Sergio Rizzo, Corriere della Sera 5/4/2011, 5 aprile 2011
LA TOCCATA E FUGA DEI PRESIDENTI DELLA CORTE
Chiunque sarà, il futuro presidente della Consulta si può mettere l’anima in pace: il record di velocità detenuto da Vincenzo Caianiello resterà imbattuto. Anche se dovesse spuntarla Paolo Maddalena, fra i quindici giudici quello con la maggiore anzianità, gli toccherà occupare quella poltrona certamente per più di due mesi. L’attuale presidente Ugo De Siervo scade infatti a fine aprile mentre il mandato di Maddalena termina a fine luglio. Troppo tardi, per insidiare l’inarrivabile primato di Caianiello, rimasto in carica appena 45 giorni, dall’ 8 settembre al 23 ottobre del 1995. Una meteora ineguagliata. La più prestigiosa fra le poltrone pubbliche è anche quella che assicura il turnover più rapido. Basti dire che dal 1956 a oggi si sono avvicendati 34 presidenti, con una durata in carica media di 19 mesi e mezzo), ciascuno. Il ritmo degli avvicendamenti è stato così incalzante che ci sono attualmente in circolazione, fortunatamente vivi e vegeti, ben 16 presidenti «emeriti» , con pensione super e auto blu a vita comprensiva, come recita il regolamento interno, di «spugna, piumino e pelle di daino» . Ai quali, è questione di giorni, se ne aggiungerà un diciassettesimo. I quindici giudici costituzionali restano in carica nove anni e la presidenza spetta per consuetudine al componente con la maggiore anzianità. Quando scade, il suo posto viene di solito preso da chi lo segue a ruota, il quale a sua volta lascia a chi è stato nominato subito dopo di lui, e così di seguito. Il risultato è che ognuno dei quindici giudici costituzionali può diventare presidente: giusto il tempo di una toccata e fuga, per maturare i privilegi massimi. L’ultimo presidente, De Siervo, sarà rimasto in carica 140 giorni. Giuliano Vassalli fu presidente per 94. Giovanni Maria Flick, per 96. È francamente difficile dire quanto questo meccanismo si possa conciliare con l’autorevolezza necessaria a chi è investito di un tale compito. E non sarebbe anche lecito chiedersi se sia opportuno per chi ha avuto un ruolo così rilevante nelle istituzioni assumere poi incarichi pubblici o privati magari modesti, o addirittura correre in politica? Gli esempi sono innumerevoli. Uscito dall’Alta corte, l’ex presidente Antonio La Pergola si presentò alle elezioni per l’europarlamento. Poi, alla tenera età di 75 anni, accettò nel 2006 senza fare una piega la presidenza del Poligrafico dello Stato. Nello stesso anno Cesare Ruperto è diventato presidente della commissione d’appello federale della Figc: il tribunale dei calciatori. Nel 1994 Aldo Corasaniti si è presentato alle elezioni politiche con i progressisti. E nel 2010 Annibale Marini è stato nominato dal Parlamento membro laico del Csm. Poi ci sono, è ovvio, anche casi anagrafici particolari. Si può chiedere a un signore di 54 anni, quanti ne aveva Antonio Baldassarre quando ha lasciato da presidente emerito la Consulta, di fare il pensionato (d’oro) tutta la vita soltanto per essere stato nominato troppo giovane alla Corte costituzionale? Certo che no. Anche se la gamma degli incarichi assunti da lui successivamente può suscitare qualche riflessione: presidente del Giurì della pubblicità (1996), della filiale italiana della banca inglese Greenwich National Westminster (1998), della Sisal e della Rai. Non basta. Il vulcanico Baldassarre ha anche organizzato nel 2007 una cordata per comprare l’Alitalia, e nel 2009 si è candidato con il sostegno del Popolo della libertà per il comune di Terni, uscendo però sconfitto dalla sfida con il suo avversario di centrosinistra Leopoldo Di Girolamo. Si potrà argomentare che anche queste nomine, per quanto di profilo tecnico, restano sempre di natura politica. Funziona così dappertutto, in Italia. Perché dunque scandalizzarsi se un ex presidente si candida in Parlamento, viene nominato presidente di un’azienda pubblica oppure corre per fare il sindaco? Il ragionamento non fa una grinza. Ma siamo sicuri che queste cose fanno bene al prestigio della Corte e all’autorevolezza delle sue decisioni?