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 2016  luglio 08 Venerdì calendario

A NORD I SUDDITI, A SUD I SOLDI: IL LATO OSCURO DEL REGNO UNITO – 1. Circa un mese dopo il referendum per l’indipendenza scozzese, la commissione per le Riforme costituzionali del parlamento di Westminster mi chiese di intervenire a una conferenza organizzata per degli studenti di legge

A NORD I SUDDITI, A SUD I SOLDI: IL LATO OSCURO DEL REGNO UNITO – 1. Circa un mese dopo il referendum per l’indipendenza scozzese, la commissione per le Riforme costituzionali del parlamento di Westminster mi chiese di intervenire a una conferenza organizzata per degli studenti di legge. L’incontro si svolgeva in una delle magnifiche sale della commissione, nel palazzo del Parlamento, e tra gli oratori vi erano il presidente della commissione stessa (un laburista), uno dei suoi colleglli conservatori e il leader di un’importante organizzazione che si batte per le riforme costituzionali. Ho esordito ponendo all’uditorio – composto da studenti e praticanti delle migliori facoltà di giurisprudenza del paese – quella che mi sembrava una domanda ovvia. Per poter accedere all’edificio occorre attraversare la piazza del Parlamento e quel giorno, al pari degli ultimi mesi, i due lati della piazza erano adorni di bandiere: quattordici da una parte, cinque dall’altra. Ho dunque chiesto se qualcuno tra i presenti sapesse dirmi che bandiere fossero: silenzio. E i due deputati, tra i più fini politici che si occupano dello strano assetto costituzionale britannico, che quelle bandiere le vedevano ogni giorno andando a lavoro? Silenzio. Forse, se quella conferenza si fosse svolta dopo lo scandalo dei Panama paper il mio pubblico sarebbe stato un po’ più informato. D’altro canto, dubito che in tal caso le autorità sarebbero state così propense a celebrare i territori d’Oltremare britannici e i protettorati della Corona, cui le suddette bandiere appartengono. I cinque stendardi sul lato est della piazza sono infatti i simboli di altrettanti protettorati: Man, Jersey, Guernsey, Alderney e Sark (gli ultimi tre raggruppati nel baliato di Guernsey). Si tratta di micro-Stati indipendenti, costituiti da isole poste nell’arcipelago irlandese e britannico di proprietà della Corona, ma che non sono parte né del Regno Unito né dell’Unione Europea, dato che si sono sempre autogovernati. Il Tynwald (parlamento) dell’Isola di Man rivendica il titolo di assemblea legislativa più antica del mondo, ma di fatto Man e gli altri protettorati hanno sempre lasciato che fosse Londra a gestire la loro politica estera. L’importanza e l’utilità dei protettorati sta nel fatto che essi offrono dei regimi di bassa imposizione fiscale a un tiro di schioppo dal Regno Unito e dall’Europa continentale. Scendendo dal traghetto a Douglas – la vittoriana capitale di Man – dopo un breve tragitto da Liverpool o Dublino, la prima cosa che si vede è una lunga teoria di filiali offshore delle maggiori banche mondiali. 2. Le quattordici bandiere sul lato opposto della piazza designano invece altrettanti territori d’Oltremare: Akrotiri e Dhekelia, Anguilla, Bermuda, il Territorio antartico britannico, il Territorio britannico dell’Oceano Indiano, le Isole Vergini, le Cayman, le Falkland, Gibilterra, Montserrat, le Isole Pitcaim, Sant’Elena, Ascension e Tristan da Cunha, Georgia del Sud e Sandwich Meridionali, Isole di Turks e Caicos. Fino al 1997, nella lista figurava anche Hong Kong.I territori d’Oltremare sono ciò che resta del più grande impero della storia. Essi vanno dall’immensa Antartide alla piccola Gibilterra, toccano tre dei quattro oceani del globo e contengono il 99% della biodiversità di cui è responsabile il Regno Unito, compreso un numero di pinguini superiore a quello di qualsiasi altro paese. La loro presenza fa sì che le terre governate da Westminster nell’emisfero