MilanoFinanza, 8 luglio 2016
Rcs, per Cairo e Bonomi è il giorno della consegna delle nuove offerte
Siamo arrivati al redde rationem, su Rcs Mediagroup. Oggi è il D-day per la guerra che da settimane stanno combattendo sul mercato la Cairo Communication e la cordata composta dal fondo Inveindustrial di Andrea Bonomi, Diego Della Valle, Mediobanca, Pirelli e UnipolSai. Perché entro la mezzanotte i due pretendenti dovranno depositare, in busta chiusa, in Consob le nuove, eventuali, offerte migliorative.
Le proposte arriveranno domani in tarda serata, a mercati chiusi e saranno aperte alla presenza di funzionari della commissione presieduta da Giuseppe Vegas. Ed è ipotizzabile che sempre nella giornata odierna emissari delle due fazioni si presentino nella sede dell’autorità. Anche perché questo è l’ultimo rilancio possibile, poi da lunedì 11 si scatenerà la vera e propria battaglia di Solferino, per la conquista della casa editrice proprietaria tra gli altri asset del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport.
Sarà una sfida sul filo di lana anche se al momento la cordata Bonomi&C appare in vantaggio dopo aver migliorato la soglia dell’opa in contanti, da 0,70 a 0,80 euro, e aver ottenuto il parere positivo sulla congruità del valore dell’offerta dal cda del gruppo guidato dall’ad Laura Cioli. E sempre ieri, la cordata che già somma il 22,6% del capitale di Rcs (ha l’obiettivo di arrivare al 66,7% ma l’opa andrà in porto se dovesse raggiungere la soglia minima del 30%) ha fatto sapere di aver rinunciato alla condizione Mac, ossia al mancato verificarsi di eventi o situazioni straordinarie sia a livello nazionale sia a livello internazionale, come nel caso della Brexit (condizione già tolta dall’ops promossa dalla Cairo Communication che punta al 50% più 1 azione del gruppo o almeno al 35%).
Il mercato si attende un rialzo di entrambe le offerte. Lo dimostrano due elementi: il costante rialzo del titolo Rcs, ora assestatosi a 0,845 euro (+36,18% da inizio anno), e la scarsa adesione sia all’opa (0,07%) sia all’ops (0,05%). E se nel caso della cordata che fa riferimento al veicolo International Media Holding è facile ipotizzare che la nuova proposta possa prevedere un rialzo del prezzo ad almeno 0,85 euro – c’è chi ipotizza il traguardo degli 0,90 euro, per sparigliare le carte e centrare l’obiettivo -, più articolata potrebbe essere la contro-mossa della Cairo Communication che al momento offre un concambio di 0,17 azioni contro 1 titolo Rcs.
La società di Urbano Cairo che ha già approvato la fusione tra le aziende (per liberare la cassa disponibile, 105 milioni, e abbattere il debito), oltre al voto maggiorato, ha due opzioni: o incrementa il concambio oppure aggiunge cash. Nel primo caso, secondo indiscrezioni, potrebbe alzare l’asticella a un concambio di almeno 0,20 che ai prezzi attuali di borsa (le azioni Cairo Communication trattano a 4,2 euro) attribuirebbe una valutazione implicita a Rcs di 0,84 euro (superiore quindi alla soglia minima, 0,80 euro, del valore attribuito dal perito indipendente nominato dal cda del gruppo di via Rizzoli). Oppure, lo stesso Cairo, socio al 4,72% della società-preda potrebbe attingere alle disponibilità (34 milioni a fine 2014) della sua cassaforte, U.T. Communication per incrementare il controvalore totale dell’ops.
Ieri sera, intanto, il cda della casa editrice di via Rizzoli ha nuovamente ritenuto non congruo il valore dell’ops (0,17) targata Cairo Communication anche se ha valutato positivamente l’aver eliminato le condizione Mac per la Brexit e pure le condizioni relative alla moratoria delle banche creditrici sul debito di Rcs. In precedenza lo stesso boarda aveva stimato per il primo semestre un ebitda ante oneri di ristrutturazione per oltre 37 milioni rispetto agli 11,7 del 2015. Mentre nel solo secondo trimestre l’ebitda supera i 40 milioni.