo considerando «l’ottimo stato di servizio», i premi ricevuti e le «capacità dimostrate».
Nel frattempo Nucera è finito imputato e condannato, quindi ancora una volta prescritto nel 2010, in un altro processo per falsa testimonianza. Alla fine di una partita di basket Teramo-Roseto infatti tre poliziotti picchiarono selvaggiamente «senza alcuna valida giustificazione» (così recita la sentenza) un tifoso del Teramo: tutti condannati, compreso Nucera che testimoniò che il tifoso si era fatto male «prima», durante una rissa mai avvenuta. Condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, prescritto in appello. Il caso riapre gli interrogativi sollevati dalle violenze durante il G8 anche nella caserma di Bolzaneto: della mancanza nel nostro codice del reato di tortura si parlerà a Genova a Palazzo Ducale venerdì 15 con il magistrato Enrico Zucca, giuristi e giornalisti.