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 2011  maggio 04 Mercoledì calendario

La notte di guerra alla Casa Bianca - James Clapper È il direttore nazionale dell’intelligence. Sulla carta conta più del capo della Cia, ma non è così Tom Donilon È il segretario per la Sicurezza nazionale, l’uomo che fa da raccordo fra le varie «anime» dei servizi che garantiscono la difesa degli Stati Uniti

La notte di guerra alla Casa Bianca - James Clapper È il direttore nazionale dell’intelligence. Sulla carta conta più del capo della Cia, ma non è così Tom Donilon È il segretario per la Sicurezza nazionale, l’uomo che fa da raccordo fra le varie «anime» dei servizi che garantiscono la difesa degli Stati Uniti. È il consulente più prezioso e ascoltato di Obama Mike Mullen L’ammiraglio della Marina è il 17˚ capo di Stato Maggiore Interforze. A settembre, dopo 4 anni, lascerà l’incarico. Anche lui protagonista nella guerra al terrorismo sin dai tempi di Bush se ne andrà da vincitore John Brennan Assistente del Presidente per il controterrorismo.È l’uomo chiave nella lotta ad Al Qaeda Bradi Webb È l’assistente speciale del generale a capo delle Operazioni speciali statunitensi. È toccato a lui fare il «regista», almeno nella «War Room», di quanto stava avvenendo nel covo di Bin Laden William Daley È il capo dello staff della Casa Bianca. Tiene lui l’agenda del Presidente Barack Obama Ha ripetuto quasi ogni giorno durante la campagna elettorale del 2008 che la cattura di Bin Laden sarebbe stata uno degli obiettivi della sua presidenza. Ha mantenuto la promessa. E ha vinto Denis McDonough È il viceconsigliere per la Sicurezza. Originario del Minnesota, 41 anni, è stato consulente per la Politica estera di Obama durante la campagna elettorale del 2008 Joe Biden Il vicepresidente americano, ex senatore ed esperto di politica estera, è stato fra i sostenitori dell’impiego massiccio di droni nella guerra contro Al Qaeda in Pakistan e Afghanistan Hillary Clinton Il segretario di Stato stavolta ha giocato la partita contro Bin Laden in un ruolo non da prima protagonista.A blitz terminato si è attivata per non guastare i rapporti con il Pakistan Robert Gates Arrivò al Pentagono nel novembre del 2006 scelto da Bush. E se ne andrà il 30 giugno - lo sostituirà Leon Panetta - potendo vantare il successo che l’ex Presidente non ha personalmente potuto sfoderare Il blitz contro Osama bin Laden inizia quando due elicotteri Black Hawk con a bordo altrettanti team di Navy Seals decollano da Tarbela Ghazi, la base aerea pachistana poco a Nord di Islamabad adoperata dall’esercito americano per colpire i jihadisti in Waziristan. In Pakistan sono le 0.30 di lunedì e Bin Laden dorme al terzo piano della villa di Abbottabad, suo rifugio da sei anni. A Washington sono le 15.30 del pomeriggio di domenica e il presidente Barack Obama, camicia bianca e giubbotto di pelle scura, è seduto nella «Situation Room» della Casa Bianca per seguire su un megaschermo ogni attimo di quanto sta avvenendo. I Black Hawk impiegano circa 30 minuti per coprire i 50 chilometri che separano Ghazi da Abbottabad. La residenza di proprietà di Sheik Abu Ahmed, corriere di Osama, si trova a 1,6 chilometri di distanza dall’Accademia militare pachistana. A notte fonda i Black Hawk arrivano in vista della residenza ma l’effetto sorpresa svanisce subito perché sul tetto dei due edifici separati le guardie del corpo di Bin Laden li avvistano e fanno fuoco, con fucili mitragliatori e lanciagranate. L’incubo del fiasco È questo l’attimo in cui la «Situation Room» piomba nel silenzio perché ad uno dei due elicotteri si bloccano del tutto i comandi in volo. Attorno a Obama nel sotterraneo della Casa Bianca vi sono il capo del Pentagono Bob Gates, il consigliere antiterrorismo John Brennan, il Segretario di Stato Hillary Clinton, il