Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 12/4/2011, 12 aprile 2011
IL FATTO DI IERI - 12 APRILE 1928
Archiviata dalla storiografia come attentato a Vittorio Emanuele III, questa è la storia di un cruento atto terroristico messo a segno a Milano il 12 aprile ’28 in Piazza Giulio Cesare, al passaggio del re, diretto a inaugurare la Fiera Campionaria. Infilato in un lampione, un ordigno a orologeria esplode alla 9.50 del mattino, mancando la vettura reale e facendo strage tra la folla. Eccidio con 20 morti e 40 feriti e inizio di una lunga scia di arresti e brutalità all’ombra di un’inchiesta condotta in un oscuro sottobosco di spie, uomini dello Stato, traditori e gerarchi corrotti. Ricostruita nel bel saggio “Attentato alla Fiera” di Carlo Gioacchin (Ed. Mursia), la strage di Milano, attribuita of course agli antifascisti, aprirà a foschi scenari. Accusati di stragismo, nelle retate della Milizia finiranno, tra i 512 arrestati, anche Romolo Tranquilli, fratello di Ignazio Silone, stroncato poi dalle violenze patite e Lelio Basso, spedito al confino. E anche se la vox populi parlerà di una montatura ad hoc, frutto della faida tra il federale milanese Mario Giampaoli e l’ala di Farinacci, la bomba alla Fiera, rimasta impunita, sarà l’alibi per un violento giro di vite del regime contro i dissidenti.