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 2011  aprile 12 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Claudio Scajola
Il Ministro delle Politiche agricole è Francesco Saverio Romano
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari per il Sud è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Comandante Supremo delle Forze Armate dell’ Egitto è Mohammed Hoseyn Tantawi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

L’Unione europea ha respinto l’idea italiana che col permesso umanitario i nostri 22 mila immigrati possano circolare liberamente nell’area Schengen, quella dei paesi che hanno accettato di abbattere le frontiere a beneficio dei rispettivi cittadini. Cecilia Malmström, la commissaria per gli Affari interni dell’Unione, al termine della riunione che ha visto riuniti in Lussemburgo i 27 ministri degli Interni delle nazioni interessate, ha dichiarato che una ratifica della proposta italiana è «prematura». «Non ci troviamo ancora in una situazione tale da far scattare il meccanismo». Condizione necessaria a far scattare il meccanismo è che ci sia una fortissima pressione di migranti dai paesi in conflitto. Il ministro Maroni, che ha poi tuonato contro la decisione Ue, si è tuttavia guardato bene dal votar contro, limitandosi ad astenersi.

• In che consistono questi “tuoni” del nostro ministro degli Interni?
«È stato un incontro per noi deludente. Mi chiedo se ha senso rimanere nell’Unione europea. Meglio soli che male accompagnati. Noi, quando c’è stato bisogno, abbiamo espresso la nostra solidarietà verso la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo. Ma a noi, in questa situazione di grave emergenza, ci è stato detto: “Cara Italia, sono affari tuoi e devi fare da sola». Prima dell’incontro, il ministro aveva detto: «Oggi vedremo se esiste un’Europa unita e solidale o se è solo un’espressione geografica».

• Secondo lei ci stiamo seriamente preparando a uscire dall’Unione europea?
E magari a riadottare la lira? Ma via… Nei giorni scorsi hanno giocato a sparare sull’Europa anche Berlusconi («L’Europa ci aiuti o è meglio dividersi») e Calderoli («Ritiriamo il contingente dal Libano e mandiamo i nostri soldati a difendere le coste»), seriamente rimbeccati da Napolitano («con l’Europa non si scherza») che ha anche avuto una lunga telefonata di spiegazioni con Frattini. Intanto: se la posizione europea è così irricevibile come mai Maroni si è soltanto astenuto? La sua ira sarebbe stata più credibile se avesse votato contro. C’è poi una considerazione sostanziale: la sesta potenza mondiale, che ha 60 milioni di abitanti, non può farsi spaventare dall’arrivo di 22 mila disgraziati. Si distribuiscano in tutto il Paese, d’imperio se qualche Regione fa la furba, li si soccorra e si continui a trattare sia con gli europei che con i tunisini.

• Ma il rifiuto ad ogni solidarietà non è un po’ la fine dell’Unione? Non c’è una qualche ragione nella protesta di Berlusconi e Bossi?
Intanto non è affatto vero che ci sia stata chiusa la porta in faccia. È andata anzi meglio di come m’aspettavo: l’Unione europea non ha accettato il giudizio di drammaticità sull’attuale esodo verso le nostre coste, ma ha ammesso che c’è un limite superato il quale tutti i paesi dovranno farsi carico del problema. Guardi che non è poco, perché il vero assalto deve ancora cominciare. E, con il documento di ieri, i nostri partner si sono impegnati a intervenire in un caso simile. In realtà la diplomazia è al lavoro: Parigi e Bruxelles stanno preparando un documento di intenti da allargare alla Germania e da presentare nel vertice del 26 aprile. Barroso oggi è a Tunisi e la Commissione sta valutando l’ipotesi di rafforzare il Frontex (polizia di frontiera Ue) perché aiuti l’Italia nel compito di riaccompagnare in patria i migranti. Dall’Europa arriveranno altri soldi e forse un controllo dai cieli del Canale di Sicilia, per prevenire gli sbarchi.

• E che mi dice di quell’osservazione, secondo cui noi abbiamo aiutato Portogallo, Irlanda e Grecia, mentre adesso nessuno vuole aiutare noi?
Uno sbaglio. Maroni ha messo a confronto le mere con le pere. Portogallo, Irlanda e Grecia hanno avuto un prestito in denaro perché non erano più in grado di rimborsare i loro bot. Se fossero saltati in aria le conseguenze sarebbero state molto gravi per tutti. I tre paesi sono stati commissariati, saranno costretti a tagli pesantissimi della spesa pubblica e dovranno restituire quello che hanno ricevuto a tassi minimi del 5%. Che c’entra questo con il tentativo italiano di spalmare i tunisini sul resto d’Europa? Berlusconi e la Lega potevano informarsi, prima di distribuire quei permessi di soggiorno umanitari.

• Non sarà che tutte queste decisioni alla fine sono influenzate dalla politica interna?
Sì, di sicuro. Sarkozy deve vincere la concorrenza a destra di Marine Le Pen, la Merkel è in calo nei consensi. La Lega poi è quasi alla disperazione: occupando il ministero degli Interni non può rispedire gli africani a casa loro a pedate, come vorrebbero tanti lettori della Padania e della radio di partito. Oggi, se potesse scegliere, Bossi preferirebbe stare all’opposizione. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 12/4/2011]
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