VARIE 8/7/2016, 8 luglio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IL MASSACRO DI DALLAS REPUBBLICA.IT CINQUE poliziotti morti, sette feriti. Tra i colpiti, due sono donne
APPUNTI PER GAZZETTA - IL MASSACRO DI DALLAS REPUBBLICA.IT CINQUE poliziotti morti, sette feriti. Tra i colpiti, due sono donne. Feriti anche due civili. La veglia notturna contro l’uccisione di due afroamericani in Louisiana e Minnesota è finita in un bagno di sangue a Dallas, quando uno, forse due, cecchini hanno cominciato a sparare sulle forze dell’ordine schierate al lato del corteo. Poi la gente ha cominciato a scappare, nel panico. La polizia ha arrestato tre sospetti, mentre una quarta persona, un uomo di 25 anni, ritenuto uno dei cecchini e identificato poi come Micah Xavier Johnson, è morto dopo essersi barricato al secondo piano del garage El Centro. LA MAPPA DELLA SPARATORIA Secondo il dipartimento di polizia c’erano più uomini pronti a colpire, appostati alle spalle gli agenti presumibilmente da un piano elevato del garage El Centro, che si trova sul tragitto della marcia. Uno, secondo il racconto di un testimone che ha filmato la scena, avrebbe sparato e ucciso un agente a distanza ravvicinata. Nessuna certezza sulla matrice dell’attacco, ma con il passare delle ore è arrivata su Facebook la rivendicazione dell’autoproclamato gruppo Back Power. Dallas,cecchini colpiscono gli agenti: la sparatoria e i poliziotti a terra Condividi Dall’11 settembre, quello di oggi è il maggior numero di vittime tra le forze di sicurezza statunitensi in un solo attacco. Non si tratta di terrorismo, ha detto la polizia. Quella di oggi è guerra per vendetta razziale. Uno dei cecchini arrestati ha detto di non appartenere a nessun gruppo: "Voleva solo uccidere dei bianchi, in particolare poliziotti bianchi", ha detto il capo della polizia. Tre persone fermate. Una donna, afroamericana di pelle chiara, che si trovava vicino al garage e due persone all’interno di una mercedes scura sono state prese. Ma non stanno collaborando. "Hanno la bocca cucita", ha detto il sindaco della città texana, Mike Rawlings. "Aspettiamo che crollino", ha aggiunto il capo della polizia David Brown. Quello di oggi a Dallas è stato un vero e proprio agguato in stile militare, pianificato proprio nella stessa città in cui oltre mezzo secolo fa il più famoso cecchino della storia d’America uccise il presidente Kennedy e i sogni della Nuova Frontiera. Informato a Varsavia dove si trova, il presidente Obama ha condannato l’attacco. "A nome di tutti gli americani, siamo inorriditi". MAPPA Negli Usa 509 morti per violenza polizia nel 2016 "Volevano ferire o uccidere il più alto numero possibile di poliziotti" ha detto Brown, "secondo le prime ipotesi, più cecchini volevano operare insieme con fucili, da posizioni triangolate ed elevate in diversi punti del centro della città, seguendo il tragitto del corteo". La polizia ha perlustrato le strade con i cani per cercare bombe, ma non ha trovato nessun ordigno. Dallas però oggi è una città attonita, ferma. Non circolano bus né treni, lo spazio aereo cittadino è chiuso. La ricerca dei colpevoli non è terminata. Dallas, i cinque poliziotti uccisi dai cecchini È cominciato alle 20:58 (2:58 in italia). Una serata estiva, ancora calda. Durante il giorno c’erano stati quasi 40 gradi. Diverse centinaia di persone si erano radunate e stavano marciando verso City Hall (FOTO), come a Dallas, altre manifestazioni erano in corso in varie città del Paese (FOTO). A fare barriera lungo la strada che porta alla sede del Comune c’erano i poliziotti, schierati e pronti a impedire assalti di ogni genere. Ma la marcia era pacifica, tranquilla. All’improvviso si sono sentiti colpi d’arma da fuoco (pistole o forse fucili d’assalto) e mentre la folla si disperdeva nel tentativo di trovare rifugio, una dozzina di agenti è rimasta a terra. Dallas, il cecchino in fuga spara alla schiena al poliziotto Condividi Per quattro di loro non c’è stato nulla da fare, sono morti sul colpo, altri sette sono stati trasportati d’urgenza nel più vicino ospedale, di questi un quinto poliziotto non ce l’ha fatta ed è morto in ospedale. Il testimone: "Un’esecuzione". Molti tra i presenti parlano di decine di colpi d’arma da fuoco provenienti da un’arma semi-automatica che "arrivavano da un tetto". Ma Ismael Dejesus, un testimone intervistato