
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ultime sul blitz di Abbottabad: gli elicotteri erano quattro, ma il commando non era composto da 14 uomini, come Obama ha detto all’inizio, ma da 79, tutti Navy Seals. Erano più o meno le tre del mattino (ora italiana). Selezionando le versioni più logiche tra le molte diffuse ieri, sembra di poter affermare questo: Osama è stato ucciso da una sua guardia del corpo, che aveva ricevuto l’ordine di sparargli alla testa, in una circostanza come quella, per impedire al nemico di catturarlo vivo. In quel momento, nel fortilizio, c’erano una ventina di persone, e tra queste molte donne e molti bambini. Gli americani li hanno immobilizzati adoperando delle manette di plastica. Uno degli ammanettati era una bambina di 12 anni, figlia di Osama, che ha visto come le hanno ammazzato il padre. Tra le vittime dell’operazione c’è anche il figlio diciottenne di Osama, di nome Hamza, un ragazzo su cui Bin Laden puntava molto: lo aveva fatto apparire in un video di propaganda di Al Qaeda quando aveva otto anni. La donna rimasta sul terreno non era la moglie di Osama. Gli altri due cadaveri sono di un corriere e di suo fratello. La residenza del capo terrorista è di uno squallore che stringe il cuore. Ci stava da almeno cinque o sei anni, senza uscirne mai. Gli americani ci sarebbero arrivati grazie a una guida kuwaitiana, di nome (forse) Abu Ahmad. Gli ospiti del fortilizio rimasti vivi sono stati rispediti nei rispettivi paesi d’appartenenza. Tra questi c’è anche una moglie di Osama, yemenita come lui e ferita nell’operazione. Sarebbe stata lei a riconoscere il cadavere. La sepoltura in mare è avvenuta tra le sette e le otto del mattino: il corpo di Bin Laden è stato lavato e avvolto in un lenzuolo bianco, e, dopo un’orazione in arabo, è stato buttato in acqua, appesantito dalla zavorra. A Washington, nella cosiddetta Situation Room, Obama, la Clinton, Biden e gli altri membri dello staff presidenziale hanno seguito in diretta tutta l’operazione. Tra le altre, c’è una foto che li mostra intenti a un video (invisibile). La Hillary, per l’emozione, tiene una mano sulla bocca.
• Che senso ha farsi
fotografare nella Situation Room?
Gli americani hanno messo
una gran cura nella preparazione mediatica del colpo. Ci sono tre set di foto
relative al blitz, un video dell’operazione e un video dei funerali col
cadavere che finisce in mare, più questo servizio fotografico nel cuore stesso
del potere presidenziale, con i personaggi riuniti intorno al tavolo o davanti
al video, il presidente solo nello studio ovale, eccetera. Deve però essere
successo qualcosa perché, a operazione conclusa, del blitz non è stato mostrato
niente. Questo ha permesso al portavoce dei talebani afghani, Zabibullah
Mijahid, di dubitare della morte di Osama: «Gli americani non hanno prodotto
nessuna prova accettabile». Il capo dell’anti-terrorismo Usa, John Brennan, ha
spiegato che la diffusione delle immagini potrebbe far capire ai qaedisti
qualcosa che è meglio non sappiano. Il corpo di Osama sarebbe poi talmente
sfigurato che mostrarlo potrebbe sollevare un’ondata di collera nel mondo
islamico. Anche se gli iraniani, ieri, hanno dichiarato che Bin Laden era un
uomo della Cia, disprezzato da tutti i musulmani, ed eliminato adesso perché
«arrivato a scadenza».
• Qualche foto la
mostreranno o no?
Ieri sera ne girava una,
proveniente da Twitter. L’uomo a terra con una ferita in testa e sorretto da un
soldato sarebbe Osama. Barack ha detto che mostrerà una foto del corpo. Penso
che, per spazzare tutti i dubbi, sia tardi.
• Il Pakistan che ruolo ha
avuto?
Da Islamabad dicono di
aver fornito agli americani le informazioni utili per l’operazione. Protestano
perché il commando ha operato a loro insaputa. I servizi pakistani ammettono il
fallimento: avevano Osama a un passo e non se ne sono accorti. Non è che ci
creda molto. In ogni caso, il Pakistan va trattato con molta cautela: è zeppo
di ordigni nucleari nascosti in siti che neanche gli americani conoscono.
• Siamo più sicuri o meno
sicuri di prima?
Se la domanda riguarda
Osama, stiamo come prima. Bin Laden – è l’opinione generale – non controllava
più niente. Tutto il potere era passato da un pezzo a al Zawahiri, egiziano,
sessant’anni, la vera mente di al Qaeda. Se invece lei vuol sapere quante
probabilità ci sono di una ritorsione terroristica di un qualche peso, tutti i
governi dicono che c’è da aspettarsela. I servizi segreti sono in allerta
dappertutto.
• Anche in Italia?
Anche in Italia. [Giorgio Dell’Arti]
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