Ugo Tramballi, Il Sole 24 Ore 5/4/2011, 5 aprile 2011
NON È SOLO DENARO IL NUOVO POTERE ARABO
Sajjil, ana arabiy. «Prendi nota! Sono arabo», diceva con orgoglio un poema di Mahmud Darwish. Per il principe Al Waleed bin Talal, l’arabo più ricco del mondo, quello che conta è fare i soldi. Ma accumulandoli, l’"arabità" è sempre stato un valore. Non c’è popolo più diviso e allo stesso tempo più orgoglioso della sua appartenenza.
Con la Primavera araba che soffia dal Maghreb al Golfo Persico, anche le classifiche annuali di chi conta assumono un valore nuovo: aiutano a capire meglio. Come i 34 miliardari arabi (un totale di 127 miliardi di dollari) nella classifica di Forbes dei più ricchi al mondo. Il primo della regione è come sempre Al Waleed: 19,6 miliardi di dollari. Ma anche quest’anno è in discesa: nel 2003 era il sesto al mondo, ora è al numero 26.
Che in Arabia Saudita ci fosse il maggior numero dei 34 miliardari arabi (8), non è una notizia. Che ce ne siano altrettanti in Egitto con due nuovi entrati lo è. Guida Nassif Sawiris, una fortuna da 5,6 miliardi: primo in Egitto, settimo nel mondo arabo, 182esimo globale. Anni di riforme economiche hanno arricchito il Pil, aumentato il numero dei miliardari ma impoverito gli altri e reso più profondi gli squilibri sociali. È anche per questo che milioni di egiziani sono scesi in piazza. Il terzo Paese per numero di ricchi è il Libano: sei. Ma appartengono a due sole famiglie sunnite: gli Hariri e i Mikati, i primi pro-occidentali i secondi pro-siriani. Il premier incaricato Nagib Mikati sta cercando di formare un Governo, l’ex premier Saad Hariri di impedirglielo. In Libano business e politica non fingono nemmeno di essere poteri separati.
Ancora più interessante è la classifica dei "Power 500" fatta da Arabian Business, il settimanale economico in arabo e inglese più diffuso al mondo. L’elenco non riguarda tanto i più ricchi quanto le persone che nell’ultimo anno hanno influenzato il mondo arabo. Primo è sempre Al Waleed e decimo è Khalid Al Falih, presidente di Saudi Aramco, la compagnia petrolifera più grande del mondo. In mezzo però non c’è solo denaro. La seconda personalità più influente della regione è Wael Ghonim: capo del marketing di Google in Medio Oriente ma soprattutto il trentenne che via Facebook ha sollevato l’Egitto. Il numero tre è Mohammed bin Hammam che ha portato in Qatar i mondiali di calcio del 2022. Al quinto posto c’è Mohammed Al Abbar, il più grande costruttore arabo e l’uomo che nonostante la crisi finanziaria ha finito di costruire fin oltre il 160esimo piano Buji Khalifa, il più alto grattacielo del mondo. Segue Wadah Khanfar, direttore di al Jazeera che della Primavera non dà solo notizie ma è anche un protagonista politico. «Le notizie nel mondo arabo non sono tv ma una questione di vita e di morte», sostiene Khanfar. Dopo di lui c’è il libanese Charles Elachi che ha mandato nello spazio decine di missioni Nasa e ora insegna al Kaust, la nuova università tecnologica saudita. Ottava è Nujood Ali, la yemenita che a 10 anni è andata in tribunale a chiedere il divorzio dall’uomo che era stata costretta a sposare.