dalla Cnn che ha assistito e filmato in parte l’uccisione di un agente dalla finestra di un albergo di Dallas, parla invece di un assalitore sceso da un Suv Chevy vestito da combattimento. "Aveva un fucile, chiaramente un AR-15 (fucile automatico usato anche nella strage di Orlando, ndr). Si è nascosto dietro un pilone, ha inserito un caricatore e ha iniziato a sparare. Sembrava tutto preparato. Sapeva dove posizionarsi. Aveva le munizioni a portata di mano - ha detto Dejesus - non erano piccoli caricatori ma ad alta capacità". Quando è arrivato un agente l’uomo lo ha colpito con diversi colpi sparati a distanza ravvicinata. "Onestamente, sembrava un’esecuzione. Lo ha sovrastato quando (il poliziotto) è caduto e gli sparato tre o quattro volte nella schiena". Dallas: spari sui poliziotti, panico tra i manifestanti Condividi Gli arresti. I tre arrestati sono una donna e due uomini fermati su una Mercedes nera a bordo della quale avevano caricato una borsa mimetica. "Siamo devastati - si legge sull’account Twitter del Corpo -. La persona di cui circolavano le immagini si è consegnata. Un altro sospetto, che ha dato il via a una sparatoria con lo Swat team, è stato arrestato". Morto l’uomo barricato. La polizia di Dallas ha poi circondato un uomo che si era barricato al secondo piano del garage El Centro e che minacciava di far esplodere bombe in città. Potrebbe essere proprio quello che aveva sparato al poliziotto a distanza ravvicinata. Dal garage ha aperto il fuoco contro gli agenti e affermato che "ci sono bombe, sia nel garage che tra le strade al centro". L’Fbi e gli artificieri hanno trovato due pacchi sospetti, ma durante la perlustrazione non hanno trovato ordigni. Il sindaco Rawlings ha confermato la sua morte, non per suicidio come sostenuto dai media locali, ma quando gli agenti hanno usato esplosivo nel tentativo di farlo uscire allo scoperto. L’uomo è stato identificato: si tratta del 25enne Micah Johnson, stando a quanto scrive il Los Angeles Times, secondo cui l’uomo non aveva precedenti penali. Micah Johnson viveva a Mesquite, alla periferia dell’area metropolitana di Dallas, considerata una delle capitali del rodeo negli Usa. Il primo uomo a consegnarsi. Uno dei primi sospetti si è consegnato poco dopo che la polizia aveva pubblicato la sua foto sul proprio account Twitter. La foto è stata ri-twittata quasi 400 mila volte e mostrata sui network americani. Si trattava di Mark Hughes, fratello di uno degli organizzatori della marcia di protesta Cory Hughes. Secondo quanto sostiene la Cbs , girava armato di fucile, ma non aveva sparato e qualche ora dopo essersi consegnato, è stato rilasciato. In effetti in Texas da quest’anno la legge consente di mostrare le proprie armi in pubblico, una pratica che era vietata dal 1871. Dallas, il sospetto rilasciato: "La mia foto su tutti i tg, non ci posso credere" Condividi I motivi. Quarantotto ore dopo l’uccisione di Alton Sterling a Baton Rouge, ventiquattro dopo quella di Philando Castile a St.Paul (entrambi uccisi da poliziotti bianchi), si alza il livello dello scontro, che si avvicina ormai a una vera e propria guerra tra comunità afroamericane e agenti di polizia in ogni angolo degli States. Le uccisioni a freddo di due americani di pelle nera in Louisiana e Minnesota, documentate da video diventati in poche ore virali in rete, hanno riaperto una ferita mai chiusa. La condanna di Obama. "Siamo inorriditi. È stato un attacco feroce e premeditato. Parlo a nome di tutti gli americani, s’è trattato di un attacco tragico senza alcuna giustificazione". "Daremo tutta l’assistenza necessaria", ha detto il presidente che si trova a a Varsavia per il summit della Nato, "l’intera città è nel dolore". Il discorso di Obama aggiorna e cambia quello che aveva fatto ieri quando aveva detto "tutte le persone di buon senso dovrebbero essere preoccupate dal problema della frequenza con cui la polizia uccide gli afroamericani". Dallas, Obama: "Atto feroce, terribile e calcolato" Condividi Oggi, dopo essere stato informato dei fatti di Dallas, Obama ha un tono diverso. "Gli agenti fanno un lavoro difficile, lo fanno in maniera encomiabile, dovremmo dare supporto, sostegno, perché la polizia ci protegge, e oggi la nostra attenzione e il nostro cuore è con le famiglie delle vittime. La violenza contro le forze dell’ordine non può mai essere