ALESSANDRA PIERACCI, La Stampa 4/5/2011, 4 maggio 2011
“Non ho ucciso Milena” Si riapre il caso Sutter - Era il 6 maggio del 1971 quando l’Italia si raggelò alla notizia del rapimento a Genova di una ragazzina di 13 anni, Milena Sutter, figlia dell’imprenditore della cera, scomparsa all’uscita dell’esclusiva scuola svizzera che frequentava
“Non ho ucciso Milena” Si riapre il caso Sutter - Era il 6 maggio del 1971 quando l’Italia si raggelò alla notizia del rapimento a Genova di una ragazzina di 13 anni, Milena Sutter, figlia dell’imprenditore della cera, scomparsa all’uscita dell’esclusiva scuola svizzera che frequentava. L’indomani arrivò una telefonata con la richiesta di 50 milioni, ma il 20 maggio il corpo di Milena, appesantito da una cintura da subacqueo, riaffiorò a 500 metri dalla spiaggia di Priaruggia. Il giorno stesso fu arrestato il «biondino della spider rossa», ovvero Lorenzo Bozano, 25 anni, figlio della buona borghesia genovese finito a trascorrere le giornate senza far nulla, se non farsi notare a bordo della sua Alfa Romeo anche nei pressi della scuola svizzera. Quarant’anni dopo gli attuali legali dell’uomo, assolto in primo grado e poi condannato all’ergastolo, inchiodato da 23 pesanti indizi, chiederanno la revisione del processo: «Milena Sutter fu portata altrove e uccisa nei giorni successivi». «Bozano mi ha contattato circa un anno fa. Ho esaminato le carte e mi sono convinto: depositerò il ricorso presso la Corte d’Appello di Torino» precisa l’avvocato romano Paolo Loria. Elemento decisivo, a quanto pare, una perizia che metterebbe in discussione tutta la ricostruzione indiziaria. In particolare, un’analisi delle correnti tirreniche dimostrerebbe che Milena sarebbe stata uccisa e gettata in acqua nella zona tra Liguria e alta Toscana, probabilmente in Versilia. «Non ho ucciso Milena Sutter. Ho subìto e accettato l’ergastolo, ma nessuno può impedirmi di gridare che sono innocente» aveva detto appunto un anno fa Lorenzo Bozano, oggi sessantaquattrenne. In realtà era fuggito prima della condanna in secondo grado, ma era stato arrestato nel 1979, tre anni dopo la sentenza definitiva della Cassazione. Già nel 1992 si era parlato di una richiesta di revisione. Tra gli elementi dubbi, più volte sottolineati, il nome di un ragazzo che Milena aveva scritto sulla sua cartella di scuola, un ventottenne che aveva una spider rossa. «Lui era biondo, io non lo sono mai stato. E Isabelle Delsaux, l’amica del cuore di Milena, non ha mai parlato. Quel giorno di maggio le due ragazze avevano un appuntamento con qualcuno. Ma Isabelle non è mai stata interrogata» la tesi di Bozano. Lo accusava la cintura da sub con cui il corpo era stato appesantito: «No, quella era intera, mentre le mie sono sempre state tagliate di 20 centimetri. Quella aveva cinque pesi, la mia solo quattro ed era stata venduta a un’asta alcuni mesi prima». Un altro elemento su cui eranogià stati sollevati dubbi in passato è la data dell’omicidio. Secondo un’analisi delle perizie effettuata 18 anni fa dal professor Pierluigi Baima Bollone, infatti, Milena non sarebbe stata uccisa il giorno stesso del sequesto, ma successivamente, in un periodo per il quale Bozano poteva rendere conto dei suoi movimenti. Per l’anatomo-patologo, il cibo trovato nello stomaco non solo non sarebbe stato corrispondente a quello che la ragazzina aveva ingerito il giorno della scomparsa, ma sarebbe stato anche incompatibile con la lunga permanenza in acqua. La richiesta di revisione verrà depositata dopo l’udienza per la concessione del regime di semilibertà, fissata il 16 giugno. «Siamo ottimisti, le relazioni sul suo comportamento a Porto Azzurro sono molto positive» dichiara il legale fiorentino, Francesco Del Pasqua. Sono in corso contatti con un imprenditore per un’attività come consulente amministrativo. Un altro progetto potrebbe invece riguardare l’attività di bibliotecario in un cetro di accoglienza per detenuti, oppure una sorta di assistenza ai carcerati da aiutare dal punto di vista legale, fornendo raccolte di testi di giurisprudenza. Bozano ottenne la semilibertà nel 1991 e si occupava con successo di un allevamento di polli all’isola d’Elba: tornò in carcere, in seguito alla denuncia di due minorenni per pesanti attenzioni subìte durante un passaggio sul furgone.