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 2011  aprile 12 Martedì calendario

Hugh Grant fa lo 007 anti Murdoch E smaschera le sue trame politiche - Meglio, molto meglio che gigioneggiare tra quattro ma­trimoni e un funerale, altro che frugare nei diari di Brid­get Jones

Hugh Grant fa lo 007 anti Murdoch E smaschera le sue trame politiche - Meglio, molto meglio che gigioneggiare tra quattro ma­trimoni e un funerale, altro che frugare nei diari di Brid­get Jones. La sua migliore par­te, l’attore dandy Hugh Grant l’ha recitata in un pub di Do­ver. Precisamente, il locale di proprietà di Paul McMullan, ex caporedattore del pettego­lissimo News of the world , la testata giornalistica da cin­que anni invischiata nell’in­chiesta su star e politici spiati e intercettati illegalmente. McMullan cade mani e piedi nella trappola di Grant: un ap­puntamento al pub in cui lo fa chiacchierare a ruota libera dello scandalo intercettazio­ni creando l’atmosfera per un’amichevole confessione tra reduci del gossippismo più spinto. Ma la chiacchiera­ta si trasforma ora in un docu­mento­bomba, con retrosce­n­a inediti che coinvolgono di­rettamente il tycoon Rupert Murdoch, lo raffigurano co­me un editore decisamente attivo nell’influenzare ciò che viene pubblicato e dise­gnano tentacoli che partono dalla fangosa vicenda e arriva­vano in alto, su fino ai vertici della politica britannica. Per­ché Grant aveva indosso una microspia e stava registrando tutto. McMullan, ignaro, scherzan­do lo ringrazia per aver fatto guadagnare un bel po’ di sol­di al suo ex giornale, diventan­do protagonista di tanti suc­culenti pettegolezzi. Come la volta che Grant fu arrestato in­sieme alla prostituta Divine Brown. «Quella volta - svela il giornalista- Murdoch sbraitò con noi: “Perché mettete in prima pagina questa roba? Così sminuite il tono del gior­nale” ». Un poco ortodosso in­tervento sulla linea editoriale ma generosamente volto a fer­mare la macchina del fango? Macché. Grant chiarisce: «Beh, a quell’epoca stava per uscire un mio film con la sua casa di produzione, la 20th Century Fox». Ma la parte più scottante è un’altra e riguar­da le intercettazioni delle se­greterie telefoniche di attrici come Sienna Miller ma an­che di politici ( nella lista ci sa­rebbero il premier Gordon Brown e il sindaco di Londra Boris Johnson). La compa­gnia di Murdoch la settimana scorsa ha chiesto scusa a otto intercettati e ha proposto ri­sarcimenti. «David Came­ron? Non poteva non sapere­­spiffera McMullan a Grant -Questo è il vero scandalo. Lui, James Murdoch (figlio del tycoon) e Rebekah Wade (manager del gruppo che edi­ta News of the World ) vanno a cavallo insieme. Quindi delle due l’una:o Cameron è un bu­giardo o è un idiota». E qui Grant sfodera la performan­ce da Oscar, perché McMul­lan viene finalmente sfiorato dal dubbio: «Non starai mica registrando?». E Hugh col mi­glior sorriso da capo di Brid­get Jones paraculo: «Ma figu­rati ». Il giornalista se la beve come la birra del suo pub e canta come un fringuello: tut­ti sapevano, anche altri gior­nali intercettano, mezza poli­zia becca mazzette per farsi gli affari suoi. Per Grant è il ca­polavoro della vita e una ven­detta gelida come la carta stampata del New State­sman , il giornale che, con la mediazione dell’ex fidanza­ta, l’ereditiera Jemima Khan, l’ha aiutato a organizzare la trappola e ne pubblica il reso­conto. Un bel botto. Di cui però bisogna compren­dere la reale portata. Che va oltre la rabbia dell’attore plu­risputtanato e i metodi dei ta­bloid inglesi, notoriamente spicci. Perché va inserita in un quadro inquietante che si va componendo a colpi di ri­velazioni pubblicate dai gior­nali inglesi e, stranamente, quasi ignorate dai media in Italia, dove Murdoch è pro­prietario di Sky. L’ Observer , ad esempio, pubblica la sof­fiata anonima di un ministro di Gordon Brown, secondo cui l’ex premier laburista avrebbe ricevuto pressioni di­rettamente da Rupert Murdo­ch per mettere a tacere lo scandalo che, secondo nuo­ve stime, potrebbe costare al gruppo non solo la faccia, ma anche 40 milioni di sterline di spese legali e risarcimenti. Brown ha rifiutato di com­mentare, ma non ha neanche smentito. Senza contare che la vera estensione del pastic­ciaccio nell’ambiente politi­co inglese è ancora tutta da esplorare. Perché Cameron ha assunto come portavoce Andy Coulson, l’ex direttore del News of the world , dopo che aveva dovuto lasciare a causa delle accuse per le inter­cettazioni. Il Parlamento in­glese potrebbe presto porre questa e altre domande al go­verno in carica e a quello pre­cedente. Come il dubbio avanzato dal Guardian : è nor­male che un giornale di Mur­doch intercettasse Tessa Jowell, allora ministro re­sponsabile della politica del­l’informazione? E il quotidia­no britannico avanza dubbi anche sul via libera che il go­verno inglese ha dato a Mur­doch per acquisire la piatta­forma della tv satellitare BSkyB, nonostante le perples­sità sul piano delle politiche antitrust. Lo «squalo» Murdo­ch stavolta naviga in acque sempre più scure. Ma non di­telo ai lettori e telespettatori italiani.