La Stampa, 8 luglio 2016
Il pipistrello, il perfetto alleato dell’uomo
Ce n’è voluto di tempo per vincere le diffidenze, per capire che quello poteva essere un posto adatto e sicuro, ma dal giorno di San Giovanni il pipistrello è finalmente arrivato in pianta stabile e ha preso possesso della sua casetta, la «bat house». Almeno credo, a giudicare dall’abbondante (e, per noi giardinieri, preziosissimo) guano ritrovato a terra: lungi da me disturbarlo durante il suo diurno e più che meritato riposo. L’ho appesa, la «bat house», in un angolo riparato, proprio vicino alle finestre della mia camera: per quest’estate, speriamo, zanzare e altri alati tormenti saranno soltanto un brutto ricordo... D’altronde la vita brulica qui in giardino, forse anche troppo, considerato che nella breve ricognizione di ieri ben due nuovi serpentelli, dalle fogge mai viste, hanno fatto la loro comparsa. Purché non siano evasi da uno di quei terrari esotici così alla moda, anche loro sono i benvenuti.
Un giardino lavorato e ben curato, con qualche accortezza, può diventare allettante per i piccoli animali e la nostra con loro una convivenza possibile, discreta e pacifica. A patto però che i veleni chimici restino fuori e che siano tenuti a freno eccessi di ordine e pulizia: qualche angolo riparato e nascosto, con un po’ di foglie, terriccio e rami ammucchiati, non è certo la fine del mondo. Come non lo è una mangiatoia con un po’ di semi, lasciata fissa nello stesso posto, di anno in anno, perché col tempo si instauri l’abitudine: per noi è pochissimo disturbo, per tutte le cince, non solo le allegre, per verdoni, fringuelli e picchi muratori spesso diventa essenziale. E che dire delle siepi di confine, oggi così tristemente sostituite da reti, muri e barriere di ogni tipo: non soltanto consentivano l’ingresso a ricci, rospi e ranocchi, ma diventavano spesso alcova per merli, reattini e talvolta usignoli.
Curiosando nella sempre bellissima e fornitissima Libreria Oolp, in Via Maria Vittoria a Torino, ho trovato un piccolo libro pubblicato lo scorso anno da Ricca editore, scritto da una giovane biologa olandese, Barbara Rijpkema, dal titolo Giardinaggio per animali (selvatici). Già, perché selvatici non sono soltanto gli animali esotici e lontani, ma prima di tutto quelli con i quali abbiamo a che fare ogni giorno nei nostri giardini. Animali spesso piccoli e poco appariscenti, molto utili e a volte indispensabili, eppure così di frequente ignorati o addirittura combattuti. La scarsa conoscenza genera paura e la paura genera la guerra: anche in giardino vale purtroppo la stessa storia... Un libro intelligente ed accattivante, scritto in modo molto facile ma al contempo preciso: certamente non si rivolge a studiosi ed accademici, ma chissà che non diventi un primo passo per far conoscere ed educare, per rendere un po’ più familiare e meno angosciato il rapporto con api, lombrichi e falene...
Stagione dopo stagione, mese dopo mese, l’autrice spiega e consiglia. D’inverno meglio lasciar tranquilla la terra, per non disturbare troppo bruchi e crisalidi: a metà marzo scoppia invece il boom edilizio, i volatili costruiscono i nidi. Ciascuno secondo i suoi gusti: rivestiti di soffice muschio quelli della cinciallegra, di pezzetti di corteccia quelli del picchio muratore, di erba e di fango quelli dei merli. Poco dopo arriva dai lidi africani il rondone e i rospi tornano nelle loro acque di origine, ovunque esse siano, per riprodursi: nelle mangiatoie, insieme ai semi, possiamo mescolare gusci di uova rotti e pestati, che renderanno più solidi e forti i gusci delle uova a venire. In maggio i fragorosi accoppiamenti dei ricci, ghiotti divoratori di chiocciole e lumache (attenzione a non usare lumachicidi se c’è un riccio) sono seguiti dalle metamorfosi dei girini e dal lieto avvento delle coccinelle. Se l’estate è tempo di libellule, di canti di cicale e di accorati gracidii, sul finire d’agosto i ragni ormai adulti si dilettano nella caccia, mentre i piccoli regni di vespe e di bombi lentamente si avviano al declino...