giustificata". Poi, di nuovo, il presidente ha sottolineato il rischio del facile accesso negli Stati Uniti alle armi da fuoco. A pochi mesi dalle presidenziali di novembre la questione razziale rischia di diventare il testamento finale sul doppio mandato alla Casa Bianca del primo presidente nero degli Stati Uniti. Dallas: il saluto dei poliziotti alle vittime Condividi Annullati appuntamenti elettorali. I due candidati principali alle prossime presidenziali statunitensi, il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton, hanno deciso di rinviare gli appuntamenti elettorali in programma oggi. Clinton era attesa a Scranton, in Pennsylvania, con il vicepresidente Joe Biden, mentre Trump ha annullato il suo viaggio a Miami. Movimento Black Lives Matter contro l’attacco. Il movimento Black Lives Matter (Le vite dei neri contano) ha condannato l’attacco di Dallas sottolineando che l’organizzazione impegnata a contrastare la brutalità dei metodi della polizia contro gli afroamericani "si batte per la dignità, la giustizia e la libertà. Non l’omicidio". Renzi: "Insieme contro odio e razzismo". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha rivolto un invito: "Tutti insieme dobbiamo combattere la cultura dell’odio e del disprezzo. Respingere l’odio, l’insulto, la discriminazione. Respingere la paura dell’altro, da Dallas a Baghdad, da Dacca a Fermo. Una sfida che fa tremare i polsi, tanto è alta e impegnativa. Ma anche una di quelle sfide che danno alla politica il significato più profondo della sua vocazione", ha scritto nell’Enews. ASSASSINIO DI PHILANDO CASTILE REPUBBLICA.IT DI IERI Colpito dagli spari della polizia mentre era in auto con la moglie e la figlia piccola. Era afroamericano ed è un’altra morte, dopo quella dell’uomo ucciso a bruciapelo in Louisiana con le spalle a terra, che incendia il clima tra forze dell’ordine e la comunità dei neri americani. Stavolta è successo in Minnesota, a Saint Paul, nei sobborghi di Minneapolis. L’uomo, Philando Castile, 32 anni, è stato portato in un ospedale in condizioni gravissime ed è morto poco dopo. In un drammatico video girato dalla donna su FbLive, si vede un uomo seduto in auto con la cintura di sicurezza allacciata e la camicia intrisa di sangue e lei che urla in diretta che un agente ha appena sparato "quattro o cinque colpi" al compagno. E di ora in ora monta la protesta: qualche ora dopo l’uccisione, il governatore del Minnesota Mark Dayton é stato portato via dalla sua residenza a Saint Paul per motivi di sicurezza dopo che centinaia di persone si sono riunite nella notte per protesta: "No justice no sleep", "niente giustizia, non si dorme", urlavano i manifestanti, e ancora "Mark Dayton, ti interessa?". I vigili del fuoco hanno dovuto anche spegnere un incendio davanti all’abitazione. Minnesota: afroamericano ucciso da poliziotto, la compagna filma la scena Condividi PUBBLICITÀ inRead invented by Teads Castile, intorno alle 21 di mercoledì sera, ora locale, è stato ucciso nella sua auto mentre, su richiesta degli agenti, prendeva i documenti durante un normale controllo. La donna nel video spiega che Castile stava cercando il suo portafoglio per mostrare la carta d’identità all’agente e che l’uomo aveva avvisato di avere con sè un’arma da fuoco, ma regolarmente denunciata; dopodichè la polizia gli chiede di portare le mani alla testa. A quel punto, secondo la versione della compagna della vittima, il poliziotto gli ha sparato "più volte". Le immagini mostrano le mani di un agente, visibilmente nervoso, che punta la pistola a Castile, rimasto in silenzio all’interno del veicolo, con la cintura di sicurezza allacciata, la maglietta intrisa di sangue e il busto all’indietro. In una breve conferenza stampa di Jon Mangseth, capo della polizia di St. Anthony, qualcosa, ma ancora poco, è stato chiarito. Intanto che l’agente che ha sparato i colpi è stato identificato e momentaneamente messo in congedo in attesa dei riscontri. Non è chiaro, inoltre, se ci siano altri agenti coinvolti e, soprattutto, quali siano state le circostanze che hanno portato uno (o forse più agenti) a sparare e uccidere un uomo che, se il video verrà ritenuto attendibile, appare seduto nel sedile dell’auto senza armi e con la cintura di sicurezza ancora allacciata. Castile non aveva nessun precedente penale, era stato fermato per un normale