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 2011  maggio 04 Mercoledì calendario

OLINDO E ROSA, L’ERGASTOLO E’ DEFINITIVO —

Una sentenza senza sorprese quella arrivata ieri sera dalla Corte di Cassazione che ha confermato la condanna all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, accusati per la strage di Erba. L’unico colpo di scena è stato quello di Azouz Marzouk, parte civile nel processo, che prima dell’avvio dell’udienza aveva chiesto al suo legale di sollecitare la riapertura del caso, non credendo più alla colpevolezza della coppia. L’avvocato Roberto Tropenscovino, che sin dall’inizio ha rappresentato come parte lesa il tunisino, si è però rifiutato: «Gli ho chiesto di revocarmi il mandato— ha spiegato— perché non intendo gettare fango sui miei principi e sui miei trent’anni di professione» . Così ha fatto Azouz, uscendo dal processo e rinunciando quindi anche ad avere i sessantamila euro di provvisionale che in primo grado aveva ottenuto come anticipo del risarcimento per i danni conseguenti alla morte della moglie Raffaella Castagna e del figlioletto Youssef, valutati complessivamente in un milione e seicentomila euro. Una scelta che anche l’avvocato non è riuscito a spiegare. «Marzouk— aveva commentato in mattinata Tropenscovino — dice di avere dubbi sulla colpevolezza di Rosa e Olindo e io mi auguro che siano dubbi genuini e non indotti, così come mi auguro che le condanne siano confermate» . D’altra parte, il cambiamento di rotta Azouz lo aveva anticipato l’otto aprile in un’intervista televisiva in cui ipotizzava un coinvolgimento nella strage della famiglia Castagna. In aula ieri mattina erano presenti il padre e i fratelli di Raffaella, che però non sono tornati per assistere alla lettura della sentenza. Dopo la decisione di Marzouk, Pietro Castagna ha commentato: «Non ho alcun dubbio sulla colpevolezza dei coniugi Romano e non li perdonerò mai. Quanto alle insinuazioni di Azouz, ci hanno fatto male ma ormai ci siamo abituati. Speriamo che questo sia l’atto finale» . Ieri in aula i due erano seduti distanti e non si sono mai parlati. Il procuratore generale Sante Spinaci, nel chiedere la conferma dell’ergastolo inflitto sia in primo che in secondo grado, aveva voluto sgombrare il campo da ogni dubbio, respingendo le tesi della difesa secondo cui le confessioni di Rosa e Olindo sarebbero state estorte. L’accusa ha escluso anche l’esistenza di piste alternative, come quella di una vendetta contro Azouz maturata negli ambienti del narcotraffico. O quella di un misterioso coinvolgimento dei Castagna. E poi il procuratore generale ha sottolineato come l’unico scampato al massacro, il vicino di casa Mario Frigerio, abbia riconosciuto in Olindo l’aggressore, incastrato pure da numerose intercettazioni telefoniche. Anche sulla richiesta di perizia psichiatrica l’accusa è stata netta: «Per quanto il comportamento della coppia sia "patologico"— ha sostenuto Spinaci— non si può mettere in dubbio la loro piena capacità di intendere e di volere nell’esecuzione della strage» . La sentenza, che rende definitivo il carcere a vita per i due imputati (rimasti in cella), è arrivata ieri alle 20, dopo meno di quattro ore di camera di consiglio. Per la famiglia Castagna ha commentato il fratello di Raffaella, Giuseppe: «Dopo cinque anni di dolore ci sentiamo in diritto anche di esultare» , ha detto. Mario Frigerio, tra le lacrime, ha sussurrato: «Giustizia è fatta» . E Azouz: «Sono più deluso che felice» . Delusa anche la difesa, che con l’avvocato Fabio Schembri ha sottolineato: «Oggi, con la revoca di una parte civile, è successa una cosa estremamente anomala che merita approfondimento» .
Luigi Corvi