Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 12 Martedì calendario

Tereshkova Valentina

• Yaroslavl Oblast (Russia) 6 marzo 1937. Astronauta. La prima donna ad aver volato intorno alla Terra nel giugno 1963 sulla navicella Vostok-6 • «[...] stupì il mondo quando salì oltre la Terra appena due anni dopo lo storico balzo di Juri Gagarin. Ma si dice che la sua missione sia stata un disastro, che lei sia stata malissimo e che pure il rientro sia andato male [...] “Sono dispiaciuta per queste false informazioni. Ci sono registrazioni della missione e chi vuole può verificare. Sono stata benissimo tanto che nel programma iniziale avrei dovuto compiere una missione di un solo giorno al termine del quale Sergei Korolev, il capo del programma, avrebbe deciso che cosa fare in base alle mie reazioni. Io non avevo problemi e così sono stata autorizzata a rimanere in orbita per tre giorni. Il rientro l’ho affrontato senza ostacoli e a sette chilometri d’altezza mi sono catapultata fuori della capsula con il seggiolino eiettabile come aveva fatto Gagarin e sono atterrata con il paracadute. Nei mesi successivi mi sono sposata ed ho avuto una figlia; quindi anche dopo il volo sono stata meravigliosamente [...] Ero una paracadutista, volevo fare un passo avanti e dopo Gagarin, come tutti i giovani in quel momento, desideravo salire nel cosmo. Così ho partecipato alle selezioni e sono stata scelta assieme ad altre quattro donne. Rimanemmo in due ma io salii sulla navicella e la mia amica fece la riserva [...] Una volta salita sulla capsula mi sentivo a mio agio come nella mia casa. Ero stata accompagnata da alcuni compagni cosmonauti e da Korolev che sorvegliava ogni cosa. Anzi la sera prima di ogni lancio ti faceva sedere nella navicella ponendoti tante domande per verificare che fossimo davvero preparati alle emergenze di ogni genere. Ma un po’ di agitazione, confesso di averla avuta [...] Chiuso il portellone della capsula ero troppo indaffarata nel lavoro. Ero in collegamento radio con Korolev e Gagarin. Ero contenta ed esclamai: apriti cielo che vengo verso di te. Sentii subito la voce di Gagarin che mi domandava cosa succedeva, che cosa stessi dicendo [...]”» (Giovanni Caprara, “Corriere della Sera” 9/10/2007).