controllo stradale perchè aveva un fanalino posteriore rotto e da quindici anni lavorava come responsabile della mensa di una scuola Montessori. Louisiana: afroamericano ucciso dalla polizia, il nuovo video Condividi Le due morti - l’uno martedì a Baton Rouge, in Louisiana, l’altro mercoledì sera in Minnesota - riaprono la ferita razziale negli Stati Uniti. Per Alton Sterling centinaia di persone per la seconda notte consecutiva si sono riunite nel luogo dove l’uomo è stato ucciso a bruciapelo mentre era spalle a terra, vicenda per la quale il dipartimento della Giustizia ha annunciato l’apertura di una indagine su due poliziotti che hanno sparato. Louisiana, afroamericano ucciso: il pianto disperato del figlio Condividi Nelle stesse ore la nuova vittima in Minnesota dove, di ora in ora, cresce la protesta della comunità afroamericana. Secondo le televisioni locali, una folla di persone si è raccolta poche ore dopo la sparatoria cercando i bloccare il carro attrezzi che ha rimosso l’auto di Castile, urlando "assassini" alla polizia. Sono state anche accese candele in memoria del giovane ucciso, il cui nome "Philando Castile" è stato scandito anche negli slogan delle centinaia di persone che si sono assembrate sotto la residenza del governatore del Minnesota fino all’evacuazione della sede per motivi di sicurezza. "Hanno ucciso mio fratello e gli hanno puntato una pistola contro mentre era ferito, senza fare nulla per aiutarlo: ma era un bravo ragazzo, un lavoratoreda quando aveva 18 anni", ha detto la sorella, che insieme ad altri familiari, ha accompagnato la mamma Valerie, 60 anni, all’ospedale dove è morto il figlio. Nel video, che dura circa 10 minuti ed è stato postato su Facebook all’account di Lavish Reynolds, la donna, che ha le mani alzate e afferma di aspettare per uscire dalla macchina l’arrivo di altri agenti, ripete che il giovane compagno afroamericano non aveva "nessun precedente, mai stato in prigione, non è membro di nessuna gang". E che aveva avvisato gli agenti, appena fermato perché aveva una luce di posizione rotta, di essere in possesso di un’arma legalmente registrata. "Allora ha detto all’agente che stava prendendo il suo portafogli e i suoi documenti e lui gli ha sparato ad un braccio", dice ancora nel video la donna che afferma che l’agente ha sparato 4 volte. "Ucciso per nessuna ragione", ha ribadito la giovane compagna, anche lei intimidita dagli agenti. "Signora tenga le mani dove sono - incalza l’agente che continua a tenere la pistola puntata ad altezza uomo - gli avevo detto di non muoversi di tenere le mani in alto". "Questo è un linciaggio legale. La giustizia deve prevalere", ha detto sul suo account twitter il reverendo Jesse Jackson, icona del movimento per i diritti civili degli afroamericani tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. L’uso della forza da parte degli agenti di polizia contro gli afroamericani è già finito diverse volte al centro di polemiche e ha scatenato violente proteste per casi analoghi recenti accaduti a Ferguson, in Wisconsin, a Baltimora, in Maryland, e a New York. E il democratico Bernie Sanders twitta: "La violenza che ha ucciso Alton Sterling e Philando Castile è diventata un evento tutto troppo comune per le persone di colore. E questo deve finire". UCCISIONE DI STERLING Torna a montare la protesta degli afroamericani dopo un nuovo caso di uccisione di un nero da parte di un agente di polizia. Questa volta è accaduto a Baton Rouge, in Louisiana, dove martedì a morire sotto i colpi di un tutore dell’ordine è stato il 37enne Alton Sterling. Alcune ore dopo, circa 200 persone sono scese in strada nella città, ma le manifestazioni di rabbia e dolore si sono moltiplicate e sono andate avanti per tutta la notte dopo la diffusione su internet di un video girato con un cellulare, diventato in breve virale, in cui viene che presumibilmente mostrata la sequenza che ha portato alla morte di Sterling. Louisiana, afroamericano fermato e ucciso dalla polizia: il video di un testimone Condividi Immagini durissime. Due agenti affrontano un afroamericano che indossa una maglietta rossa, che non sembra impugnare alcuna pistola. I poliziotti trascinano a terra l’uomo, che si agita e cerca di divincolarsi. Finché uno dei due agenti urla all’altro "Ha una pistola! Pistola!". A quel punto, si vede chiaramente nel video, un