consigliere per la Sicurezza Tom Donilon, il capo di gabinetto William Daley e il capo de- probabilmente si tratta dei parenti gli Stati Maggiori Congiunti, Mike di Sheik Abu Ahmed. Mullen. L’incubo che li accomuna è Li ammanettano con fili di plastidi un fiasco come quello che nel ca rinforzata e salgono al secondo 1979 nel deserto iraniano vide falli- piano. Intanto è atterrato anche il re la missione per liberare gli ostag- secondo Black Hawk, ed ora i Navy gi nell’ambasciata Usa a Teheran. Seals in campo sono fra i 20 e i 25. Anche allora l’operazione era stata L’operazione torna sui binari e nelaffidata ai Navy Seals. Se l’elicotte- la «Situation Room» si tira un soro fosse caduto, causando la morte spiro di sollievo perché con due del primo team di incursori Obama dozzine di Navy Seals in campo, e avrebbe dovuto annullare l’opera- sopra di loro la copertura di droni e zione e rinunciare a «Geronimo», jet dell’Air Force, l’unico dubbio nome in codice di Bin Laden, oppu- che resta è se Osama bin Laden si re autorizzare il bombardamento trova davvero dove l’intelligence pesante della residenza da parte dei ha assicurato fino a poche ore prijet ad alta quota, con l’inevitabile ma. Questi sono gli attimi nei quali conseguenza di andare incontro a è il prestigio della Cia di Leon Paun pesante bilancio di vittime così netta ad essere sulla linea del fuocome al rischio di avere difficoltà co. Le prove elettroniche raccolte nell’identificazione di Osama bin La- nei giorni precedenti sembrano den. È stato questo il frangente nel evadere ogni possibile dubbio ma il quale Obama si è trovato di fronte rischio di un errore rimane. ad un bivio che devi avergli concretamente evocato lo spettro di diventare un nuovo Carter per l’opinione In cerca di Geronimo pubblica nazionale. Ma a risolvere gli attimi di crisi Mentre da Washington seguono ci pensa il pilota del Black Hawk in diretta ogni passo degli incursori che riesce ad atterrare senza co- nella tana di Bin Laden, il secondo mandi nel giardino più spazioso del- team va verso l’altro edificio, che ha la residenza, sotto il fuoco dei mili- un solo piano, e ammanetta chi vi si ziani di Al Qaeda che fanno fuoco trova dentro. La missione di questo dai tetti. I Navy Seals scendono cor- secondo team è di scongiurare la rendo e si dirigono verso l’edificio possibilità che dall’altro edificio di tre piani, dove al piano terra in- esca un numero tale di miliziani arcontrano i componenti di una fami- mati da obbligare la prima squadra glia che non è quella di Bin Laden; dei Navy Seals ad una diversione. Dal momento in cui il primo Black Hawk è miracolosamente atterrato sono passati 15 minuti. Sul megaschermo della «Situation Room» un video con tonalità diverse identifica movimenti dei singoli soldati americani, sull’elmetto di ognuno dei quali c’è una telecamera che consente al centro di comando e controllo - ed allo stesso presidente - di vedere cosa avviene in tempo reale. Lungo la scala che porta al secondo e terzo piano dell’edificio più alto i Navy Seals incontrano una protratta resistenza. I miliziani di Bin Laden sparano mentre gli incursori americani hanno fretta di trovare «Geronimo». Nel conflitto a fuoco i Kalashnikov hanno la peggio contro le armi speciali degli incursori, aiutati dai visori notturni, che sulle divise scure hanno cucito adesivi e simboli della polizia e dei pompieri di New York per rendere inequivocabile il messaggio che la giustizia sta arrivando. L’incontro con l’uomo più ricercato del mondo arriva quando a Washington sono passate le 16 da pochi minuti. È uno dei Navy Seals che grida «Geronimo» per far capire che l’obiettivo desiderato è a vista d’occhio. Nella «Situation Room» adesso c’è anche Dennis McDonough, vice Consigliere per la sicurezza, ed un pugno di altri consiglieri per la