Corriere della Sera, 8 luglio 2016
Bruxelles non multa Spagna e Portogallo
La crisi economico-finanziaria, la pesante disoccupazione e l’ascesa dei movimenti euroscettici hanno convinto la Commissione europea e la Bce di Mario Draghi della necessità di flessibilità nel controllo dei vincoli Ue sui bilanci e nei salvataggi bancari. La Commissione di Jean-Claude Juncker, promotore del rigore finanziario quando guidava l’Eurogruppo in sintonia con la cancelliera tedesca Angela Merkel, si è limitata a constatare i pluriennali deficit eccessivi della Spagna e del Portogallo, rinviando al livello politico dell’Ecofin la eventuale richiesta delle previste sanzioni (multe fino allo 0,2% del Pil nazionale e sospensione dei fondi Ue).
«La situazione attuale, con nuovi cali delle azioni dopo Brexit, merita una profonda riflessione sull’opportunità di superare alcune imperfezioni del mercato con un po’ di sostegno pubblico, per migliorare decisamente la stabilità di alcuni settori bancari», è il segnale del vicepresidente della Bce, Vitor Constancio, mentre tra Bruxelles e Roma si sta trattando su Mps.
Martedì scorso il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, aveva già aperto alle richieste italiane di flessibilità sugli aiuti pubblici nei salvataggi bancari. Il presidente olandese dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, sostenitore del rigorismo tedesco, è intervenuto ammonendo Roma che «non si può tornare indietro», a quando «si potevano sostenere le banche con il denaro dei contribuenti», e accusandola perché allora «non l’ha fatto». Ma a Bruxelles, dietro questo richiamo, molti hanno visto solo un ammonimento al premier Matteo Renzi, che aveva accusato il sistema bancario tedesco di mettere a rischio l’Europa con le sue esposizioni su derivati, nonostante la Commissione abbia aperto alla flessibilità anche sul maxi debito italiano.
«Il Patto di stabilità va applicato con buon senso», ha commentato Dombrovskis annunciando le violazioni di Spagna e Portogallo. Il commissario francese Pierre Moscovici ha aggiunto che le regole europee di governance devono «incoraggiare» e «non essere sistematicamente punitive». La Commissione, che avrebbe il ruolo di guardiano indipendente dei Trattati Ue, ha rinviato all’Ecofin di martedì prossimo (anche se di fatto conta cosa deciderà il giorno prima l’Eurogruppo). «La palla ora è nel campo del Consiglio», ha detto Dombrovskis.
Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, insieme a Dijsselbloem e ad altri alleati di Paesi del Nord, ha sempre chiesto il rigido rispetto dei vincoli Ue di bilancio. Ma, in genere, i governi ammorbidiscono le decisioni tecniche della Commissione (e non viceversa). L’Eurogruppo potrebbe sollecitare sanzioni simboliche a Spagna e Portogallo. «La multa verrà probabilmente ridotta a zero», ha ipotizzato Dombrovskis.