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 2011  aprile 12 Martedì calendario

CASTA: 1,3 MILIONI DI PERSONE IN ITALIA VIVONO DI POLITICA - II

CASTA: 1,3 MILIONI DI PERSONE IN ITALIA VIVONO DI POLITICA - II deputato dell’Idv Augusto Di Stanislao ha ritirato la propria firma dalla proposta del collega Pd Ugo Sposetti sulla “disciplina e il finanziamento pubblico dei partiti”. Provvedimento che, cifre alla mano, finirebbe per raddoppiare i “costi della politica” facendoli passare, a livello nazionale, da 170 a 355 milioni di euro l’anno. Spiega l’ufficio stampa del partito di Di Pietro che “è stato un grave errore da parte della segreteria” di Di Stanislao. Il capogruppo alla Camera dell’Idv Massimo Donadi aggiunge che il collega “non aveva valutato appieno le ripercussioni di quella misura”. E chiarisce: “Noi crediamo nell’utilità del finanziamento ai partiti, ma quello che c’è oggi è già sufficiente, anzi si dovrebbe ridurre la legge per cui vengono pagati i contributi ai partiti anche quando la legislatura si interrompe”. Anche dal Pd arriva un rumore di freni, ma assai lieve. Se il sindaco di Firenze Matteo Renzi dice: “Sono pazzi”, è Enrico Letta a marcare una divisione: “Sono iniziative singole di parlamentari ma ribadisco che il Pd non pensa che questo sia il momento di affrontare la questione”. Il tema, certo, è posto.
DI POLITICA, d’altronde, vivono 1,3 milioni di persone, quanto gli addetti alla scuola pubblica. La stima è della Uil, che fornisce altri dettagli: i “politici” sono oltre 145 mila tra parlamentari, ministri e amministratori locali. Migliaia i consiglieri circoscrizionali e i membri dei CdA delle 7 mila società, enti, autorità, consorzi, partecipati dalla Pubblica amministrazione. Ci sono oltre 318milapersonechehannoun incarico o una consulenza pubblica e poi c’è “la massa del personale di supporto politico”, spesso nominati direttamente. Portaborse, consulenti dei consulenti, segretari e uffici stampa. La “categoria” ha un costo complessivo, diretto e indiretto, che la Uil calcola in 18,3 miliardi di euro. Se si aggiungono i costi del sistema istituzionale italiano, calcolati in 6,4 miliardi, si raggiunge la cifra di 24,7 miliardi all’anno. Guardiamo da vicino qualche dettaglio: gli organi dello Stato centrale (Quirinale, Camera, Senato, Corte costituzionale, Presidenza del Consiglio, ministeri) costano 3,2 miliardi all’anno. Stessa cifra per Regioni, Province e Comuni: 3,3 miliardi. Ma una cifra analoga si spende anche “per le consulenze, gli incarichi, le collaborazioni e le spese per i comitati e varie commissioni”: nel 2009 è stata di 3 miliardi di euro. Si tratta di un’ampia voce di spesa dirottata verso figure che spesso già dispongono di rilevanti entrate, anch’esse pubbliche trattandosi di docenti universitari, magistrati, manager e così via. Impressionante, poi, la cifra dei compensi, delle spese di rappresentanza o del funzionamento dei Consigli di amministrazione e degli organi collegiali delle Società pubbliche o partecipate: nel 2010 si sono spesi 2,5 miliardi di euro.
CIFRE da capogiro superate però da una voce che il ministro Brunetta aveva promesso di ridurre significativamente: il parco auto della Pubblica amministrazione. Si tratta di ben 4,4 miliardi di euro l’anno che la Uil ritiene siano sottostimati.
Notevole anche il costo di Consigli e Giunte regionali, circa 1,2 miliardi nel 2010. Al primo posto c’è la Sicilia con 158 milioni seguita dal Lazio con 128 milioni mentre la Lombardia costa “solo” 73 milioni e l’Emilia Romagna 37.
Secondo la Uil si può tagliare, ad esempio limitando i costi delle Province solo ai compiti attribuibili per legge. Si tratterebbe di 1,2 miliardi in meno all’anno. Se si accorpassero gli oltre 7400 Comuni sotto i 15 mila abitanti il risparmio sarebbe di 3,2 miliardi. Altri tagli si potrebbero produrre “senza ridurre minimamente il servizio ai cittadini e senza intaccare i processi democratici”.
Un risparmio complessivo calcolato in ben 10 miliardi.