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 2016  luglio 08 Venerdì calendario

La Sicilia ricoperta di immondizia

Benvenuti a Palermo: il biglietto di presentazione del capoluogo siciliano è una lunga, interminabile sequela di sacchetti di spazzatura ammucchiati nel territorio del comune di Carini, lungo l’autostrada che dall’aeroporto Falcone Borsellino conduce in città. Discariche infinite. Non è solo colpa delle amministrazioni locali, che devono mandare i rifiuti a Catania, a quasi 250 chilometri di distanza, perché hanno avuto il divieto di conferire a Bellolampo, che sorge a una quindicina di chilometri. Non va meglio nella vicina Capaci e se si va in un’altra zona turistica conosciuta non solo in Sicilia, Makari, frazione di San Vito Lo Capo, provincia di Trapani, la raccolta è a singhiozzo e lo spettacolo desolante.
La Sicilia vittima del caos rifiuti e anche del caos della politica, che non sa da dove cominciare per risolvere un’emergenza che condiziona la vita di ogni giorno: il presidente della Regione, Rosario Crocetta, un giorno parla di spedire i rifiuti all’estero, ma non sa dove, il giorno dopo esclude di farlo, perché costerebbe 40 milioni che graverebbero sui contribuenti e il giorno appresso riparla dei termovalorizzatori. Ma la realtà drammatica e attuale vede saturarsi sempre più le discariche, unico sistema di smaltimento in Sicilia, in cui la raccolta differenziata è ferma a un misero 12 per cento e i termovalorizzatori sono sempre rimasti sulla carta, per via di un contenzioso giudiziario col gruppo Falck (chiuso senza vincitori né vinti), e con un’inchiesta giudiziaria che non ha dimostrato il pagamento di una maxitangente a pezzi dei governi di Totò Cuffaro.
I nodi ora vengono al pettine, perché le aree destinate a discarica non riescono più a ricevere nuovi conferimenti e l’impianto (privato) di Siculiana, appartenente a una società del numero due di Confindustria siciliana, Giuseppe Catanzaro, è privo degli impianti tecnologici richiesti dalla legge per trattare i rifiuti. Sotto pressione ancora di più, dunque, l’impianto palermitano di Bellolampo e i camion si spostano sul versante orientale dell’Isola, provando a scaricare l’immondizia nella discarica di Lentini.
L’assessore regionale all’Energia è un magistrato in aspettativa, Vania Contrafatto: a Roma incassa pesanti critiche sull’atteggiamento del governo di cui fa parte, a cominciare dall’autorizzazione data ai Comuni per gestire in proprio le gare per lo smaltimento, non ricorrendo all’unica autorità centrale concordata col governo Renzi. Sicilia inadempiente, Crocetta indeciso e ora frenata sui cinque nuovi termovalorizzatori programmati, ma la cui realizzazione non è immediata, perché richiede almeno un paio di anni, gare, appalti. Ma se anche si riuscisse a spedire, chi dovrebbe materialmente mandare i rifiuti fuori dall’Isola? «I gestori delle discariche, autonomamente», ha detto la Contrafatto. Ma secondo i calcoli dell’assessorato, entro fine anno saranno 250 mila le tonnellate da spedire fuori.