sicurezza, mentre a gestire il traffico di informazioni digitali in arrivo da Abbottabad è un alto ufficiale in divisa blu, coperto di mostrine che ne svelano la competenza nella gestione delle comunicazioni via satellite. L’unico che manca nella sala - non si vede nella foto diffusa a posteriori dalla Casa Bianca - è Leon Panetta, a conferma che è il capo della Cia a dirigere il blitz assieme a David Petraeus, il comandante dello scacchiere militare afghano-pachistano. «Ucciso in battaglia» Alle 16.05 ora di Washington, l’1.05 di lunedì in Pakistan, sono più Navy Seals ad essere nella stanza dove si trova Bin Laden, che tenta di nascondersi dietro una delle due mogli. La donna viene colpita da un proiettile alla caviglia e cade in terra, Osama bin Laden resta senza protezione e viene raggiunto da quella che gli incursori definiscono una «doppia trappola». Il primo proiettile colpisce un angolo del cranio dello sceicco del terrore, staccandogli un lembo di carne sopra l’occhio e il secondo lo raggiunge al petto, trafiggendolo. Sono stati forse due i Navy Seals a fare fuoco. Alle 16.10 ora di Washington il cadavere di «Geronimo» cade in terra ma la certezza della morte arriva solo quando il soldato gli si avvicina e pronuncia nel minimicrofono sotto la maschera la frase «Geronimo E-KIA» ovvero Ge- alla sicurezza nazionale ma una salronimo è un «enemy killed in ac- ma la cui sorte tocca preoccupaziotion», un nemico ucciso in azione. ni di tipo politico: sono i memo pre- Per Obama significa cogliere il parati da Panetta a sottolineare l’imsuccesso che l’America inseguiva possibilità di una sepoltura in Yedall’11 settembre del 2001 ma sulla men e Arabia Saudita - dove è rispetreazione avuta a caldo la Casa Bian- tivamente nato e cresciuto - così coca mantiene il più stretto riserbo. Le me il rischio di trasformare qualsiafoto della «Situation Room» diffuse si tomba in un sacrario per i jihadisi limitano a mostrare il presidente sti. Il volo verso la nave da guerra mentre parla al suo team oppure se- nasce dalla scelta di Obama che la duto a fianco dei collaboratori men- salma non verrà interrata in nessun tre osserva lo schermo, con alla de- angolo del Pianeta. stra Hillary Clinton che tradisce un gesto fra sorpresa e tensione. La missione non è ancora termi- I prigionieri nata. Dentro la palazzina si continua a sparare per alcuni minuti, vo- I Navy Seals rimasti indietro conlano ancora i proiettili, viene ucci- tano i prigionieri, li consegnano alle so un figlio di Bin Laden, Khalid, forze di sicurezza pachistane nel che si aggiunge ad altri due adulti frattempo sopravvenute in gran nucaduti nelle prime fasi del combat- mero e fanno esplodere con degli ortimento, al piano terra della palaz- digni il relitto del Black Hawk danzina più alta. neggiato, del quale rimane intatta Quando l’orologio della Casa solamente la coda. Il presidente è Bianca segna le 16.10 tutto è silen- ancora nella «Situation Room» zio, i Navy Seals prendono la salma quando la salma di Osama bin Ladel mandante degli attacchi dell’11 den atterra sull’eliporto della Uss settembre e la portano lungo la sca- Carl Vinson, da dove viene trasporla fino al giardino dove ad attenderli tata nell’ospedale di bordo ed esamic’è un Black Hawk che decolla quan- nata a lungo da un’equipe di specialido in Pakistan è l’1 e 15 del mattino. sti della Cia, seguendo il protocollo Vola in direzione della nave da guer- autorizzato da Panetta. ra Uss Carl Vinson che si trova in Al termine dei controlli giungono navigazione nelle acque settentrio- alla conclusione che ci sono il 95 per nali del Mare Arabico. Inizia la se- cento delle possibilità che si tratti conda fase dell’operazione, dove davvero di Osama bin Laden. Decisi«Geronimo» non è più una minaccia va è la confluenza fra il «riconoscimento facciale» e i risultati