meridionale siano nettamente piti vaste rispetto a quelle dell’emisfero settentrionale. Sono posti sperduti, lontani da tutto. Edinburgh of the Seven Seas. il villaggio che funge da capitale di Tristan da Cunha, è l’insediamento umano più remoto del pianeta: si trova a 2.173 chilometri dalla cittadina più vicina. Sebbene molti, anche nel Regno Unito, abbiano poca o nulla cognizione di tali luoghi, essi irrompono nella politica internazionale e nella coscienza britannica con sorprendente frequenza.La guerra delle Falkland fu determinante nella prima rielezione di Margaret Thatcher, vellicando i sopiti istinti coloniali degli inglesi. La giustificazione «legale» della guerra in Iraq fu l’idea che Saddam Hussein possedesse armi di distruzione di massa in grado di colpire in 45 minuti Akrotiri e Dhekelia, le basi britanniche a Cipro. Di tanto in tanto la Spagna avanza rivendicazioni su Gibilterra, oppure i chagosiani espulsi (con l’assenso di Londra) dall’isola maggiore dell’arcipelago, Diego Garcia, per fare spazio a una base americana, tornano a far sentire la loro voce. Qualche anno fa, una triste vicenda giudiziaria portò i giornalisti su Pitcaim, forse il più piccolo territorio autogovernato al mondo, abitato unicamente dalla settantina di discendenti degli ammutinati del Bounty. Era emerso che per gli uomini fosse diventato normale fare sesso con ragazzine minorenni e quasi tutta la popolazione maschile adulta era stata incarcerata per ordine di un giudice neozelandese. E quando nel 1995 il vulcano di Montserrat si risvegliò, due terzi della popolazione locale furono evacuati, in gran parte nel Regno Unito.Più di recente, alcuni dei territori pili popolosi – specie le Isole Cayman,3 I Vergini e Bermuda – sono assurti agli onori delle cronache in quanto fulcri delmaggior circuito di evasione ed elusione fiscale al mondo. La quantità di denaro parcheggiata in società di comodo e conti segreti domiciliati in queste isole è stimata in 21 mila miliardi di dollari1: sette volte il prodotto interno lordo (pii) britannico, il che fa di tali atolli l’elemento di maggior influenza del Regno Unito nell’economia mondiale. Per gli addetti ai lavori non è stata una sorpresa apprendere che oltre metà delle società citate nei Panama pajx’rs fossero registrate nel Regno Unito2 o in uno dei suoi territori. Di stessa Hong Kong, tornata alla Cina nel 1997, è ancora fortemente integrata nel network e vi gioca un ruolo di rilievo: negli ultimi anni Londra è divenuta la capitale del riciclaggio di denaro3, mecca del crimine organizzato e della corruzione.Al centro di questo sistema vi è la City, il distretto finanziario di Londra. Il Miglio quadrato, com ò noto, è Fisicamente ubicato nel cuore della capitale britannica, ma dal punto di vista amministrativo costituisce una città a se stante. Pur avendo una popolazione residente di appena 7 mila anime, gode da circa mille anni di un’eccezione costituzionale: ha un proprio rappresentante in parlamento (Remembrancer), un proprio consiglio municipale eletto dalla finanza, più che dai cittadini, e un proprio corpo di polizia, la City of London Poi ice, da non confondere con la Metropolitan Police (la polizia di Londra, che ha sede a Scotland Yard). Li City costituisce, insieme al molto più recente Canary Warf, il distreno finanziario britannico, che nel Regno Unito è sinonimo di grandi banche.3. Per comprendere il referendum suH’uscita dall’Ue occorre capire la costituzione britannica. Ma per capire quest’ultima è indispensabile tener conto che sebbene il grosso della popolazione governata da Londra risieda in un piccolo arcipelago nell’Atlantico settentrionale, gran parte delle terre e soprattutto dei soldi cui lo Stato britannico sovrintende sono altrove.Il nesso tra finanza, crimine e corruzione esercita una profonda influenza sul funzionamento del Regno Unito. Non è