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 2011  maggio 04 Mercoledì calendario

IN RAI LORENZA LEI, PRIMO DG DONNA —

Lorenza Lei è il nuovo direttore generale Rai designato dal consiglio di amministrazione su proposta del presidente Paolo Garimberti. Oggi la ratifica dell’assemblea dei soci e alle 12 il varo definitivo del cda. Un voto unanime, un’inversione di rotta per un’azienda da tempo divisa, nella stagione di Mauro Masi, da polemiche interne ed esterne, sia politiche che editoriali. Garimberti prevede una direzione generale «di garanzia» e spera che ora si ritroverà «quello spirito unitario di gruppo che ha sempre contraddistinto la Rai nei momenti di difficoltà» . Sergio Zavoli, presidente della commissione di Vigilanza Rai, apprezza «senza riserve» la scelta e si augura che argini «la lenta deriva che interpreta sempre più forti interessi commerciali e sempre più deboli scrupoli civili» . È l’esordio assoluto di una donna al timone operativo di Viale Mazzini. La Rai ha avuto due presidenti donne, Letizia Moratti e Lucia Annunziata, ma mai un direttore generale che ha la responsabilità editoriale e il potere gestionale, per primo la proposta delle nomine. Pdl e Pd per una volta concordano su un giudizio più che positivo su un direttore generale. Il curriculum professionale di Lorenza Lei, cresciuta al marketing della maison Valentino, è quasi unico alla Rai: trecento consigli di amministrazione seguiti come capo staff dei direttori generali Agostino Saccà, Flavio Cattaneo, Alfredo Meocci. Ciò significa una capillare conoscenza dei meccanismi tecnici decisionali ma anche delle alchimie che un direttore generale deve dosare per raggiungere l’accordo su nomine, piani editoriali e finanziari. Lorenza Lei, 51 anni, bolognese di nascita e di gusti, un figlio chef di venticinque anni, separata da tempo, l’hobby della lavorazione del vetro, una laurea in antropologia filosofica, è arrivata alla Rai come consulente nel 1995 e il suo primo scopritore si chiama Renzo Arbore, ai tempi responsabile di Rai International. Nel 1999 l’assunzione a Rai Giubileo, quindi la responsabilità della pianificazione di Raiuno, poi capo staff di Saccà e degli altri direttori generali fino al 2006 quando arriva alla responsabilità delle Risorse artistiche, nel 2009 la vicedirezione generale. Saccà testimonia: «È capace di arrivare alle 7.30 del mattino e di andare avanti fino alle 22» . Le foto ritraggono una donna sobria, che predilige tailleur classici e fili di perle, un’acconciatura senza tempo. Nemmeno una partecipazione a eventi mondani romani. Nasce a Bologna da una famiglia comunista ma lei certo comunista non è. Da tempo le gerarchie vaticane hanno manifestato apprezzamento per il suo metodo di lavoro. Tra i suoi estimatori i cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco, quindi Segreteria di Stato e Cei. I Frati di Assisi ieri hanno esultato: «Con la sua competenza e sensibilità darà spessore e qualità a sorella Rai. È donna sempre attenta ai valori cristiani e francescani» . Ma dalla sua parte ora c’è il centrodestra e soprattutto Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e dunque «azionista» della Rai, molto preoccupato dei conti dell’azienda. Ma l’unanimità certifica anche il sì del Pd, che aveva mandato già segnali positivi nei giorni scorsi. Lorenza Lei ha per esempio ottimi rapporti professionali e personali con Michele Santoro: semplicemente impensabile, ora, un episodio come la famosa telefonata in diretta di Mauro Masi durante «Annozero» del 27 gennaio scorso. Molti gli appuntamenti che l’attendono. La successione al Tg2 (candiderà Susanna Petruni o qualcun altro?). Il varo di tanti contratti ancora aperti: «Ballarò» , Milena Gabanelli per «Report» , Fabio Fazio per «Che tempo che fa» ma anche per la nuova edizione di «Vieni via con me» con Roberto Saviano. Altro nodo, le polemiche sulle presenze dei politici nei tg. Ma secondo molti un’altra azione forte di Lorenza Lei sarà sulla griglia del palinsesto e sui contenuti editoriali di molti talk show di intrattenimento pomeridiani: meno omicidi, meno sangue, meno insistenza sui casi di nera, meno «postazioni fisse» sui luoghi del delitto passionale proprio in quella «fascia protetta» per i minori, sempre più una finzione burocratica sulla carta. E poi nuovi spazi a un’impresa audiovisiva (fiction e tv) in gravissima crisi tra i tagli Rai e del Fus al ministero dei Beni culturali.
Paolo Conti