La Stampa, 4 maggio 2011
Com’è cambiato l’esercito italiano
Com’è cambiato l’esercito italiano? –
Oggi ricorre il 150˚ anniversario della fondazione dell’esercito italiano, e per questo il Capo dello Stato si recherà a Torino. Nelle forze armate confluirono tutti gli eserciti degli ex Stati italiani o solo quello del Regno di Sardegna?
Tutte le forze armate degli ex Stati italiani confluirono in quelle del Regno d’Italia, anche se la cosa avvenne in momenti diversi, ancorché vicini. L’esercito italiano fu fondato il 4 maggio del 1861, la marina si era già unita nel marzo precedente inglobando tutte le marine italiane, a cominciare da quella – importantissima – del Regno delle Due Sicilie.
Com’era costituito l’esercito italiano al momento della sua fondazione?
La struttura è analoga a quella attuale. Esisteva l’esercito (l’arma più antica, risalente al XVII secolo), i carabinieri, la Guardia di Finanza (fondata nel 1774) e la Marina. Non ancora l’Aeronautica, che fece capolino solo nel 1884 come un «servizio speciale» del Genio militare e fu fondata solo nel 1923.
Chi ne era il capo sia politico che militare?
Il Re, assolutamente. Assistito da un folto Stato maggiore, ma con un’autorità indiscussa e indivisa sulle forze armate.
La coscrizione obbligatoria era presente solo negli Stati sabaudi. Come fu vissuta dal resto degli italiani?
Con grande insofferenza in quanto sottraeva braccia al lavoro dei campi. Basti pensare a come viene descritta nei «Malavoglia» di Giovanni Verga. Ma fu anche un fattore fondamentale di unità nazionale, e per questo basti leggere il libro «Cuore» di De Amicis.
Passate le guerre d’indipendenza, è possibile individuare un momento in cui si cementa l’unità tra popolo e forze armate?
Certamente la Prima guerra mondiale, ma anche la guerra di Liberazione. A fianco a questi episodi strettamente bellici, gli italiani hanno potuto apprezzate l’opera delle forze armate soprattutto in casi di calamità: dal terremoto di Messina del 1908 a quello dell’Aquila del 2009.
Cosa cambiò nel regime delle forze armate durante il fascismo?
Nulla da un punto di vista formale, in quanto il sovrano restava ai vertici delle truppe italiane. Di fatto Mussolini ne erose l’autorità fino al punto di autoassegnarsi il grado di Maresciallo d’Italia, condiviso con il Re. Il fascismo, tuttavia, non si fidava delle forze armate proprio per la loro fedeltà al sovrano, e per questo istituì una milizia di volontari che fosse più manovrabile da parte del regime.
Con l’avvento della Repubblica, le forze armate subirono un’ulteriore riforma?
Con l’avvento della Repubblica, il presidente, come sancisce l’articolo 87 della Costituzione, assume il comando delle Forze armate. In tale ruolo presiede anche il Consiglio supremo di difesa, organo di indirizzo generale per la difesa dello Stato, e si avvale di appositi consiglieri militari per le questioni inerenti alle forze armate. L’indirizzo tecnico-politico delle forze armate viene, però, dal ministro della Difesa, che «è preposto all’amministrazione militare e civile della Difesa», di cui è il «massimo organo gerarchico e disciplinare».
Quando finì in Italia la coscrizione obbligatoria?
In realtà non è mai finita. Ma una legge, varata il 14 novembre del 2000, l’ha sospesa, riservandosi però di riattivarla in caso di necessità. Quella stessa legge ha anche aperto alle donne la carriera delle armi.
Oggi quanti sono i cittadini (e le cittadine) in armi?
L’esercito ha un organico di 111 mila unità, la Marina di 35 mila, l’Aeronautica di 48 mila. Queste sono le forze armate con incarichi di difesa in senso stretto. In divisa, però, ci sono anche altri militari, ma con compiti diversi: la Guardia di Finanza, che ha 64 mila unità, e i Carabinieri con 118 mila.
Quanto spende lo Stato italiano per la sua difesa?
Circa 14 miliardi di euro l’anno (che diventano 20 se si aggiungono i bilanci di Carabinieri e Guardia di Finanza), pari allo 0,89% del Pil. La Francia, solo per fare un paragone, ne spende 45, l’Inghilterra 50, la Germania 38.
Come si fa a diventare soldato, sottufficiale o ufficiale delle forze armate?
Per concorso. Solo l’esercito arruola circa 10 mila militari di truppa l’anno, con ferma annuale. Più 150 sottufficiali che debbono frequentare un corso equivalente a quello di una laurea breve. Quanto agli ufficiali dell’esercito, vengono formati dall’Accademia di Modena: 130 posti l’anno.