una coincidenza che due delle quattro maggiori società di revisione mondiali – PricewaterhouseCoopers (PwC) ed Ernst&Young – abbiano i loro quartier generali a Londra. Dallo scandalo Luxembourg Leaks * è emerso che entrambe le società aiuta(va)no i loro clienti ad eludere il Fisco’* e PwC è stata pesantemente implicata nel collasso del gigante assicurativo Aig6 (per citare solo due delle controversie che riguardano questi colossi).Il molo svolto da tali società nel nascondere al fisco miliardi di sterline va di pari passo con 1 influenza da esse esercitata nel processo politico e normativo britannico. Prima delle ultime elezioni, PwC ha donato ai laburisti l’equivalente di 600 mila sterline in parcelle”, aiutando il partito a scrivere la sua politica fiscale. Come evidenziato al tempo dal Guardian, la questione non riguarda solo il Labour: «È prassi discreta ma consolidata a Westminster che i partiti d’opposizione ricevano sostegno dalle grandi società di consulenza fiscale nella formulazione delle loro politiche, specie in vista delle elezioni». Si tratta dello stesso paese in cui recentemente il governo ha tentato di vietare ai docenti delle università statali di influenzare le politiche pubbliche8. La faccenda si lega a un altro scandalo attualmente in corso nel Regno Unito. Alcune inchieste della rete televisiva Channel 49 hanno trascinato il Partito consenatore in tribunale con l’accusa di aver violato le regole elettorali. Come? Investendo somme spropositate in circoscrizioni marginali, il che ha permesso ai Tories di riconquistare la maggioranza per la prima volta dal 1992. L’esito ha colto tutti di sorpresa e ha costretto David Cameron a onorare una promessa elettorale che intendeva accantonare nelle consultazioni per la formazione del governo: quella di tenere un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Ue.L’indagine è ancora in corso, ma è già appurato che oltre ai 15,6 milioni di sterline di spese elettorali dichiarate (3,5 in più dei laburisti), i conservatori hanno omesso di rendicontare esborsi per centinaia di migliaia di sterline. Si consideri che in queste piccole circoscrizioni strategiche lo scarto a favore del candidato conservatore è stato in media di 900 voti10 e che dunque, su scala nazionale, la vittoria dei Tories è dipesa da poche migliaia di voti. Numeri piccoli, ma cruciali.La domanda allora è: da dove è venuto tutto questo denaro? Ancora non lo sappiamo, essendo molto difficile provare ciò che è apparentemente logico11. Tuttavia, possiamo avanzare delle ipotesi. Alle elezioni precedenti (2010), oltre metà del contributi elettorali al Partito conservatore è venuta dalla City12. Dato che da allora i tesserati si sono drasticamente ridotti13 e il principale donatore, Lord Ashcroft, ha abbandonato la causa14, qualcuno deve aver riempito il vuoto. Detto altrimenti: appare ragionevole che la City e la sua rete globale di paradisi fiscali abbiano giocato un ruolo nelle ultime due elezioni britanniche, finanziando la campagna conservatrice. Ut lauta ricompensa per tali servigi è stata una re- visione cosmetica della normativa sul settore bancario, malgrado il ruolo centrale svolto dalla grande finanza nella crisi del 2008.Alla luce di tutto ciò, si spiega perché nel rinegoziare con Bruxelles i termini di permanenza del Regno Unito nell Ue in vista del referendum, Cameron si sia premurato di aggiudicarsi l’esenzione delle banche nazionali dalla normativa comunitaria13. Mentre il premier si è visto respingere o ridimensionare il grosso delle altre richieste, su questa ha tenuto il punto. Non sappiamo come siano andati i negoziati, che erano a porte chiuse; tuttavia, sorge il sospetto che 1 esonero della finanza domestica da norme finalizzate -è bene ricordarlo – a prevenire crisi future sia stato al centro dei colloqui fin dall’inizio.4. Le norme e le prassi costituzionali britanniche sono assai bizzarre. Abbiamo ancora una Camera dei Lord non eletta che vota le nostre leggi e in cui siedono vescovi della Chiesa anglicana e aristocratici. Qualche mese fa è morto uno dei pari liberal-democratici ereditari e per sostituirlo è stata indetta un’elezione. I votanti? Crii altri tre pari liberal-democratici, gente che sta lì perché ci stavano i loro padri. 