poliziotto estrae la sua pistola dalla fondina, la punta contro il nero spalle a terra e fa fuoco da distanza ravvicinatissima contro di lui. Autore del video è Arthur Reed, membro di un gruppo chiamato emblematicamente Stop the Killing Inc. Alla Associated Press, Reed ha raccontato che assieme al suo team si è precipitato sul luogo dopo aver appreso di quanto stava accadendo dalla radio della polizia. E di aver poi diffuso il filmato sui social come "servizio alla comunità". "Quando siamo arrivati la colluttazione era già in corso, poi c’è stata quell’escalation. Dopo gli spari, siamo andati via". Usa, proteste in Louisiana: afroamericano ucciso dalla polizia Condividi Da quanto dichiarato dal medico legale, Dr. William Clark, l’autopsia evidenzia "molteplici ferite da arma da fuoco al petto e alle spalle" di Sterling. Il portavoce della polizia, L’Jean McKneely, fornisce inizialmente solo una parziale versione dei fatti: due agenti sono intervenuti intorno a mezzogiorno e mezzo in risposta a una telefonata partita da un minimarket in cui un anonimo affermava che un ambulante di Cd con indosso una maglietta rossa (dettaglio che coincide con quanto mostra il video) lo aveva minacciato con una pistola. McKneely aggiunge che tra i due agenti e Sterling c’è stata una sorta di "alterco" concluso con la sparatoria risultata fatale all’ambulante. I due agenti sono stati messi in permesso amministrativo, pratica standard del dipartimento di polizia in simili casi. Adesso, di fronte all’evidenza del video, il capo della polizia di Baton Rouge, Carl Dabadie Jr, è prima costretto ad ammettere: "Quell’uomo era armato, ma quanto è accaduto solleva una serie di domande. Quanto è accaduto è una tragedia. E - rivolto ai giornalisti - come voi, chiedo risposte". Poi, a porgere a taccuini, microfoni e telecamere i nomi dei due agenti responsabili della morte dell’ambulante: Blane Salamoni and Howie Lake II, in servizio rispettivamente da quattro e tre anni. Oltre al video di Stop the Killing Inc, c’è la testimonianza di Abdul Muflahi, proprietario del minimarket al cui esterno è avvenuta la sparatoria, secondo il quale Sterling non impugnava alcuna arma, gli agenti gli avrebbero estratto la pistola dalla tasca solo quando era già accasciato a terra. Ora le organizzazioni in difesa dei diritti degli afroamericani, in particolare la sezione della Louisiana della storica Naacp (National Association for the Advancement of Coloured People), chiedono che il capo della Polizia di Baton Rouge venga licenziato o si dimetta e che sia aperta un’inchiesta federale sul caso. Richiesta, quest’ultima, accolta. Lo annuncia il governatore della Louisiana, John Bel Edwards, democratico e veterano dell’esercito, dicendo di comprendere la rabbia dei contestatori e lanciando un appello alla calma. "Il Dipartimento della Giustizia americano investigherà sulla morte dell’afroamericano ucciso dalla polizia. E quel video - commenta Edwards - è come minimo inquietante". "A guidare l’indagine - aggiunge il governatore - sarà la divisione diritti civili del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti, assistita dall’ufficio del procuratore della Louisiana e dal Fbi. Ho piena fiducia che la questione sarà indagata in modo esauriente, imparziale e professionale ed esigo che l’indagine sia condotta in questo modo". Louisiana, afroamericano ucciso: il pianto disperato del figlio Condividi Familiari e amici di Sterling esprimono in diretta tv il loro dolore, la loro rabbia, l’indignazione. Particolarmente toccanti le immagini del figlioletto di Sterling in lacrime e sua madre accusare la polizia di aver "strappato un padre ai loro figli. Dovete vedere queste scene - continua la donna puntando il dito contro i poliziotti mentre il ragazzino singhiozza - io dovrò crescere un figlio che ricorderà cosa è successo a suo padre. Vedi tuo figlio soffrire e non c’è nulla che puoi fare per impedirlo". Per mercoledì notte è programmata una veglia e gli amici di Sterling hanno realizzato una sorta di altare commemoratico utilizzando il tavolino e la sedia pieghevoli con cui l’ambulante vendeva i suoi dischi. Un impiegato del minimarket, il 25enne Mufleh Alatiyat, descrive Sterling come un uomo "generoso", che spesso regalava i suoi Cd e non lesinava qualche spicciolo a chi ne aveva bisogno, a cui comprava anche da mangiare e da bere.