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 2011  aprile 05 Martedì calendario

LA FARMACIA DIVENTA UN CENTRO SERVIZI


Servizi sanitari agganciati al ter­ritorio, presidi di «comunità» vi­cini ai cittadini, in grado di age­volare la vita degli anziani soprattut­to nelle zone rurali o marginali ri­spetto a ospedali e ambulatori. Sulla carta è questo il senso della rivolu­zione che sta investendo le 17.796 far­macie d’Italia grazie a provvedimen­ti che hanno liberalizzato la possibi­lità di offrire una rosa di servizi extra alla vendita dei soli farmaci: preno­tazione di visite ed esami, ritiro di re­ferti, pagamento di ticket, test del sangue.

Il cambiamento si sta compiendo gradualmente in questi mesi con l’entrata in vigore di tre decreti; il pri­mo, entrato in vigore circa un mese fa, ha autorizzato le farmacie ad at­trezzarsi per effettuare piccole sem­plici «autoanalisi» base (che non con­templino prelievi di sangue veri e propri), come controllo di glicemia e colesterolo; il secondo, in vigore da oggi sancisce la possibilità per la far­macia di avvalersi della collabora­zione di infermieri e fisioterapisti, mentre a breve è prevista la pubbli­cazione in Gazzetta Ufficiale del ter­zo provvedimento che consente alle «croci verdi» di poter attivare il servi­zio Cup per prenotare visite e avere referti e responsi di laboratorio. Un capitolo delicatissimo questo, sul quale il legislatore ha dovuto porre un’attenzione speciale, vista la pre­senza di dati «sensibili» dei pazienti, soggetti a privacy.

Il capitolo che si aggiunge oggi pre­vede, sotto responsabilità e coordi­namento del farmacista, che infer­mieri e fisioterapisti possano garan­tire una serie di prestazioni, alcune anche a domicilio dietro stretta pre­scrizione medica. I primi «nell’am­bito delle competenze del proprio profilo professionale» potranno of­frire «supporto» per le analisi di au­tocontrollo, medicazioni e punture intramuscolo, e anche effettuare «at­tività di educazione sanitaria», sen­za trascurare «iniziative finalizzate a favorire l’aderenza dei malati alle te­rapie ». Per ciò che riguarda i fisiote­rapisti, sempre sotto prescrizione medica, potranno «decidere percor­si di prevenzione e riabilitazione, ol­tre che attività terapeutica per la rie­ducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive e viscerali», e infine potranno valutare gli effetti della terapia rispetto agli obbiettivi di recupero funzionale.

La rivoluzione è stata accolta con grande favore da tutti gli esponenti di categoria: «È una sfida importante – ha detto Andrea Mandelli, presiden­te della Federazione degli ordini dei farmacisti –: in un Paese sempre più anziano questo rappresenta un mo­do efficace per assistere i cittadini più deboli». Da sciogliere però resta un nodo cruciale: per ora le nuove pre­stazioni saranno a pagamento (alcu­ne farmacie fanno pagare 8 euro per il controllo del colesterolo); manca infatti il rinnovo delle convenzioni, prima quella nazionale poi quelle lo­cali, tra farmacisti, Servizio sanitario nazionale e Regioni sugli eventuali ticket a carico dei pazienti e sul rico­noscimento economico del lavoro delle farmacie. Un traguardo sul qua­le Mandelli è fiducioso: «Il governo ha dichiarato che vi avrebbe messo mano a decreti attuativi pubblicati. Ma credo che questa iniziativa sia po­sitiva in ogni caso: sarà in grado di fa­re prevenzione e intercettare quei cit­tadini non inclini al controllo medi­co, come i giovani».