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 2011  aprile 12 Martedì calendario

Quali i record delle funivie? - Cominciano i lavori della grande funivia del Monte Bianco. Ma è vero che gli impianti a fune sono fra i più antichi e ancora i più usati mezzi di trasporto? Sì, egiziani e cinesi, già 500 anni avanti Cristo, impiegarono funi per trasportare merci

Quali i record delle funivie? - Cominciano i lavori della grande funivia del Monte Bianco. Ma è vero che gli impianti a fune sono fra i più antichi e ancora i più usati mezzi di trasporto? Sì, egiziani e cinesi, già 500 anni avanti Cristo, impiegarono funi per trasportare merci. Gli Inca costruirono ponti sospesi, ma la prima funivia moderna è del 1724 e fu costruita per erigere un bastione della città di Danzica. La ideò Leupold e fu battezzata «la macchina di Danzica». Il primo impianto per il trasporto pubblico di persone è invece del 1908 al colle di Bolzano. Il sistema di trasporto con funi si usa non soltanto per lo sci, ma viene utilizzato anche a terra nelle città (funicolari come a Perugia, Venezia, Napoli e Capri) o nell’industria. Anche nelle città? A New York la cabinovia che è servita per ovviare alla chiusura del ponte di Brooklyn è diventata il secondo mezzo per superare l’East River. Esistono spettacolari impianti panoramici e urbani, da Singapore a Caracas e Medellin. L’ultimo impiego meno turistico è per gli shuttle degli aeroporti, tra un terminal e l’altro. E l’impiego industriale? Comincia nelle miniere nella prima metà dell’Ottocento. Nel 1879 il tedesco Von Ducher inaugura la prima funivia bifune (una portante, fissa e una traente, in movimento) lunga 2 chilometri. Oggi sofisticate teleferiche trasportano minerali nelle jungle africane e asiatiche: due funi sostengono nastri trasportatori. Un altro utilizzo è per la costruzione delle dighe. Quali aziende costruiscono funivie? Il mercato mondiale è suddiviso fra due grandi gruppi, l’italiano Leitner, con sede a Vipiteno (Bolzano) e l’austriaco Doppelmayr di Bregenz ma con uno stabilimento anche in Alto Adige, a Lana. Esistono altre aziende di sciovie e seggiovie, ma Leitner e Doppelmayr fatturano ogni anno 600 milioni ciascuno. Il sistema più innovativo? È il «3S», cioè il trifune, due portanti e una traente. L’idea è italiana. La distanza fra le due funi portanti, dove cioè è ancorata la cabina, offre stabilità anche con venti superiori a 100 chilometri l’ora. Fino a qualche anno fa una cabina saliva mentre l’altra scendeva perché collegate alla stessa fune traente. Oggi invece ognuna può salire o scendere in modo indipendente. Così sono le funivie dell’Indren, nel Monterosaski, oppure quella di New York. Qual è la funivia più lunga del mondo? È stata inaugurata alla fine di ottobre dell’anno scorso a Tatev, in Armenia. È lunga 5750 metri e porta dal villaggio di Halidzor a Tatev dove si trova un monastero del nono secolo. I lavori erano stati assegnati nel 2009 al gruppo Doppelmayr-Garaventa. Negli ultimi vent’anni non si contano i record. E cresce l’interesse dell’opinione pubblica, testimoniato dalle migliaia di accessi sul più grande sito d’Europa, l’italiano www.funivie.org. Una funivia a due piani è stata costruita in Francia, la Vanoise Express con 200 persone ogni cabina. Il prossimo primato? Per le Olimpiadi invernali di Sochi, nel 2014, la Doppelmayr sta costruendo un impianto con portata oraria di 4500 persone. La funivia ha cabine che possono anche trasportare automobili per consentire un doppio accesso, oltre la strada. Quanto costa costruire una funivia? Tra i 10 e 12 milioni per 2 chilometri di tragitto per una telecabina. Oltre cento milioni per grandi funivie come quella del Monte Bianco. Che motori vengono usati? Elettrici. A corrente alternata per impianti medio-piccoli, continua per i grandi. Due ogni impianto. Il consumo varia, a seconda della portata, tra i 500 e i mille chilowatt (energia sufficiente per 330 alloggi). Un grande comprensorio sciistico alpino quale il Monterosaski (17 impianti tra seggiovie, cabinovie e funivie) paga una bolletta annua da un milione e mezzo. Quanto costa mantenere una funivia? Circa 300 mila euro l’anno, tenendo conto delle revisioni obbligatorie per legge ogni 5 anni. C’è poi quella generale dopo 20 anni di esercizio che può raggiungere i 4 milioni. Ogni impianto deve prevedere, secondo le normative, 3 addetti per 7 giorni, più un capo servizio e un direttore di esercizio. Dipendenti che raddoppiano per far fronte ai turni di lavoro. Vengono applicate tecnologie informatiche? Sì, per i controlli di sicurezza, come negli impianti industriali. Controllano in continuazione i parametri di funzionamento degli organi meccanici. In caso di anomalia bloccano un motore o entrambi. In questo caso interviene il terzo, collegato a un’altra fonte di energia, che fa procedere l’impianto a un metro il secondo.