della mani del blitz è John Brennan ad asprova del Dna. Ottenuta la confer- sicurare che «era armato» facendo ma che «Geronimo-Bin Laen» è dav- capire che ha sparato proteggendosi vero morto, la salma viene fotografa- con il corpo della moglie, ieri Carney ta per ottenere la prova inconfutabi- corregge il tiro. Precisa che «Bin Lale della sua dipartita e poco dopo si den non era armato» e che la moglie dà inizio a quella che il portavoce non è stata uccisa ma «solamente fedella Casa Bianca Jay Carney defini- rita ad una caviglia». Ciò non toglie sce la «cerimonia funebre» basata però che per il Pentagono Bin Laden sul rispetto dei dettami della legge avrebbe comunque «opposto resiislamica. Vede alcuni militari ameri- stenza» ostacolando la missione dei cani lavare con gran cura il cadave- Navy Seals, probabilmente imparre del super terrorista, avvolgerlo in tendo ordini alle guardie del corpo un lenzuolo bianco e quindi affidare che continuavano a sparare. la salma al cappellano di bordo per una preghiera funebre che viene poi ripetuta in arabo da un traduttore. I due volti del Pakistan Solo al termine di tale cerimoniale, il corpo di Bin Laden avvolto nel len- Poi vi sono le diverse versioni sui zuolo viene gettato in mare e la Casa motivi che hanno causato lo stop ai Bianca tiene a precisare che l’intera comandi del primo elicottero: a calprocedura è avvenuta in tempi stret- do il Pentagono parla di un «probleti, anche in questo caso per confer- ma tecnico ai comandi» quasi che si mare la sintonia con l’abitudine dei fosse trattato di un guasto, poi ieri musulmani di far svolgere le ese- precisa che forse è stata «l’alta temquie al più presto. peratura» a provocare l’arresto e La ricostruzione dei quaranta mi- poiché era notte fonda il riferimennuti che chiudono una caccia all’uo- to al «calore eccessivo» potrebbe mo durata 9 anni e 232 giorni è frut- essere legato al fatto che uno dei to delle notizie che vengono confer- razzi sparati dai miliziani di Al Qaemate dai portavoce del Pentagono da forse è riuscito a colpire il velivoma fra lunedì e martedì alcuni detta- lo, in maniera analoga a quanto riugli vengono prima confermati e poi scì ai miliziani somali del generale smentiti, facendo trapelare incertez- Aidid nella battaglia di Mogadiscio ze nella declassificazione e problemi arrivata sul grande schermo con politici. Anzitutto viene smentito il «Black Hawk Down». fatto che Bin Laden avrebbe «com- Ma il tassello che più manca alla battuto armi in mano». Se all’indo- ricostruzione riguarda le comunicazioni intercorse fra i comandi di Washington e Islamabad. La tesi della Casa Bianca è che si è trattato di un’operazione tutta americana, confermata dal fatto che all’arrivo nella residenza i Navy Seals «non hanno trovato altri reparti militari» ma l’ambasciata Usa a Islamabad ringrazia il governo locale per la «collaborazione data» e con il passare delle ore appare evidente che gli alti gradi dell’esercito pachistano non potevano non sapere del decollo dei due elicotteri dalla base di Tarbela Ghazi così come dovevano ben sapere cosa stava avvenendo dentro la villa di Bin Laden se, proprio al termine del blitz, le forze di sicurezza locali sono arrivate puntuali per ricevere in consegna dai Navy Seals almeno diciotto persone, inclusi numerosi famigliari di Bin Laden. Dei quali da quel momento si è persa traccia. Il governo di Asif Ali Zardari da parte sua appare prigioniero di opposte dichiarazioni: da un lato vuole far capire che ha collaborato al blitz ma dall’altra tiene a smentire di essere mai stato a conoscenza che Bin Laden viveva tranquillamente a breve distanza da un’accademia militare, in un quartiere abitato in gran parte da famiglie delle forze armate. Ecco perché a 76 ore dalla morte di «Geronimo» restano ancora molti gli interrogativi da chiarire.