1 candidati? Le sette persone che hanno ereditato il diritto dai loro padri e militano casualmente nel partito. Il vincitore? John Thurso16, uscito sconfitto dalle ultime elezioni che hanno visto la disfatta dei libdem.Ogni anno, per annunciare il programma di governo, la regina percorre il centro di Londra1” in una carrozza dorata per recarsi in parlamento, dove raggiunta da un signore in calzettoni di seta cui viene sbattuta in faccia la porta della Camera bassa, mentre un deputato è «tenuto in ostaggio» a Buckingham Palace e alcune persone «perlustrano» il parlamento in cerca di polvere da sparo, munite di candele.Ciascuna delle quattro assemblee legislative del regno dotate di poteri autonomi – il Parlamento scozzese, l’Assemblea gallese, l’Assemblea dell’Irlanda del Nord e l’Assemblea di Londra, cui presto si aggiungerà la Municipalità della regione di Manchester – ha il proprio assetto, con attribuzioni e logiche specifiche, spesso divergenti. K facile essere frastornati e divertiti da questa fiera delle rarità, ma quando si entra nel merito delle questioni, specie del ruolo della City, il sistema appare per ciò che è.Cameron ha recentemente ospitato a Londra una conferenza sulla corruzione. David Whyte, esperto di corruzione all’Università di Liverpool, ha sottolineato18 che il premier non è esattamente nella condizione di impartire lezioni sul tema. Infatti, sebbene nel Regno Unito vi sia scarsa evidenza della cosiddetta corruzione estorsiva (la cui tipica manifestazione è la richiesta di tangenti), il paese è permeato da quella che gli studiosi chiamano corruzione collusiva. Dall’appurata falsificazione delle prove nel processo Hillsborough, che sollevò la polizia da ogni responsabilità per la morte di 96 tifosi del Liverpool nel 1989, al più recente scandalo del tasso interbancario Libor manipolato, il Regno Unito tiene fede alla sua reputazione di posto buono per gli affari, purché non ci si facciano troppi scrupoli legali e morali. Come ha scritto Whyte: «Quando i nostri leader politici prendono a catechizzare il resto del mondo sulla necessità di combattere la corruzione, ci sorge qualche legittimo dubbio. Il dibattito sulla corruzione dev’essere portato qui, da noi. Abbiamo predicato il modello neoliberale e imposto un capitalismo predatorio a mezzo mondo. Questo modello economico è terreno fertile per un’ampia gamma di relazioni e pratiche collusive, che a volte aggirano la legge e a volte no, ma che redistribuiscono sempre la ricchezza verso l’alto. Questo tipo di capitalismo si sta rivelando la fonte primaria di corruzione».Il modo pili semplice di comprendere la politica britannica degli ultimi cinquant’anni è vederla come un processo di declino imperiale. La finanza è il mezzo con cui il paese resta aggrappato all’idea della sua importanza nel mondo. Su questo altare Londra sacrifica i suoi gioielli – dalla Royal Mail alle tenute di Kensington, ai posti nelle sue prestigiose scuole pubbliche – svendendoli alla super-élite globale.Il risultato è che la gente ordinaria sente di aver perso il controllo del paese. Ma finora questo problema è stato di facile soluzione: era tutta colpa dell’Europa.(traduzione di Fabrizio Marnata) II. Stkwart, -Wealth Doesn’t Trickle down – Il just Foods Offshore, Research Reveals–, 7he Obserivr, 21/7/2012.L. Harding, -Villa t Are ihe Panama Papers? A Guide io History’s Biggest Data teak-, The Guardian, S/4 / 2016.D. 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