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 2011  aprile 12 Martedì calendario

NERONE E I SUOI SET

«Sono ancora affezionato al Nerone cattivo. Quello buono mi annoia terribilmente», fa sapere Andrea Carandini, che ieri ha presentato, insieme ad Anna Maria Moretti, Maria Antonietta Tomei e Rossella Rea, la grande mostra dedicata all’ imperatore. Luogo scelto per la presentazione, il terrapieno dove sorgono i resti del tempio di Venere e Roma, voluto da Adriano nel 135 dopo Cristo, una sessantina di anni dopo la morte del tiranno. «Perché proprio qui - sostiene Carandini - Nerone aveva costruito quello che oggi chiameremmo il suo set televisivo, dove inscenare le spettacolari apparizioni davanti alla plebe di Roma. E qui era il vero centro della Domus Aurea, finora circoscritta al di là del Colosseo, sulle pendici del Colle Oppio. Ma era su questo basamento che il tiranno demagogo aveva a disposizione gli spazi enormi per accogliere la folla». Qua sotto inoltre si estendeva il grande lago artificiale, fatto in seguito prosciugare da Vespasiano per costruirvi l’ anfiteatro Flavio. Nerone vi organizzava i suoi banchetti da megalomane. «Al centro dello stagno - dice Carandini - possiamo immaginare una nave simile a quella maggiore di Caligola scoperta nel lago di Nemi, sulla quale Nerone, circondato dal popolo e protetto dall’ acqua, banchettava con gli intimi della corte, mentre la guardia degli Augustiani applaudiva e inneggiava al principe da tre rive circostanti». Affacciata sullo stagno, una enorme villa marittima che l’ imperatore usava come nuova dimora a carattere pubblico e che presentava un vestibulum con al centro il celebre Colosso raggiante, del quale esiste ancora il basamento in tufo e che Adriano dovette spostare con ben ventiquattro elefanti per far posto al tempio di Venere e Roma. Dunque, il basamento alla fine della Via Sacra non poteva che essere tra i luoghi del percorso della mostra, che riunendo circa duecento pezzi tra sculture, rilievi, affreschi e dipinti, vuole far rivivere Nerone nei luoghi in cui visse e operò. E la parte più affascinante, più che le singole opere, è proprio il percorso stesso. Che richiede due o tre ore di tempo e scarpe comode, ma permette di venire a conoscenza anche delle ultime scoperte sulla straordinaria attività edilizia dell’ imperatore, rivelate dagli scavi recenti effettuati sul Palatino da Clementina Panella e dallo stesso Carandini. Si parte dalla Curia Iulia, dove sono raccolti i ritratti di Nerone e dei suoi familiari. Si prosegue con il tempio di Romolo, dove vengono proiettati spezzoni di film storici in cui l’ imperatore è impersonato via via da Petrolini, Peter Ustinov, Alberto Sordi. Nel criptoportico neroniano si affronta il tema del lusso dei palazzi imperiali attraverso iscrizioni e rilievi che ne raccontano le gesta. Nel Museo Palatino è ricostruito virtualmente lo sfarzo della Domus Transitoria (voluta da Nerone prima della Domus Aurea), i cui scavi hanno fatto rinvenire magnifici pavimenti in mosaico e un ninfeo teatrale (dovrebbero essere aperti al pubblico a partire dal prossimo settembre). Nel frattempo sono accessibili, in mezzo agli Orti Farnesiani, i resti della domus Tiberiana, dove Nerone visse insieme al patrigno Claudio che lo adottò e alla madre Agrippina e dove fu proclamato imperatore. Sulla vigna Barberini si può vedere, dall’ alto, quella che gli archeologi hanno riconosciuto come la celebre Coenatio rotunda, la famosa sala da pranzo girevole nominata da Svetonio, finora cercata sul Colle Oppio e rinvenuta invece qui alla fine del 2009. Il percorso si conclude al Colosseo, con la storia del grande incendio del 64 d. C. e della costruzione della Domus Aurea. Per quest’ ultima esiste un progetto di restauro e messa in sicurezza, per il quale il ministero dei Beni culturali ha previsto 50 milioni di spesa, da recuperare dalle entrate delle accise sul carburante.
Lauretta Colonnelli