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 2011  aprile 05 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Francesco Saverio Romano
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Berlusconi e Maroni hanno passato la mattinata di ieri a Tunisi per discutere col presidente del Consiglio e col ministro degli Interni di laggiù la questione degli immigrati.

Tutto risolto?
No, non è stato raggiunto alcun accordo. Ma oggi Maroni tornerà a Tunisi per continuare la trattativa. Berlusconi si dice ottimista, anzi parla come se l’intesa fosse già stata raggiunta. «C’è un’assoluta volontà di trovare una soluzione. Il ministro degli Interni ha lasciato qui una commissione di tecnici al lavoro e oggi tornerà per le verifiche e per firmare». Il premier parla di «controllo delle coste» da parte dei tunisini e aggiunge che anche con gli altri paesi europei – quelli che la maggior parte dei profughi vuole raggiungere -, benché ci siano problemi, «abbiamo la possibilità di risolvere tutto in modo positivo». Una dichiarazione del premier tunisino Beji Kaid Essebsi, arrivata in serata, non fa capire se l’ottimismo del Cav abbia o no fondamento. Vi si conferma «la comune volontà dei due Paesi di operare per rafforzare ancora di più le relazioni privilegiate che li uniscono … nell’interesse dei due Paesi e dei due Popoli». Sugli immigrati neanche una parola.

Che cosa chiedono i tunisini?
Vi sono tre condizioni irrinunciabili: a) potranno tornare in patria solo i cittadini identificati sulla base delle convenzioni internazionali; b) saranno riaccolti solo coloro che vogliono effettivamente rientrare; c) non saranno tollerate riconsegne di massa. Inoltre Moez Sinaoui, uno dei consiglieri più stretti del primo ministro, ha ammonito che non sarà ammessa nessuna spettacolarizzazione degli eventuali rimpatri «con navi cariche come se trasportassero bestiame». Se guarda bene, sono tre condizioni impossibili da rispettare. Punto a): il modo con cui ogni profugo è stato identificato è altamente contestabile dalle autorità maghrebine. Noi procediamo in fretta, avendo di mira l’espulsione, e la procedura non è certamente quella prevista «dalle convenzioni internazionali». Punto b): chi vuole effettivamente rientrare? Evidentemente nessuno, a meno che – forse - non gli si diano i 1500 euro promessi la settimana scorsa da Frattini. Un gesto che avrebbe forse l’effetto di incoraggiare le traversate. Il punto c) si commenta da sé.

E allora? Gli italiani che cosa chiedono?
Una quota fissa giornaliera di persone da rimpatriare (cento) fornendo l’elenco dei mezzi aerei e navali da utilizzare e, soprattutto, un pattugliamento congiunto delle coste. La difficoltà del pattugliamento congiunto sta nella debolezza tunisina. Mille e trecento chilometri di costa per le quali ci sono solo cinque navi della marina militare (occupate però a sorvegliare soprattutto il confine con la Libia) e cinque pattugliatori che dovrebbero tenere a bada il tratto fra Sfax e Zarzis, 440 chilometri dove più intensa è l’attività dei traghettatori. I cinque sono soccorsi, per i cambi, da tre o quattro corvette della dogana. I turni sono di 24 ore. Per sorvegliare seriamente quella costa ci vorrebbero almeno 15 navi e i tunisini non le hanno.

Che problema c’è? Se si faranno i pattugliamenti congiunti, potremmo metterle noi.
Per loro è una decisione molto delicata. Essebsi, un signore di 84 anni recuperato alla politica perché ha avuto il merito di abbandonare Ben Ali già nel 1994, è un presidente a interim: deve portare il Paese alle elezioni il prossimo 24 luglio e poi uscire di scena. I partiti in corsa sono una quarantina e parecchi di questi lo vedono di malocchio. Affidare una mezza sorveglianza agli italiani può scatenare molte proteste. Credo che dovremo tirar fuori molti soldi per convincerli. E del resto con Gheddafi, per raggiungere un accordo come questo, bisognò trattare per un anno.

Com’è a questo punto la situazione a Lampedusa?
Molto migliorata. Domenica sono stati portati via 3.600 tunisini, ieri altri 700 sono stati imbarcati sulla “Catania”. Ne dovrebbero essere rimasti circa 1.400. Ieri mattina in rada c’era la “Flaminia”, pronta all’ultimo trasloco. Sono però in arrivo altri disperati. Le navi in rotta su Lampedusa sarebbero una decina, mentre ieri si sono registrati sbarchi anche a Pantelleria e in Sardegna. Quanto ai centri dove distribuire queste persone, oltre a Santa Maria Capua Vetere, Caltanissetta e Trapani – che ieri hanno ricevuto i primi contingenti in trasferta da Lampedusa – è notevole lo sforzo della Toscana. Gruppi di profughi sono stati sistemati a Empoli, Firenze, Sesto Fiorentino, Massa Marittima e Gerfalco (nel Grossetano), Campiglia Marittima (Livorno), ecc.
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