Elisabetta Iovine, ItaliaOggi 4/5/2011, 4 maggio 2011
L’INDIA APRE LE PORTE DELL’ACCAIO
L’India apre le sue porte ai produttori di acciaio. E lo fa accogliendo tra i propri confini Posco, gruppo coreano che è il quarto produttore mondiale. Esso ha ottenuto il via libera dal ministero dell’ambiente per la costruzione di un grande impianto nello stato di Orissa, nella parte orientale del paese.
Ma, per arrivare a questo risultato, Posco ha dovuto sudare sette camicie.
La prima firma all’accordo era stata messa sei anni fa. Poi è cominciata una lunga serie di ricorsi amministrativi da parte degli abitanti del luogo e dei gruppi ambientalisti, che hanno osteggiato l’iniziativa, ritenendola pericolosa.
Si tratta di un progetto da 12 miliardi di dollari (8,1 mld euro) in otto anni. A regime Posco sarà in grado di produrre annualmente 12 milioni di tonnellate di acciaio. L’operazione è notevole sia per l’India, che sforna 66,8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno, sia per Posco, la cui produzione nel 2010 ha raggiunto 33,7 milioni di tonnellate.
Non è un caso che l’azienda coreana abbia insistito tanto per fare il suo ingresso nel mercato indiano, che è molto promettente e attira molti pretendenti. Pochi giorni fa un funzionario di Delhi ha dichiarato che il paese asiatico avrà bisogno di una capacità produttiva di 145 milioni di tonnellate entro il 2015-2016: ciò significa raddoppiare rispetto a ora.
Ecco perché lo sbarco di realtà straniere è ben visto. Ed ecco perché l’India avrà un mercato più aperto rispetto a quello cinese.
Un altro valore aggiunto è che l’India ha una buona riserva di materie prime ed è il terzo esportatore mondiale di minerali ferrosi. Ma, visto che recentemente il governo ha inasprito il prelievo fiscale sull’export di questi materiali, diventa più conveniente per le aziende siderurgiche produrre in loco.
Se Posco festeggia, un altro protagonista del settore, ArcelorMittal, numero uno mondiale dell’acciaio, ha poco di che rallegrarsi. Lakshmi Mittal, primo azionista e massimo dirigente del gruppo, è indiano, ma ha accresciuto notevolmente le dimensioni dell’azienda attraverso acquisizioni condotte all’estero. Al punto che neppure una fabbrica si trova attualmente in India. Un progetto di notevole entità, simile a quello di Posco, era stato avviato, ma le grosse difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni hanno spinto Arcelor a spostarsi verso la costa occidentale. Restano in piedi due iniziative che porteranno alla produzione di 1,5-3 milioni di tonnellate annuali, con la possibilità di incrementarla in un secondo tempo. Non c’è nessuna intenzione, infatti, di abbandonare l’India. Né, tantomeno, di lasciare campo libero agli stranieri.